Recensione: LOVE IN MY HEART (The Hearts series #4 ) di Claire Contreras

Vi parlo del quarto volume della The Hearts Series: Love in my heart di Claire Contreras. Vi avevo già parlato del terzo libro di questa serie: Love for Love (Quicon Jensen e Mia. In questo libro ritroviamo Victor il sexy avvocato divorzista in carriera, nonché fratello di Estella protagonista insieme a Oliver nel primo volume  Life is Love

Titolo: Love in my heart
Autore: Claire Contreras
Editore: Newton Compoton
Pagine: 286
Costo eBook: 4,99
Genere: Romance contemporaneo
Uscita: 25 settembre 17

Sinossi:
Hearts Series
Dall'autrice del bestseller Life is Love
Victor Reuben è l'avvocato divorzista più richiesto di Los Angeles. Nicole Alessi è la futura ex moglie della star più brillante di Hollywood, l'ultima cliente di Victor e la figlia del suo capo. Con un divorzio di così alto profilo, non ci si può permettere nessun passo falso. Per fortuna nessuno dei due ha niente da nascondere. A meno che non si consideri il sesso fantastico che hanno condiviso... Una... Due... Tre volte molti anni prima. Se lasceranno il passato dov'è, andrà tutto bene. Ma lei indossa quei vestiti così sexy e lui le scocca quelle occhiate infuocate... Tenere le mani a posto sembra più difficile di quanto avessero immaginato. Presto i paparazzi cominceranno a sentire puzza di bruciato...

Chi è Claire Contreras?
Inizialmente autopubblicata è entrata nella classifica dei bestseller del «New York Times» e di «USA Today» con la sua serie Hearts, di cui la Newton Compton ha pubblicato, Life Is Love, l’ebook Love Is Forever e Love for Love. Quando non scrive, ha sempre gli occhi tra le pagine di un libro.

Recensione:

Era quella per me. In trentun anni non avevo mai desiderato nulla così tanto come la mia bellissima, esuberante e sexy Nicole Alessi, e sapevo che mai avrei desiderato altro.

Questo quarto libro è dedicato a Victor, in quanto fratello di Estelle compariva già nel primo libro.
Lo abbiamo poi rincontrato nel secondo e terzo libro su Jensen e Mia, nei panni dell'amico del protagonista.
Ogni volta lo abbiamo visto accompagnarsi con donne sempre diverse come un vero playboy.
Ma finalmente qui scopriamo il suo passato, che lo accomuna a Nicole con la quale ha avuto 6 anni prima una breve ma intensa storia. Vic già allora aveva l'obbiettivo di diventare uno dei più bravi avvocati divorzisti dello studio dove lavorava da pochissimo. Scoprendo che Nicole è la figlia del suo capo, decide di interrompere la loro breve ma intensa relazione. Per lui la carriera è da sempre la sua unica priorità. Ma anche se brevissima questa relazione non sarà mai totalmente dimenticata da entrambi.

Come se provasse piacere nel dirmi di stare alla larga, ma avesse anche bisogno di tirarmi più vicino a sé. Chiusi gli occhi.

E quando la rivede dopo anni per assisterla in veste di suo avvocato nel divorzio tra Nicole e Gabe l'ex marito nonché star di Hollywood molto amata, da quel momento sarà un saliscendi di emozioni, di continui ripensamenti e provocazioni che faranno uscire di testa l'impertubabile e freddo avvocato, che Ã¨ a un passo nel ricevere la tanto desiderata promozione, e che non metterebbe mai a rischio per nulla al mondo, o almeno così credeva.

Ma l’unico che volevo che contasse era che voleva stare vicino a me. Accanto a me. E l’idea che la cosa mi stesse così a cuore perché non volevo esserle indifferente, proprio come lei non mi era indifferente, era una totale follia.

Il tema di questa serie si basa su degli amori appena sbocciati ma che i protagonisti maschili troppo giovani per capirne l'importanza, interrompono per un motivo o per un altro o semplicemente perchè il loro tempo non è ancora maturo. Ma che coglieranno alla seconda occasione che avranno a distanza di pochi anni. 
Ed è da lì che iniziano queste bellissime storie, che ci fanno vivere un amore così potente che supera tutto e tutti.
Dove le priorità vengono ribaltate, gli errori del passato dimenticati e si assiste alla crescita attimo per attimo di questo sentimento assoluto fra i protagonisti.

«I miei obiettivi riguardavano solo la carriera, e una volta raggiunti quelli, mi sono reso conto che i miei obiettivi erano mutati e che lungo la strada eri diventata tu il mio obiettivo. Sono innamorato di te. Ho ottenuto molto nei miei trentun anni, e sono orgoglioso dei traguardi raggiunti, ma nessuno di essi mi fa sentire come mi fai sentire tu.

Da subito vi dico che la Claire Contreras, anche in questo quarto libro mi ha conquistato, e come gli altri  libri della serie i pov sono alternati da entrambi i protagonisti
Amo il suo stile, riesce a catturarti da subito, non puoi fare a meno di leggere e leggere fino all'ultima pagina.
Ti fa amare profondamente i suoi personaggi, sia quelli maschili che femminili, entrambi sono sempre allo stesso livello. Con le loro fragilità per la loro forza o per l'intensità del loro amore, vanno sempre di pari passo, non riesci ad amare uno più dell'altro, li ami in egual misura. 
Così come le scene erotiche che sono descritte in modo soft e distribuite ad  arte.
Tutte le volte che ho finito un suo libro, ho desiderato che un incantesimo mi permettesse di entrare dentro il libro per poter conoscere tutti questi meravigliosi personaggi della serie, ma proprio tutti, tutti, anche quelli che hanno appena qualche battuta, per la magia che questa donna opera per mano della sua penna
Non so  se state pensando che io stia delirando, ma questa è la sensazione ed emozione che provo ogni volta. La Contreras ha quello straordinario talento di rendere i suoi personaggi così vivi e reali che non riesci a staccarti dal libro, anche quando sei giunta alla fine. 
So già che sentirò la mancanza di Oliver e Estelle, di Jensen e Mia con i loro piccoli e naturalmente di Victor e Nicole e di tutti quelli che hanno fatto parte di questa serie. Posso solo sperare con tutto il cuore che la Newton porti in Italia qualsiasi altro libro che la Contreras abbia scritto.
Perché sarà senz'altro un altra "magia".
Alla prossima!

Virgy
LCDL
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2° Tappa blogtour Rya series: Presentazione personaggi


Presentazione Personaggi
Ma per capire meglio i personaggi , i loro sentimenti, e il loro ruolo, lasciamo la parola direttamente alla formidabile protagonista Rya che vi racconterà un po’ di sé…
Passiamo il testimone alla Principessa di Temarin Rya per immergerci nel suo mondo.

Rya 
Ha in sé lo stigma di ogni secondogenita, prima passata in secondo piano e poi cancellata dai libri di storia.
Ha in sé il coraggio delle secondogenite che hanno dimostrato di essere più forti dello stigma stesso.
È un'Anna Bolena che sale i gradini sociali, ben consapevole che gli ultimi avranno la consistenza di quelli del patibolo.
È una Giovanna d'Arco che lotta e viaggia, circondata da uomini talvolta ben poco raccomandabili (Gillews de Rais, mi senti, dal tuo inferno?).
È una Clodrinda senza Tancredi, è il coro delle Trachinie, è una Turandot che vorrebbe essere Liù.
Ha in sé la dignità e l'incoscienza di chi non si arrende al destino che vorrebbe vedere la donna buona e dolce e sottomessa e arrendevole.
In lei c'è orgoglio ferito, ambizione e piedi costantemente sul ciglio di un baratro: sa perfettamente che il terreno potrebbe franare da un momento all'altro, eppure non si sposta di un millimetro, perché sa comunque che quello è il suo posto.
E costruisce sulla sabbia come costruirebbe sulla pietra.
Non è la principessa buona, bella e pura, costretta da una sorte avversa ad attendere che le venga consegnato il pacchetto regalo principe azzurro - bacio - salvezza.
Rya non aspetta di essere salvata, perché il tempo è prezioso e lei non può sprecarlo a trastullarsi con mele avvelenate e arcolai. Si salva da sola, ogni volta. Quanto meno, ci prova. Si dà un colpo di reni per risalire dal fango nel quale è precipitata… anche se la risalita altro non sarà che l'inizio di una nuova caduta.
Perché?
Perché quando chi ha avuto tutto dalla vita cade, lo fa in grande stile.
Il suo è un cammino di evoluzione, e questa evoluzione spesso sarà in peggio -non è un paradosso-: quando si è alle strette, pur di sopravvivere si tirano fuori gli artigli. Lei è una rosa, la rosa secondogenita di Temarin, e imparerà ad usare non solo lo splendore dei propri petali, ma anche e soprattutto le proprie spine.
A tutte le principesse dico: godetevi la fiaba iniziale. Perché i sogni saranno fin troppo presto spazzati via dalla cruda realtà.

Il mondo di Rya è un mondo nel quale la verità è un concetto relativo, nel quale la Famiglia gioca un ruolo di primaria importanza, governando le scelte e guidando con mano ferma l'esistenza della piccola Rya.
Un mondo nel quale, improvvisamente, le certezze vengono ribaltate.

"Oggi mi chiedo: era l'amore, a legare noi tre? Cosa rappresentavo io per Alsisia? Ero davvero la sua piccola e adorata sorella? O ero piuttosto soltanto una pedina, usata da coloro che avrebbero dovuto semplicemente amarmi?"
[cit. FRACTURE]

L'amore non è un primo passo. L'amore arriva dopo. Arriva tardi. Troppo tardi, forse.
Ciò che muove Rya è la voglia, repressa e mai riconosciuta in pieno, di esistere come persona, non solo come pallido riflesso della meravigliosa sorella maggiore, amata e adorata da tutti.
Vorrei dirle: "Puoi essere qualcuno anche senza somigliare a lei. Puoi essere qualcuno anche senza fingerti diversa da quella che sei."
Il problema, però, è che quando trascorri una vita intera asservita alla compiacenza altrui, ti perdi. Finisci con il non sapere più chi sei.
Questo è il vero primo passo, per Rya: la presa di coscienza di poter esistere per se stessa.
Non è facile.
Quando non sei abituata a decidere nulla, quando sei nata per servire e obbedire (come le figlie di Maria Teresa d'Austria, ricordate?) non puoi sperare di possedere la capacità di operare scelte in piena autonomia.

"Il lusso di sbagliare mi è stato concesso. Diciamo pure che me lo sono conquistato a viva forza, e non senza danno. A differenza di Alsisia che, in vita sua, ha compiuto un solo errore. Ma è stato sufficiente."
[CIT. FRACTURE]

PERSONAGGI PRINCIPALI DI DECEPTION

STREVJ NIVA DI TEMARIN
Il vero protagonista di Deception, oltre naturalmente a Rya, è Strevj, suo cugino e cognato: l'ambizioso marito di Alsisia, il vertice della famiglia Niva. Colui che agisce nell'ombra, che sa essere al centro di tutto, di ogni conversazione, di ogni manipolazione pur avendone meno l'aria.
Bello, bellissimo, bruno, dotato di un'ottima parlantina, Strevj rappresenta il fulcro delle meravigliose apparenze che i Niva smerciano a piene mani. Un personaggio dal quale ti aspetti qualcosa, come una bolla che cominci a gonfiarsi già in Fracture e che adesso, in Deception, giunge allo scoperto, alla sua forma perfetta costituita da luci e ombre.

Strevj. Sempre in viaggio, sempre di passaggio, sempre col piede in più staffe, sempre lì a programmare e valutare e dividersi. Non capivo come, la sera, non fosse stremato dal mal di testa.
Lo avevo cercato con lo sguardo. Eccolo lì, il mio bellissimo cugino, attorniato dal solito codazzo di cortigiani e dame adoranti, occupatissimo come sempre a raccogliere consensi.
Avevo insistito: «La nostra posizione a corte non è sicura?»
«Ditemi a cosa sta mirando vostro cognato.» Vedendo che tentennavo, aveva avuto un moto di impazienza. «Mi sono fatto una mia idea» aveva detto poi, in un bisbiglio. «Mi auguro fortemente di sbagliarmi, ma Strevj ha un fuoco che gli arde nel petto. Le persone come lui vogliono una cosa sola.» E aveva gettato un’eloquente occhiata alla sala del trono.
Io avevo deglutito nervosamente. Cosa avrei dovuto fare? Ricordare a mio cugino che era tradimento avvicinarsi così tanto alla corona? Ricordargli che i patiboli nelle piazze erano stati smantellati, grazie all'intervento di Niken -e di Sania-, ma che sarebbe bastato un nonnulla perché fossero issati nuovamente?
«Ditemi se siamo in pericolo» lo avevo supplicato ancora.
«Di vostro cognato non mi curo, ma voi fareste bene a seguire il mio consiglio: prendete le distanze dalla vostra famiglia.»
[cit. DECEPTION]

*****

«Non dimenticare mai chi sei e sorridi.» Mi sfiorò il mento costringendomi a sollevarlo, per evitare che quelle rimanessero solo parole. «Sei la principessa di Temarin, eri la signora di Idrethia, la regina. Continua a comportarti come se lo fossi.»
«Non sono mai stata incoronata regina.»
«Non permettere che gli altri se ne ricordino.» Era tornato a essere lo Strevj dei tempi di Temarin. Quello che metteva in atto strategie vincenti. «Hai mai visto Alsisia con la faccia che hai tu adesso? Sei una Niva, Rya. L’apparenza è tutto.»
[cit. DECEPTION]

*****
Gridai: «Come puoi servire due padroni? Temarin e l’Idrethia: speri davvero di riuscire a rimanere fedele ad entrambi?»
«Dobbiamo garantirci un futuro al Nord, Rya. Tu non credi?»
«E tu non credi che un giorno il sovrano possa chiederti da che parte stare? Dovrai prendere una posizione, Strevj. Una, per la prima volta in vita tua! Quale regno sceglierai, allora!?»
[cit. DECEPTION]

È questa la questione.
Quale sarà la decisione finale di Strevj?
Perché, questo posso dirvelo, in fondo è sempre stata una pura questione di famiglia.
Come diceva Rya stessa già in Fracture e in Sacrifice:
O tu o io, Strevj.

SANIA, GRANDUCHESSA DI TEMIDE
Sania… Ho nel cuore questo personaggio. Ciò che Rya prova nei suoi confronti… be', è quello che provo io stessa.

(Vorrei tanto che non fosse così, ma mi piacque subito.
Quella puttana!, dovrei dire oggi. Ha avuto quello che si meritava!
Non ci riesco.
Guardo Nemi, guardo Isan, e provo pena. Non odio. Solo pena.)
[cit. DECEPTION]

Il suo personaggio era già presente in Fracture, nei vaghi dialoghi tra Nemi e Isan circa un avvenimento accaduto nel passato: è lei che aveva causato il guaio per il quale il capo dei ribelli ancora oggi sta scontando e proteggendo i propri uomini di Mejixana (per lo meno, quel poco che di loro è rimasto). Lei, maestosa, bionda, ma con un tarlo che la divora dall'interno. Era la donna per la quale Isan aveva perso cuore e ragione, la stessa che ha pagato quasi con la vita il fatto di averlo tradito, irretendo Nemi e facendolo scivolare nel proprio letto. Sensuale, spregiudicata…
In DECEPTION, Sania torna alla ribalta, regina in tutto fuorché nel nome. Occupa con pieno diritto il posto che avrebbe dovuto essere di Rya. E Rya, nonostante tutto, non riesce a provare una vera e propria antipatia o rivalità nei suoi confronti.
Rimane affascinata da lei, riesce persino a comprendere benchè non a giustificare- le motivazioni che a suo tempo l'avevano mossa a compiere un'azione inqualificabile, quella che ha condannato Nemi e intera Mejixana. La guarda, questo sì; sapendo che la vita di Sania è appesa a un filo; che anche quella donna danza sul ciglio di un burrone, che è in pericolo ogni singolo giorno della propria vita. La guarda… con gli occhi scuri, profondi e indagatori dei Niva.
Quelli che non aspettano che un passo falso. Per balzare in avanti e inghiottire la vittima.

(Avrei dovuto prevederlo. Ma, anche se così fosse stato, non avrei alzato un dito per lei.
Oggi vorrei raccontarmi che non è vero, che le avrei almeno parlato, che avrei cercato di metterla in guardia. Dicendole… cosa? Non bere niente, non mangiare niente, tieniti alla larga da quei due, diventa invisibile, vattene, fatti dimenticare?
Avrei dovuto prevederlo. Ugualmente, malgrado cerchi di illudermi del contrario, la verità è una sola: non avrei alzato un dito per lei.)
(…)
(Se fosse vissuta, sarebbe stata una grande regina. I presupposti c’erano tutti. Avrebbe fatto qualcosa di buono per l’Idrethia… anche se forse, alla fine, nonostante i suoi sforzi, si sarebbe comunque sfasciato tutto.
Oggi mi chiedo: ha mai sospettato qualcosa? Sapeva di essere in pericolo e che il pericolo e i guai le sarebbero arrivati proprio da *****? Chiunque, con un briciolo di buonsenso, lo avrebbe capito.
Ma lei, probabilmente, credeva davvero di poter ancora sistemare le cose, di ricevere il perdono.)
[cit. DECEPTION]

ISAN VAILLARD
Medico di Mejixana
Amico e compagno di Nemi
Barone di Idrethia

È difficile parlare di Isan. Era l'orso buono di Mejixana, l'essere immenso che si è innamorato di Rya al primo sguardo e che l'ha sempre giudicata come una bambina timida e indifesa. Dolce e tenero e gentile.

E lo è davvero: gentile.
Peccato sia anche tante altre cose.
[cit. FRACTURE]

Isan potrebbe anche sembrare l'uomo ideale (caratterialmente, eh). Se solo reagisse un po' meglio alla pressione. Se solo non fosse un alcolizzato violento.
Aveva perso la ragione, a Mejixana, dopo il tradimento di Sania. E Sania aveva pagato quasi con la vita la propria leggerezza. Adesso… è cambiato? No. I vizi incidono le persone. E le persone non migliorano. Già in Fracture avevamo visto come Isan fosse capace di ridursi.

Col senno di poi è facile giudicare. Tuttavia, oggi mi chiedo: se avessi dato a quell’episodio la giusta importanza, tre anni dopo le cose sarebbero andate come sono andate? Probabilmente no.
A quel tempo, però, Isan non era niente, e ben presto mi scordai dell’accaduto.
[cit. FRACTURE]

Non ha smesso di bere. Si astiene, da una volta con l'altra, in attesa della prossima sbronza. Perché il vino è l'unico modo che Isan conosce per non crollare, per farsi forza.
Ma arriva per tutti un punto di rottura.
E il punto di rottura di Isan coinciderà, per una serie di fattori, con quello di Rya.

Deception non è un romanzo sulla violenza domestica, ma di certo essa ne è uno dei temi principali.
Ed è stato orribile studiare questo fenomeno, indagarlo, leggere e ascoltare le storie delle vittime che hanno avuto la forza e il coraggio di esternare la propria esperienza. Non sono riuscita a capire il fenomeno -la violenza non può essere capita-; non ho tentato di giustificarla -la violenza non può essere giustificata-. Ho provato però a indagarla, questo sì.
Soffrendo ogni singolo attimo, incamerando la paura, trasformandola in angoscia, escogitando espedienti per sopravvivere e riversandoli in Rya.

(Gli ho nascosto tutto di me. Sempre. Per tre anni. E tre anni sono molto lunghi.
Oggi evitiamo di parlarne, ma il passato ci segue come un’ombra.
Oggi siamo salvi, ma solo perché non ci sono più segreti da custodire. Non c’è più nulla da nascondere.
Il perdono? È solo una parola.
Possiamo perdonare, certo.
Dimenticare, no. Quello, mai.)
[cit. DECEPTION]

Isan, in DECEPTION, rivelerà le proprie ombre. Perché nessuno è pura luce. Nessuno è completamente buono o positivo, specialmente nell'universo distopico nel quale sono ambientate le avventure di Rya (guardatevi intorno: conoscete qualcuno che sia completamente buono e puro, a parte forse i bambini e gli inconsapevoli?).
Il suo personaggio, però, è stato importante, per me. Fin dall'inizio, fin dalla primissima stesura (e qui andiamo davvero molto indietro nel tempo).
Quindi, ho voluto trovare un espediente quasi catartico, per Isan, in virtù dell'affetto che ho provato per lui… Pensando sempre al fatto che ex tenebris oritur lux

NIKE
Lo so. So che volete che vi parli di lui. Lo aspettate dalle prime pagine di Fracture.
In tutto questo tempo, avete letto, vi siete fatti una vostra idea. Io, dal canto mio, ho giocato con le parole (ma senza mai barare!), ho costruito la figura di Niken come avrei potuto fare con un puzzle o con quel gioco, quello del "trova le differenze".
Rapporti famigliari. Passato pesante come un mantello di piombo.
Chi è Niken?
Io non posso dirvi nulla. Lo conoscerete, e finalmente lo conoscerete di persona.
Giro però la domanda al mio alter-ego.
Rya? Buongiorno… Senti, qui mi chiedono di Niken… Hai qualcosa da dire su di lui?

[Rya] "No. Insomma, niente che possa farmi rischiare di sbilanciarmi. Però, una cosa posso dirla: è un uomo che gode di tutta la mia ammirazione. E non sono il tipo da concedere ammirazione a chiunque. In parte, le nostre storie sono simili: entrambi avevamo tutto e lo abbiamo perso. La differenza è che i guai io sono andata a cercarmeli; a lui sono piovuti addosso.
È un individuo che porta sulle spalle un pesante fardello, una sofferenza straziante. Ma che va avanti con grande forza d’animo, sorretto da profondi ideali di giustizia.
Questo è quello che ci differenzia: io vado avanti e prendo tutto quello che la vita mi offre -o mi toglie- e cerco di ruotarlo a mio favore; mio cognato Strevj mi definirebbe un’opportunista (ma anche lui lo è, quindi farebbe meglio a starsene zitto).
Niken no. Niken è dalla parte della ragione.
Costretto a fuggire per evitare la morte, la sua esistenza è un grande, eterno ritorno.
Vedete, non è importante tanto il fatto che la sua identità debba rimanere celata… Il fatto è: perché? Da cosa fugge?
Soprattutto: perché diavolo ritorna, sapendo che per lui questo potrebbe significare la morte?!
La risposta è: perché lui è Niken.
Non ho altro da dire.
Lui non me lo permetterebbe.
Non posso tradire in questo modo la sua fiducia. Nessuno di noi potrà mai farlo.
Quando lo conoscerete -perché lo conoscerete, lo guarderete negli occhi-, mi darete ragione."

LUOGHI
In Fracture avevamo le ombre e la frescura dei boschi.
In Sacrifice, la sporcizia e il fango dell'Idrethia dorata, condensati in quel luogo chiuso di muri e drappi arancioni che era il bordello della tenutaria Mama. Un luogo claustrofobico, rispetto all'ariosità della quale Rya, senza potersene rendere conto, aveva goduto nel primo volume.
Deception è un romanzo di passaggio, che dovrebbe svolgersi interamente in quello che da sempre è stato il mondo di Rya: la corte di Idrethia.
Le cose, però, sarebbero così semplici se solo Blodric Herrand, suo marito e sovrano, non fosse stato così stupido da farsi ammazzare nelle ultime pagine di Sacrifice.

Nemi e Niken, fianco a fianco, avevano affrontato il sovrano di Idrethia ed erano sopravvissuti. Avevano vinto. La faccenda era molto semplice, perché la morte è molto semplice. Il resto, è solo conseguenza.
Blodric Herrand non c’era più.
Io non ero più signora d’Idrethia.
Io non sarei mai stata regina.
Semplice.
[cit. DECEPTION]

Rya è in un limbo. È in Idrethia, sul suolo che dovrebbe vederla incoronata regina. Ma il suo sposo è morto. Non esiste un solo motivo perché debba rimanere a pieno titolo in quel Regno.


«Ascoltami bene: non puoi sperare di farla franca per due volte consecutive. Hai avuto la tua occasione con Blodric, ma è sfumata. Adesso, tocca ricominciare da capo. Mirare al trono è ormai impossibile. Il sovrano è fidanzato. C’è già una futura regina di Idrethia, e non sei tu.»
Sì, d'accordo. «Ma possiamo pur sempre cercare di farmi riammettere a corte!»
«Non hai motivo di risiedere a corte, mettitelo in testa! Non sei più niente per l'Idrethia.»
«Sono tua cugina!»
Si tirò indietro, lasciando la presa sulle mie guance, e incrociò le braccia al petto scuotendo il capo:
«Ininfluente.»
«Sono la sorella della regina di Temarin!»
«Esatto: di Temarin.»
«Sono la vedova di re Blodric Herrand!»
«Blodric appartiene al passato. E il nuovo re lo menziona addirittura a fatica.»
[cit. DECEPTION, da un dialogo tra Rya e Strevj]

E il nuovo re, colui che siede ora sul trono di Blodric, decide per Rya una nuova sistemazione:

Me ne andai così com'ero arrivata: in silenzio.
Destinazione, una dimora denominata Il Roseto e le Querce. Una delle residenze minori un tempo appartenute a famiglie di alto lignaggio che orbitavano attorno alla figura del padre di Blodric.
A prima vista, la mia nuova sistemazione non sembrò poi male. Era comunque un degno posto nel quale vivere, in attesa che fosse deciso il mio futuro. Era situata sulle colline a ovest, in mezzo a prati e boschetti a macchie. Carpini, tassi, tigli. E querce, naturalmente. Poco più in là, alcuni salici piangenti circondavano uno stagno nel quale galleggiavano ninfee e colonie di ranuncoli di palude. Tra i roveti nei pressi dell'acqua tranquilla fiorivano selvaggi gli arbusti di rosa pendolina, e i grandi e solitari fiori rossi brillavano come rubini tra le placide ombre.
Nulla da ridire sul paesaggio, per carità.
Poi, però, ci avvicinammo. E sentii le mie spalle incurvarsi.
Il fossato era pieno di erbacce, ortiche e gramigna, e intravidi anche qualche topo di troppo; l'edera aveva infestato quasi completamente uno dei muri perimetrali, scavando con le forti radici tra pietra e pietra, e, sul lato a nord, brillavano chiazze di muschio. Quando scesi dalla portantina, il piede mi affondò nel fango sul quale nessuno aveva sparso sabbia o segatura, figuriamoci un telo.
Mi voltai per prendere in braccio la bambina e colsi lo sguardo di Kit: desolato e incredulo.
«Il vostro… nuovo palazzo?» biascicò.
Gli uomini di Strevj che ci avevano scortate fin là fecero quadrato intorno a noi, accompagnandoci all'interno.

Palazzo? Le sue rovine, piuttosto.
Forse due anni e un nugolo di operai al lavoro giorno e notte avrebbero potuto renderlo un luogo abitabile. Forse.
Il piano superiore era in completo abbandono. In un locale che recava tracce di affreschi ormai perduti, trovai ammassata parte dei beni che avevano costituito la mia dote quando mi ero unita in matrimonio con Blodric: alcuni mobili coperti da drappi, gioielli, vasellame. Perfino un dipinto che risaliva al primo anno di matrimonio di Alsisia e Strevj: nostro padre al centro, in piedi. Al suo fianco, mia sorella e mio cugino. A destra, seduta su una bassa poltrona imbottita, io, di appena otto anni. Sulla parete alle nostre spalle, il ritratto della nostra povera mamma.
Bello. Ma cosa me ne facevo?
Negli altri ambienti, le assi dei pavimenti erano rialzate e scricchiolavano. Le pareti erano nude, le porte senza traccia di impiallacciatura. Qua e là, da qualche portafiaccola infisso nel muro, candele come peni flaccidi pendevano oltre il bordo lavorato. I lenzuoli lisi che riparavano l'arredamento tarlato erano grigi di polvere sedimentata.
Dietro un cassettone sentii lo squittire dei di topi. Mi facevano orrore da quando, all’osteria, avevo visto come avevano ridotto la mano del figlio di Aniska.
Diedi ordine che quelle stanze fossero chiuse e mai più aperte.
[cit. DECEPTION]

E quando, tramite una sorta di stratagemma -con il quale Rya tenterà il tutto e per tutto pur di sollevarsi dalla propria ormai misera condizione-, riuscirà ad essere riammessa a corte, si trova immersa nel mondo dorato del quale Blodric le aveva parlato.
La corte di Idrethia, però, non è tutta splendori.

Per le vaste stanze affrescate di Idrethia il nostro compito era solo quello di fingere spensieratezza.
Il sovrano ci teneva occupati notte e giorno con feste, canti, cacce, gite e musica. Le alte mura del castello rarefacevano la verità che strisciava solo a poca distanza da lì, che filtrava attraverso sussurri, riunioni clandestine frettolose e presto disciolte.
Noi gente di corte, benchè mostrassimo un'aria felice e leggera, vivevamo come lumache che tirino fuori dal guscio la testolina rugosa, subito pronte a rintanarsi nuovamente; il guscio delle chiocciole, però, è sottile. Basta un nonnulla perché qualcuno ci metta il piede sopra e lo distrugga.
Era questo che ci faceva capire il re, in mille modi diversi, suggerendoci da quale parte convenisse stare. Bastava un nonnulla e ci avrebbe schiacciati, tutti quanti, nessuno escluso -i nostri gusci, in frantumi; i nostri corpi, ridotti in poltiglia-.
La verità?
Il terrore si annidava in ogni angolo, anche se ognuno di noi faceva di tutto per negarne persino l'esistenza.
(…)
Guardandomi attorno, mi accorgevo di quanto la corte fosse una grande, strana famiglia nella quale tutti si professavano amici di tutti e, al contempo, temevano di ritrovarsi un pugnale tra le scapole. Ognuno cercava di rimanere a galla come meglio poteva, promuovendo se stesso e screditando gli altri. Per i corridoi, si ordivano tradimenti e congiure che puntualmente nessuno aveva il fegato di attuare.
Il sovrano faceva di tutto per distrarci, per occupare le nostre giornate e non lasciarci il tempo di passare dalle parole ai fatti. Ecco allora le continue feste fino a tarda notte, le colazioni all’aperto, le passeggiate. E noi, come povere galline alle quali presto avrebbero tirato il collo, lì a seguirlo e ringraziare per gli avanzi.
Ipocrisia ovunque.
E la mia famiglia, nell’ipocrisia, trovava il proprio ambiente naturale.
[cit. DECEPTION]

LCDL

BLITZ RELEASE e Recensione di White Shark di sagara Lux

Black Rose It's live


Cover White Shark

Titolo: White Shark
Autore: Sagara Lux
Serie: The darkest night #2
Genere: Dark-Romance
Data di pubblicazione: 23 Settembre 2017
Pagine: 220 (versione cartacea)

TRAMA

“Mai fidarsi di chi non puoi controllare.”

Abigail Leroy è la donna che tutte vorrebbero essere. È bella, possiede un’intelligenza brillante ed è capo di un vero e proprio impero economico. Non ha mai esitato a prendere le decisioni più critiche, nemmeno nei momenti più difficili.
Finchè non ha incontrato lui, Dmitry.
E il suo mondo è crollato.

Dmitry è un uomo dallo sguardo di ghiaccio e dal fascino oscuro. Nasconde molti segreti e ha un unico obiettivo: la vendetta. Pur di ottenerla è disposto a sacrificare qualsiasi cosa: i suoi uomini, la sua ricchezza, la sua integrità. Lei.

Nella notte più oscura si combatte la battaglia più antica.
Il cuore contro la ragione. Il sangue contro l’amore. La vita contro la morte.

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Recensione

Ho appena terminato White shark e sono ancora scossa, il libro rispetto al primo è più crudo, e anche per questo più reale, non è una presa in giro del dark atta solo a fare scalpore e a far incassare al "botteghino", è un libro duro come il contesto che narra e psicologicamente coerente.
Inizio con il dirvi che finisce ma che la storia deve ancora concludersi... Non è un clamoroso cliffanger ma promette ancora molto molto suspense.
Il libro presenta 4 Pov al presente ma questo non rallenta assolutamente la narrazione, le voci narranti raccontando al presente vi terranno incollati alle pagine, nonostante più volte mi abbia angosciata e inquietata non sono riuscita a distogliere l'attenzione dagli eventi.
Sagara è come un buon whisky, invecchiando diventa sempre più pregiata, volume dopo volume pensi "ma non può superarsi ancora"  e invece ogni volta che chiudo un suo libro rimango strabiliata dalla sua bravura. Io come sapete non amo particolarmente il dark ma quando so che pubblica un nuovo libro ne vengo attratta inevitabilmente.
Questo romanzo è una partita a scacchi, con eclatanti colpi di scena vi destabilizzerà.
È un libro che mi ha fatto riflettere, dopo un dibattito che feci con  una cara amica che parlando di un altro libro a tinte noir cercava di farmi capire che non è tutto bianco o nero, che per me c'è un grande confine fra il bene e il male, due confini per me indelebili, ma la mia vita, gli insegnamenti ricevuti mi portano a voler vedere il bene sopraffare il male. Ma se fossi nata in un altro contesto? Se mamma vita mi avesse messo davanti alla scelta live o death? Ecco, con questo non ho smesso di condannare o giustificare il male, né sperare che i cattivi riescano ad acquisire una coscienza e ad apportare su se stessi un cambiamento verso la redenzione, ma mi ha resa meno maestrina, più aperta all'ascolto.
Dmitri è il classico uomo nero che le nonne utilizzavano per farsi obbedire dai bambini, lui non fa il cattivo, lui è uno squalo, spolpa tutto, non ha coscienza, lui non vive, lui controlla, tutto se stesso e ciò che lo circonda, lui è un burattinaio ma è anche uno dei protagonisti della partita iniziata nel precedente volume.
Mi ha veramente colpito leggere il suo pov, crudo duro straziante, lui non ha mai conosciuto un ambiente diverso dal suo, dolore - controllo- sangue sono parte della sua vita; lui non è un uomo cattivo qualunque, lui è il "Vor" che tutti temono e seguono, da quando era bambino lui è stato plasmato per diventare White Shark, non ha avuto altra scelta, o meglio l'ha avuta uccidi o muori... Voi cosa scegliereste? Ecco questa domanda mi ha alquanto destabilizzata perché eticamente direi muoio ma poi finché non ci si ritrova in questi macabri ambienti non si può sapere, soprattutto in un età giovanissima in cui è facile piegare la volontà. Questo non mi ha fatto assolutamente amare questo uomo ma mi ha provare una pena infinita perché purtroppo queste cose accadono realmente.
Abigail è la maggiore delle sorelle Leroy e da anni ne è a capo anche se figurativamente è ancora il padre a tirarne le redini, è una donna algida, bella, intelligente ma soprattutto furba. Si piega ma solo quanto lei vuole piegarsi senza mai spezzarsi. Lei è un personaggio che sinceramente mi ha lasciata perplessa per le scelte che fa, o meglio non riuscivo a capire l'amore malato che prova per un mostro, perché lei è consapevole di chi è lui e di cosa è capace, si dice che non si può scegliere chi amare ma io mentre posso capire che se nasci in un contesto buio vieni iniziato all'oscurità, non riesco a capire come si può consapevolmente amare qualcosa di così nero. Lei però nonostante voglia odiarlo non può fare a meno di amarlo, nonostante lo ami però non smette di sfidarlo fra loro c'è in atto una partita particolarmente pericolosa.
Il libro tratta dei temi forti, nonostante non sia scritto in maniera macabra l'ambiente della mafia offre argomenti pesanti e non adatti a tutti, assolutamente non consigliato a un pubblico giovane e a chi è più delicato.
Una volta iniziato non vorrete più smettere, assicuratevi di iniziarlo quando avete tempo così non finirete come me a a cercare  di concludere il romanzo in piena notte!
Complimenti Sagara
Buona lettura

Fra
LCDL







“C'era un motivo se mi chiamavano “lo squalo”,
ed era perché una volta che avevo deciso che volevo qualcosa
non esisteva modo di farmi cambiare idea.
E ora volevo piegare lei.”

Questa storia è una partita a scacchi narrata con quattro pov alternati. Ogni personaggio agisce e reagisce tra segreti, vendette e le vicende si intersecano tra loro in maniera incalzante e scorrendo in binari paralleli.
Con Black Rose abbiamo conosciuto Sergej, un uomo glaciale e spaventoso, che non riesce a frenare il desiderio per Lilian. Protagonista di questo secondo capitolo è la sua sorella maggiore Abbie, una donna forte e bellissima che si ritrova a incrociare la strada di Dmitry “lo squalo” dagli occhi di ghiaccio; un uomo indegno, senza sentimenti, amorale e con l'unico obbiettivo di impossessarsi dell'impero del padre delle sorelle vittime del complotto.
Dmitry è famoso per la sua determinazione, come un predatore che, una volta azzannata la preda, non la lascia più andare.  Nonostante sia addestrato a non perdere il controllo, anche se per un piccolo istante, con Abbie rischia che accada. Sono due personaggi freddi e spietati a capo dei loro imperi che lottano tra odio e desiderio. Il romanzo è un braccio di ferro dove  nessuno dei due vuole cedere. Sergej e Lilian sono nell'occhio del ciclone, si sono ritrovati, vorrebbero amarsi ma il destino come sempre non bussa mai una volta, arriva di nuovo e distrugge nel modo più crudele.

“La verità era che l'amore uccideva, e nemmeno troppo lentamente”

Questo secondo volume è intenso, la narrazione è talmente scorrevole che brami di sapere sempre di più. Arrivi alla fine tra nuovi intrighi e verità, vorresti avere il terzo e ultimo volume per conoscere subito come si concluderanno le vicende.
Mangio i dark romance come il caffè al risveglio, mi complimento con Sagara che è la mia spacciatrice italiana di dark, dal primo suo che ho letto, posso dirvi che è cresciuta notevolmente e con il suo stile riesce a tenere il lettore con il fiato sospeso. Bravissima Sag non vedo l'ora di leggere l'ultimo capitolo di questa tormentata storia.

Chicca
LCDL



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LA SERIE DARKEST NIGHT


#1 Black Rose (23 luglio 2017)
#2 White Shark (23 settembre 2017)
#3 Green Snake (previsto 23 dicembre 2017)

L'AUTORE



Sagara Lux crede nelle seconde occasioni, benché la vita non gliene abbia mai concesse.
Non ama parlare di sé, ma ama scrivere e dare a vita a personaggi capaci di colpire stomaco e cuore insieme.
Se volete, potete trovarla qui.


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Recensione: Amore Carbonaro di Mila Orlando

Carissime lettrici oggi Elena vi parla di Amore Carbonaro di Mila Orlando, edito da Leggereditore. La nuova collana della leggereditore che associa amore e cucina, vediamo un pò di cosa parla questo romanzo.
Titolo: Amore Carbonaro
Autore: Mila Orlando
Editore: Leggereditore
Genere: Romance Contemporaneo
Pagine: 113
Costo: 2,99 € Ebook 9,90 € Cartaceo

Trama:
Anna Lorenzi è una donna dalle mille risorse, capace di destreggiarsi tra lavoro, impegni quotidiani e una figlia adolescente avuta troppo presto e dall’uomo sbagliato. Ma c’è una cosa che proprio non le riesce: cucinare. L’unico piatto che raccoglie consensi da parte dei suoi ospiti sono gli spaghetti alla carbonara, il cavallo di battaglia di Anna. Per questo motivo, come regalo di compleanno, sua figlia Claudia decide di iscriverla alle lezioni di cucina tenute da un famoso chef. Ma tra i compagni di corso Anna si ritrova Giacomo Landi, un collega che come lei ambisce a diventare direttore operativo della azienda per cui lavorano, la Star Event. Come per magia, in cucina i vecchi rancori sembrano messi da parte e i due provano addirittura a realizzare un progetto comune per l’acquisizione di un nuovo cliente. Ma a lungo andare le cose non proseguono per il verso giusto, la tensione tra Anna e Giacomo si riaccende e arriva inevitabile il momento per chiarire ogni malinteso oppure chiudere i rapporti per sempre... Un romance dal retrogusto pepato sullo sfondo della Città Eterna.

Chi è Mila Orlando?
Mila Orlando, 31 anni, vive a Napoli, ma prima di tornare nella sua amata città ha vissuto tra Roma e Milano per lavoro. Dopo la laurea e il master in Pubbliche relazioni, il marketing e i social network sono il suo pane quotidiano, le parole il suo rifugio notturno. Con Rizzoli ha pubblicato nella collana You Feel “Quando l'amore chiama” e “Quando l'amore arriva” e “Chiedimi se ti amo ancora”. E' uscito anche in self publishing “E' solo questione di magia” dopo la novella “Amarti ancora”.

Recensione:
Carissime Cercatrici oggi vi parlo di Amore carbonaro di Mila Orlando. Anche questa volta la Leggereditore ci stupisce presentandoci questa collana di romanzi che ci faranno innamorare a cottura molto lenta. Chef per Amore, una collana presentata dallo chef e conduttore di Cuochi e Fiamme, Simone Rugiati, e per allietare il vostro palato all'interno troverete anche una sua ricetta. In questa raccolta troviamo anche il libro in questione che tra un piatto e l'altro, litigi e incomprensioni ci faranno gustare questa dolce lettura. E come sappiamo nei film e nei libri riguardanti questo tema hanno fatto sempre scintille, che non mancheranno nemmeno qui. Amore e cucina, un connubio a parer mio perfetto! Ma andiamo a conoscere meglio i personaggi di questa storia e facciamoci trasportare nella meravigliosa Roma. 
Anna e Giacomo sono due organizzatori di eventi che presto si ritroveranno a essere, colleghi, rivali, amanti in competizione per la tanto agognata promozione. Sono tutti e due caratterizzati dal loro temperamento forte, combattivo, competitivo ma dentro di loro regna una solitudine disarmante. Giacomo è il classico playboy dai rapporti facili di una sola notte mentre Anna è una donna single, casa lavoro e mamma. Ma i loro rapporti tra un corso di cucina e da Satana in persona verranno ostacolati e messi a dura prova giornalmente. Si troveranno a combattere contro le loro più grandi paure e desideri per realizzarsi... Volevo fare i complimenti a Mila Orlandi che mi ha completamente conquistata con questo libro. La scrittura è molto semplice e divertente e il pov alternato mi ha fatto entrare ancora di più in contatto con i personaggi e i loro pensieri. Personalmente ho adorato Anna. Anna come Donna, come Mamma, come Persona. Si è sempre messa in secondo piano per aiutare gli altri a realizzarsi e non pensando mai egoisticamente a lei, rimanendo sempre forte nella sua fragilità. Mi e piaciuto il fatto che non si sia fatta annientare nel mondo del lavoro, che forse ancora oggi per una donna far carriera non è sempre facile. E soprattutto non è semplice farlo da mamma single riuscendo a mantenere un buon rapporto con la figlia adolescente. Se come me, amate l'Amore e la Cucina lasciatevi trasportare da questo romanzo breve. Giacomo, Anna e tutti i personaggi che li circondano vi faranno innamorare e vi faranno abbassare anche a voi le vostre barriere, perchè è vero, a volte i sogni possono avverarsi, basta crederci! A loro è bastato un piatto di carbonara, per mia esperienza personale è stata una pizza disastrosa, e a Voi, quale piatto vi ha fatto capitolare?! Io intanto visto l'ora e la fame vado a cucinare un bel piatto di carbonara perchè non riesco ancora a salutare tutti loro che mi hanno tenuta compagnia in queste ore.
Alla prossima lettura!

Elena
LCDL


    



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Sgnalazione uscita: Post sul Cup di Silvia Cossio

Vi segnaliamo l'uscita di questa raccolta di racconti più o meno divertenti direttamente dalla penna di Silvia Cossio.

Titolo: Post sul Cup
Autore:  Silvia Cossio
Editore: Self publishimg
Pagine:  68
Costo eBook: 1,25
Gratis in abbonamento K.U. 
Genere: Narrativa

Trama:
Il 7 novembre 2011 inizia la mia avventura al CUP. Ancora oggi non mi capacito della fortuna avuta. Avevo messo un’inserzione su un sito per la ricerca del lavoro ed ero stata contattata dall’agenzia che all’epoca si occupava delle assunzioni. Contratto di tre mesi, non molto, con poche prospettive dal momento che non era chiaro a chi dovesse andare l’appalto… Ad ogni modo, rinnovo dietro rinnovo, ricorso dopo ricorso, FINALMENTE arriva il tanto desiderato contratto a tempo indeterminato. Il lavoro è di quelli seri, avendo spesso a che fare con la malattia e la sofferenza, MA il mio carattere allegro, poco incline all’accettazione, ha saputo cogliere il lato divertente di ogni situazione. Alcune parti sembreranno barzellette, ma sono vere! Chiaramente nel libro non faccio nomi e non menziono l’ospedale. Ogni riferimento è puramente casuale, tuttavia se qualcuno si “ritrovasse” in qualche descrizione, si faccia un esame di coscienza… 
Estratto:
Paziente che si lamentava con la fisioterapista dei disservizi subiti a seguito di un intervento ortopedico.
Fisioterapista: “Ha provato ad andare all’URP?” (Ufficio Relazioni con il Pubblico)
Paziente: “No, io sono credente, ma non ci sono mai andato.”
Mi sa che aveva capito Lourdes… 

Chiamo al telefono un paziente, risponde una donna, forse la moglie.
Io: “Salve, sono… del Cup di…, trovo il signor…?
Signora: “No, non c’è.”
Io: “Posso parlare con lei?”
Signora: “No, guardi… non sono interessata…”
Io: :OChiarisco l’equivoco e ci facciamo una bella risata :D

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