Katherine Louise,

Segnalazione: Qualcuno come te di Katherine Louise

dicembre 21, 2017 Flinka 0 Comments

Oggi vi segnaliamo l'uscita di Qualcuno come te di Katherine Louise, II volume della The Heroes series

Titolo: Qualcuno come te
Autore: Katherine Louise
Genere: Contemporary Romance
Editore: Self
Data: 17 dicembre 2017
Costo: 1,49 cent
Trama
La sto punendo lo sto facendo da anni perché adesso mi vuole e quando la volevo io lei non mi ha fermato, non mi ha chiesto di restare – Elijah
Quinn era il passato, Hope era la sua sostituta, era quella che aveva lasciato l’Inghilterra per andare a vivere con una vecchia zia in America – Hope
Elijah Reed si è nascosto dietro un finto lavoro per molto tempo, per proteggere la sua famiglia, ma la verità è venuta fuori. Dopo aver salvato la vita a uno dei suoi migliori amici non ha più potuto mentire su chi è: un agente speciale della S.W.A.T. Il suo è un lavoro duro, dove gli occhi vedono molto e il cuore deve restarne fuori, dove il rischio di restarne coinvolti è troppo grande.
Hope sta per laurearsi. Vive in periferia, adora i suoi amici, ma verso uno di loro prova molto di più. Non sa come tutto sia andato in malora. Lei ed Elijah erano migliori amici un tempo, poi lui era partito per il militare e lei non aveva avuto il coraggio di chiedergli di rimanere. Non ha nessuno al mondo, se non loro e Julian, un ricordo in carne e ossa del suo passato. Purtroppo per lei, però, non è l’unico ricordo, qualcosa di oscuro sta per ritornare, chi era e da cosa è scappata torna con prepotenza per portare a termine un vecchio ordine.
Sentimenti, amore e passione si mischieranno, ma anche pericolo, dolore e passato. Riusciranno a superare i nuovi ostacoli che gli sbarreranno la strada? Faranno le scelte giuste o finirà tutto, per sempre?

Estratti
«Incasinare ogni cosa», mi sfiorò le labbra e con appena la punta della lingua ne disegnò i contorni, gemetti incapace di trattenermi. La sua erezione premeva in mezzo alle mie gambe. Lui voleva incasinare ogni cosa, come se fino a quel momento ci fosse stato qualcosa di chiaro. Glielo avrei lasciato fare, perché era proprio quello che volevo. Era un rischio, ma lo avrei corso. «Me lo lascerai fare? Non vuoi opporti? Non vuoi convincerti che è sbagliato?», chiese dandomi un’ultima possibilità. Risposi facendo l’unica cosa che potevo fare, lo baciai. Non appena le nostre labbra entrarono in contatto entrambi sussultammo, poteva qualcosa, essere così semplicemente perfetta? Le sue labbra erano morbide, adatte, si muovevano senza difficoltà con le mie. Quella bocca m’incendiò come niente e nessuno prima di quel momento. Non aveva intenzione di andarci piano, mi stava divorando. I nostri respiri divennero irregolari e il bisogno che sentivo in mezzo le gambe divenne quasi doloroso. Iniziai a dondolarmi su di lui, nel tentativo di trovare il sollievo che cercavo, un rantolo basso e sensuale gli uscì dal petto. Le sue mani erano fra i miei capelli, non mi lamentai quando li tirò regalandomi una sensazione più piacevole di quanto mi aspettassi.


«Non puoi stare qui. È un quartiere di merda e sappiamo che c’è qualcuno che ti tiene d’occhio, questo significa che non sei al sicuro. Verrai a stare da me e i ragazzi». Non era una domanda.
«No», dissi secca.
«Sì», rispose lui.
«Non verrò da te. Io ho il mio appartamento e non gli permetterò di togliermi la mia tranquillità», borbottai superandolo.
«Hope non fare la stupida», mi voltai furiosa.
«Non faccio la stupida», dissi sbattendo i piedi. «Io resto qui. Mi chiuderò dentro. Sono al sicuro».
«Secondo te quattro chiavistelli ti terranno al sicuro dai sicari?», urlò lui esasperato.
«Sì», risposi, anche se non ero per niente sincera. «Non me ne andrò. Questa è casa mia e finché la mia porta funzionerà io non mi muovo», dissi categorica. Strinse gli occhi e chiusi i pugni.
«Bene», ringhiò. «Se il problema è la porta si può risolvere», aggrottai la fronte.
«Bene», dissi ancora più confusa di prima. Non era arrendevole, non lo era mai e infatti spalancai la bocca scioccata quando lo vidi andare verso la porta e con un colpo secco che mi fece scappare un gridolino la staccò.
«La mia porta», mormorai scioccata.
«Non puoi stare in un posto in cui la porta è rotta», disse tranquillo.


«Questa sera ho baciato una tizia», chiusi gli occhi e cercai di assorbire il colpo. Se voleva ferirmi ci stava riuscendo alla grande. «Il fatto è che non me fregava niente», mi avvicinò a lui facendomi posare la fronte sulla sua. «Non aveva il tuo sapore. Nessuna lo ha», aprii gli occhi perdendomi nei suoi. «Scusa», biascicò.
«Ti stai scusando per aver baciato un’altra?», chiesi.
«Per quello e per altri mille motivi. Più o meno per ogni giorno da quando ci siamo conosciuti», alzai un sopracciglio e lui sorrise.
«Sei proprio ubriaco», lo presi in giro posando le mani sul suo petto per spingerlo giù, così da potergli togliere i jeans. Lui mi trascinò giù con lui e in qualche modo mi ritrovai sotto il suo corpo.
«In realtà mi sento molto meno ubriaco in questo momento», mormorò contro il mio orecchio. «Mi ecciti da morire, Hope». Porca miseria.


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