Recensione

Una di famiglia di Frida McFadden

novembre 28, 2025 Alessandra 0 Comments

Carissime lettrici oggi ci addentriamo nelle pagine di Una di famiglia di Frida McFadden, un thriller psicologico che gioca con le apparenze e ti tiene col fiato sospeso fino all’ultima pagina. Libro edito da Newton Compton Editori.

Titolo: Una di famiglia
Autrice: Frida McFadden
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Thriller psicologico
Trope: Domestic thriller, Secrets and lies, Twist ending, 
Psychological tension, Perfect family facade
Pagine: 320
Costo: E-book 3,90€, cartaceo rigido 9,90€, flessibile 3,90€ incluso in Kindle Unlimited
Data di pubblicazione: 30 Maggio 2023
Serie: The Housemaid
Una di famiglia #1
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Millie è in cerca di un lavoro per ricominciare una nuova vita. Pur non avendo referenze, riesce a farsi assumere come governante nella lussuosa villa dei Winchester. Non è esattamente il lavoro dei suoi sogni: polvere e cattivo odore invadono le stanze, e la padrona di casa, Nina, è una donna annoiata e instabile, che sembra godere nel vederla faticare dalla mattina alla sera. Però, quantomeno, Millie qui può fingere di essere un’altra e sentirsi al sicuro dalle ombre che la tormentano. Ma qualcosa non quadra in casa Winchester: la porta della sua stanza si chiude solo dall’esterno, e il giardiniere, Enzo, fa di tutto pur di metterla in guardia… ma da cosa, esattamente? Nonostante i presagi siano sempre più inquietanti, Millie deve resistere, non ha altra scelta. Quando conosce Andrew, l’affascinante marito di Nina, ha una ragione per restare e sentirsi al sicuro. Il passato non può raggiungerla. Ma Millie ancora non sa che i segreti della famiglia Winchester sono molto più pericolosi dei suoi…

Anche se le porte sono chiuse, lei vede tutto.


Sono rimasta con il cuore in gola dopo aver chiuso il libro Una di famiglia, un thriller che mi ha catturato pagina dopo pagina, suscitando emozioni contrastanti e riflessioni che non lasciano andare.
Millie, la protagonista, entra nella storia portando con sé un bagaglio pesante: è appena uscita dal carcere, un dettaglio che l’autrice ripete più volte. In certi momenti questa ripetizione pesa, sembra voler sottolineare troppo che il passato la perseguita. Eppure, quel retaggio è anche la linfa che alimenta la tensione: è ciò che fa vacillare la fiducia di Millie, che la rende vulnerabile, che la fa esitare proprio quando dovrebbe agire.

La scena della villa Winchester è magistrale come ambiente narrativo: una casa lussuosa con porte che si chiudono dall’esterno, stanze ricche di segreti, dettagli che sussurrano che nulla è come appare. Nina, la moglie di Andrew, è forse l’elemento che mi ha colpito di più: non la classica “padrona di casa antagonista”, ma un personaggio sfaccettato, che gioca con le luci e le ombre. Lei che sorride, che osserva, che mantiene il controllo ma sotto la pelle qualcosa di inquietante ribolle. Ogni sua parola, ogni suo gesto — perfino nella normalità — ha un peso.

Il giardiniere, Enzo, fin da subito appare come una figura sospesa tra l’ombra e la rivelazione. È quasi un guardiano silenzioso, una voce che avverte, che mette in guardia, che suggerisce che dietro il velo di cortesia e ricchezza c’è qualcosa di marcio. Non è un personaggio centrale fino in fondo, ma ha il pregio di tenere il lettore sempre un passo oltre il confine del dubbio.

La struttura della storia è ben congegnata: l’intreccio regge, le pieghe del mistero sono molteplici, e la curiosità non vacilla fino al finale. Eppure, anche qui, qualcosa lo ha reso meno memorabile di quanto potesse essere: alcune parti centrali, specie nei momenti in cui l’autrice insiste sul passato penitenziario di Millie, rallentano il ritmo invece che consolidare la suspense.

Il finale, che per me è stato in parte prevedibile, non è una delusione totale, perché l’autrice sa giocare bene con le aspettative. Sapevo dove stava andando, ma non come ci sarebbe arrivata, e questo è già un plus. La tensione si costruisce bene, ma forse manca quel “morso” finale che mi avrebbe fatto chiudere il libro sospirando, pienamente soddisfatta.

Alla fine, Una di famiglia è un thriller domestico che emoziona, che spaventa, che fa pensare. È perfetto per chi ama personaggi delineati, atmosfere cupe dietro la facciata borghese, segreti che emergono lentamente, come correnti sotterranee. Non è il vertice del genere, ma è un buon punto d’incontro tra intrigo, psicologia e mistero.

Se dovessi consigliare, lo farei a chi vuole leggere qualcosa che resta dopo aver chiuso il libro, non solo per il colpo di scena, ma per la “famiglia” che si scopre non essere quella che sembrava — famiglie spezzate, verità nascoste, maschere mai del tutto tolte.



Vostra Alessandra.




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