Recensione,
Recensione: Il filo che ci unisce di Robin Benway
Care lettrici, Rossella ci parla di Il filo che ci unisce di Robin Benway, edito da DeAgostini, pubblicato il 30 ottobre 2018.
Autore: Robin
Benway
Editore: DeAgostini
Genere: Narrativa
Young Adult
Data di
uscita: 30 ottobre 2018
Pagine: 352
Costo: 6.99
euro Ebook formato Kindle;
Cartaceo copertina rigida: 13.51
Trama:
Non
avere fratelli o sorelle non è poi tanto male. È così che l'ha sempre pensata
Grace, figlia adottiva di una famiglia benestante. Ma quando al secondo anno di
liceo capisce di essere incinta, Grace deve mettere in discussione tutte le sue
certezze. Dare in adozione la bambina che sta crescendo dentro di lei è la
scelta più difficile che abbia mai fatto, e all'improvviso sente il bisogno di
saperne di più. Sulla sua storia, sulla sua vera madre. Scopre così di non
essere affatto figlia unica. Come un uragano nella sua vita arrivano una
sorella e un fratello. Maya, che ha i capelli scuri in una casa dove tutti li
hanno rossi, che ha vissuto come un'aliena in un pianeta straniero, alla
ricerca di sé e di un luogo dove non sentirsi fuori posto. E Joaquin, che ha
passato tutta la vita in affido e ha imparato a difendersi dall'affetto degli
altri, con la consapevolezza che le promesse sono in realtà foglie trascinate
dal vento. "Il filo che ci unisce" è un romanzo che parla del
significato della famiglia - quella in cui nasci e quella che trovi - e
dell'amore vero, che va al di là del tempo, della distanza e dei legami di
sangue.
Chi è Robin Benway?
Robin
Benway vive a Los Angeles. I suoi romanzi sono stati pubblicati in sedici
lingue e i suoi libri sono diventati best seller in numerosi paesi. Il suo
ultimo romanzo, Il filo che ci unisce, ha vinto il prestigioso National Book
Award.
Recensione
Protagonisti
di questo libro sono Grace, Joaquin e Maya… tre fratelli dati in adozione dalla
propria mamma e cresciuti in famiglie diverse che, a un certo punto, per
decisione di Grace si incontrano e iniziano a conoscersi!
Dal
loro incontro e da varie cose che capitano nella loro vita prenderà piede nei
tre ragazzi la voglia di conoscere quello che c’è dietro al loro abbandono
perché, se è pur vero che si vive benissimo anche in una famiglia adottiva, è
vero anche che, a un certo punto, è lecito voler sapere di più sulle proprie
origini anche solo per mettere un mattoncino in quel posto vacante che c’è
nella propria identità per poi continuare a vivere con maggiore serenità . E
questo vale ancora di più quando nella propria vita accadono degli avvenimenti
che vanno a scardinare ogni certezza!
Ed
è proprio questo che capita ai tre protagonisti del libro: Grace si ritrova
incinta a 16 anni e si troverà a dover affrontare i sensi di colpa legati alla
sua decisione di dare in adozione la propria figlia; Maya avrà a che fare con
dei forti problemi familiari e Joaquin, dopo una vita passata saltando da una
famiglia affidataria all’altra, dovrà capire come fare ad amarsi per primo lui
stesso per poi poter accettare l’amore che gli altri provano per lui, in primis
la coppia a cui è affidato in quel momento e che sembra volergli più bene di
quello che lui pensa di meritare.
La
storia di Joaquin è quella che mi è rimasta di più nel cuore ed è quella che mi
ha fatto piangere più volte e sono sicura che sarà così anche per voi perché
lui si trova a vivere in America da bambino abbandonato e di origini
messicane… cosa non proprio semplice nell’America di oggi!
La
storia di Joaquin poi potrebbe essere tranquillamente la storia di tanti
bambini che si trovano nel sistema delle adozioni americano! Pur avendone
sentito parlare, non conosco bene il sistema delle adozioni/affidi americano ma
questo libro mi ha aiutata a capirlo un po’ di più ed è assurdo e doloroso
anche il solo immaginare quello che sono costretti a vivere alcuni bambini
sulla loro pelle.
A
far da corollario ai tre ragazzi, ci saranno tanti altri personaggi… alcuni più
simpatici altri meno, ma tutti funzionali alla storia perché in un libro che
parla di adozioni è giusto anche parlare di quello che provano le famiglie
adottive nel momento in cui il loro figlio chiede di conoscere la sua famiglia
biologica e, nel caso di Maya, la sua sorellina adottiva, che si sente
spodestata del suo ruolo quando Maya inizia a rapportarsi con i due fratelli
biologici.
Il
POV è alternato fra i tre fratelli e questo ci aiuta a conoscerli meglio e a entrare meglio nelle loro vite.
Quando
ho iniziato a leggere questo libro non pensavo che mi avrebbe toccata così nel
profondo! Non conoscevo l’autrice e mai ne avevo sentito parlare da altra gente
e per me è stato un po’ come buttarmi nel vuoto.
Il
filo che ci unisce è un libro che all’inizio fatica un po’ a carburare, un po’
come il rapporto tra i tre fratelli ritrovati, ma una volta entrati nel vivo
della storia diventa difficile sospendere la lettura e soprattutto non piangere
in alcuni momenti.
In
questo libro abbiamo infatti tre ragazzi, tre fratelli ma con tre vissuti
totalmente diversi e tre vite totalmente diverse, tre fratelli che dovranno
imparare a conoscersi, ad accettarsi, a perdonarsi e a perdonare gli adulti
che, in tempi e modi diversi, hanno incrociato le loro vite, ma soprattutto dovranno
imparare ad andare avanti e dovranno capire che tutti meritano di essere
felici!
Vi
consiglio veramente di leggerlo perché Il filo che ci unisce è un libro libero
da pregiudizi e che ci insegna a non soffermarci sulle cose per come appaiono
perché le cose non sempre sono come noi le immaginiamo! Ed è un libro che ci fa
entrare dentro ai sentimenti dei bambini senza famiglia o comunque abbandonati
e che, ad un certo punto, vivono le emozioni dell’adolescenza e il bisogno di
ricercare la propria identità e il proprio posto del mondo.
E
inoltre è un libro scritto veramente bene, è coinvolgente ed emozionante; i
personaggi creati dall'autrice sono ben delineati e credibili anche grazie alle
loro imperfezioni ed io spero, in futuro, di poter leggere altri suoi libri.
Rossella
*Ringraziamo la DeAgostini per la fornitura della copia Arc.
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