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Recensione: Il filo che ci unisce di Robin Benway

novembre 26, 2018 Flinka 0 Comments

Care lettrici, Rossella ci parla di Il filo che ci unisce di Robin Benway, edito da DeAgostini, pubblicato il 30 ottobre 2018.

Titolo: Il filo che ci unisce
Autore: Robin Benway
Editore: DeAgostini
Genere: Narrativa Young Adult
Data di uscita: 30 ottobre 2018
Pagine: 352
Costo: 6.99 euro Ebook formato Kindle; 
Cartaceo copertina rigida: 13.51

Trama:   
Non avere fratelli o sorelle non è poi tanto male. È così che l'ha sempre pensata Grace, figlia adottiva di una famiglia benestante. Ma quando al secondo anno di liceo capisce di essere incinta, Grace deve mettere in discussione tutte le sue certezze. Dare in adozione la bambina che sta crescendo dentro di lei è la scelta più difficile che abbia mai fatto, e all'improvviso sente il bisogno di saperne di più. Sulla sua storia, sulla sua vera madre. Scopre così di non essere affatto figlia unica. Come un uragano nella sua vita arrivano una sorella e un fratello. Maya, che ha i capelli scuri in una casa dove tutti li hanno rossi, che ha vissuto come un'aliena in un pianeta straniero, alla ricerca di sé e di un luogo dove non sentirsi fuori posto. E Joaquin, che ha passato tutta la vita in affido e ha imparato a difendersi dall'affetto degli altri, con la consapevolezza che le promesse sono in realtà foglie trascinate dal vento. "Il filo che ci unisce" è un romanzo che parla del significato della famiglia - quella in cui nasci e quella che trovi - e dell'amore vero, che va al di là del tempo, della distanza e dei legami di sangue.

Chi è Robin Benway?
Robin Benway vive a Los Angeles. I suoi romanzi sono stati pubblicati in sedici lingue e i suoi libri sono diventati best seller in numerosi paesi. Il suo ultimo romanzo, Il filo che ci unisce, ha vinto il prestigioso National Book Award.

Recensione
Protagonisti di questo libro sono Grace, Joaquin e Maya… tre fratelli dati in adozione dalla propria mamma e cresciuti in famiglie diverse che, a un certo punto, per decisione di Grace si incontrano e iniziano a conoscersi!
Dal loro incontro e da varie cose che capitano nella loro vita prenderà piede nei tre ragazzi la voglia di conoscere quello che c’è dietro al loro abbandono perché, se è pur vero che si vive benissimo anche in una famiglia adottiva, è vero anche che, a un certo punto, è lecito voler sapere di più sulle proprie origini anche solo per mettere un mattoncino in quel posto vacante che c’è nella propria identità per poi continuare a vivere con maggiore serenità. E questo vale ancora di più quando nella propria vita accadono degli avvenimenti che vanno a scardinare ogni certezza!
Ed è proprio questo che capita ai tre protagonisti del libro: Grace si ritrova incinta a 16 anni e si troverà a dover affrontare i sensi di colpa legati alla sua decisione di dare in adozione la propria figlia; Maya avrà a che fare con dei forti problemi familiari e Joaquin, dopo una vita passata saltando da una famiglia affidataria all’altra, dovrà capire come fare ad amarsi per primo lui stesso per poi poter accettare l’amore che gli altri provano per lui, in primis la coppia a cui è affidato in quel momento e che sembra volergli più bene di quello che lui pensa di meritare.
La storia di Joaquin è quella che mi è rimasta di più nel cuore ed è quella che mi ha fatto piangere più volte e sono sicura che sarà così anche per voi perché lui si trova a vivere in America da bambino abbandonato e di origini messicane… cosa non proprio semplice nell’America di oggi!
La storia di Joaquin poi potrebbe essere tranquillamente la storia di tanti bambini che si trovano nel sistema delle adozioni americano! Pur avendone sentito parlare, non conosco bene il sistema delle adozioni/affidi americano ma questo libro mi ha aiutata a capirlo un po’ di più ed è assurdo e doloroso anche il solo immaginare quello che sono costretti a vivere alcuni bambini sulla loro pelle.
A far da corollario ai tre ragazzi, ci saranno tanti altri personaggi… alcuni più simpatici altri meno, ma tutti funzionali alla storia perché in un libro che parla di adozioni è giusto anche parlare di quello che provano le famiglie adottive nel momento in cui il loro figlio chiede di conoscere la sua famiglia biologica e, nel caso di Maya, la sua sorellina adottiva, che si sente spodestata del suo ruolo quando Maya inizia a rapportarsi con i due fratelli biologici.
Il POV è alternato fra i tre fratelli e questo ci aiuta a conoscerli meglio e a entrare meglio nelle loro vite.
Quando ho iniziato a leggere questo libro non pensavo che mi avrebbe toccata così nel profondo! Non conoscevo l’autrice e mai ne avevo sentito parlare da altra gente e per me è stato un po’ come buttarmi nel vuoto.
Il filo che ci unisce è un libro che all’inizio fatica un po’ a carburare, un po’ come il rapporto tra i tre fratelli ritrovati, ma una volta entrati nel vivo della storia diventa difficile sospendere la lettura e soprattutto non piangere in alcuni momenti.
In questo libro abbiamo infatti tre ragazzi, tre fratelli ma con tre vissuti totalmente diversi e tre vite totalmente diverse, tre fratelli che dovranno imparare a conoscersi, ad accettarsi, a perdonarsi e a perdonare gli adulti che, in tempi e modi diversi, hanno incrociato le loro vite, ma soprattutto dovranno imparare ad andare avanti e dovranno capire che tutti meritano di essere felici!
Vi consiglio veramente di leggerlo perché Il filo che ci unisce è un libro libero da pregiudizi e che ci insegna a non soffermarci sulle cose per come appaiono perché le cose non sempre sono come noi le immaginiamo! Ed è un libro che ci fa entrare dentro ai sentimenti dei bambini senza famiglia o comunque abbandonati e che, ad un certo punto, vivono le emozioni dell’adolescenza e il bisogno di ricercare la propria identità e il proprio posto del mondo.
E inoltre è un libro scritto veramente bene, è coinvolgente ed emozionante; i personaggi creati dall'autrice sono ben delineati e credibili anche grazie alle loro imperfezioni ed io spero, in futuro, di poter leggere altri suoi libri.
Rossella


*Ringraziamo la DeAgostini per la fornitura della copia Arc.

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