Maria Claudia Sarritzu,

Recensione: Heartless di Maria Claudia Sarritzu

marzo 06, 2019 Flinka 0 Comments

“Heartless" 
Maria Claudia Sarritzu

Oggi vi parliamo di un nuovo romanzo uscito per la Triskell Edizioni Heartless di Maria Claudia Sarritzu.

Data di pubblicazione: 2 Marzo
Collana: Romance
Genere: Young Adult / Contemporaneo
ISBN ebook: 978-88-9312-478-2
ISBN cartaceo: 978-88-9312-479-9
Lunghezza: 278 pagine
Prezzo Ebook: 4,99
Prezzo cartaceo: 12,00

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Trama
“Gli Heartless Robot non hanno un cuore, ma vi tratteranno meglio di chi lo possiede. Sono la versione migliorata dell’uomo.”
È l’anno 3450 e il mondo è popolato anche da Robot uguali agli esseri umani, ma privi di cuore. Creati appositamente per aiutare le persone nell’affrontare e superare momenti difficili, sono completamente controllati da chi li possiede e programmati per non provare sentimenti umani.
Le cose si complicano quando Mary è costretta a tenere in casa uno di loro, su consiglio degli amici, per superare la fine di una relazione. Il robot, Luke, è curioso di conoscere il mondo e di capire come nascano le relazioni umane e come finiscano. Le sue infinite domande lo porteranno a essere ciò per cui non è stato programmato e, al tempo stesso, a far sì che Mary veda il mondo in modo più umano.
Ma cosa succede se un Robot si innamora? Cosa succede quando l’uomo perde il controllo della sua creazione? Quando ci si rende conto che la razionalità dei numeri e delle combinazioni matematiche non possono controllare la vita?
O si accettano i robot, o si distruggono.

Recensione:
Ho divorato il libro, ma sono giorni che sto pensando a cosa scrivere nella recensione perché il romanzo mi ha lasciato una sensazione ambivalente addosso. 
In primis forse mi sono fatta io un'idea errata del genere, essendoci scritto nella trama ambientato nel 3450 mi aspettavo di gustare il sapore di una città futuristica e ultra tecnologica, invece al di là dei robot così umanizzati non c'è altro che dà l'idea di questo futuro. Poi l'altro aspetto che non sono riuscita a digerire era la presenza di situazioni a tratti assurde che non riuscivo a collocare all'interno della storia e che per la maggior parte delle volte mi spezzavano situazioni a cui mi stavo appassionando.
E' l'alternarsi di queste scene/personaggi troppo fuori dalle righe con situazioni ad alto tasso riflessivo che non sono riuscita a far collimare nella mia testa. E' come se leggendo non capissi più se la storia doveva essere surreale e a tratti divertente, o seria e riflessiva.
Io ho apprezzato più la parte seria e riflessiva e patito parecchio di vederla ogni volta smorzata o completamente soffocata da queste scenette che a tratti sembrano proprio prive di logica. 
Ci ho provato anche a trovarcela e in alcuni casi credo di aver trovato la chiave di interpretazione ma non hanno smesso di sembrarmi troppe, eccessive e fastidiose in molti punti.
Detto ciò ho amato tantissimi altri aspetti del romanzo che mi hanno offerto molti spunti di riflessione, a partire proprio da un robot che a tutti gli effetti è una tabula rasa che deve essere programmata. L'autrice è stata brava a mostrarci la sua lenta scoperta del mondo, ma soprattutto la sua lenta scoperta dei sentimenti umani, quelli che mai un robot potrebbe arrivare a capire del tutto... e invece a un certo punto sembra quasi che la macchina sia riuscita meglio a cogliere l'incredibile semplicità delle tante piccole sfumature che ci sta dietro una grande e complessa emozione, come quella dell'amore. 
E poi proprio perché il robot non sa nulla ed è come una spugna si creano anche tanti spunti divertenti, che, a mio avviso, bastavano per dare quel tocco di divertimento alla trama.
Vi lascio con uno spunto che mi è molto piaciuto... scusate per la lunghezza...

«Io credo che l’amore, fondamentalmente, sia diventare due persone. Te stesso e chi ami. Insomma, possiamo vivere anche senza l’amore. Possiamo dormire comodamente in un letto a due piazze e svegliarci da soli al mattino, preparandoci la colazione che siamo sicuri ci piaccia e iniziare la nostra giornata. Possiamo ascoltare una canzone d’amore senza ricollegarla a nessuno, godendoci invece le sensazioni di chi la canta. Possiamo ascoltare una canzone da soli e renderla nostra. Possiamo guardare un film con una pizza davanti e ridere nei momenti divertenti, commuoverci verso la fine o magari odiarlo e fare altro nel mentre. Possiamo pensare al nostro bene, ai nostri sogni, a mettere prima noi stessi di qualsiasi altra persona, perché non ci sarà mai e poi mai nessuno che ci amerà quanto ci amiamo noi. Possiamo sdraiarci, a fine giornata, quando la luna è alta nel cielo, e addormentarci ripensando brevemente a ciò che ci è accaduto nelle ultime ventiquattro ore. Oppure possiamo condividere un letto a due piazze con qualcuno e svegliarci al suo fianco di prima mattina. Possiamo preparargli la colazione, scendendo a compromessi, perché magari non si condividono gli stessi gusti. Ma che ci importa, alla fine? Abbiamo qualcuno con il quale iniziare la giornata. Possiamo ascoltare una canzone d’amore e sorridere, amarla alla follia, perché ci fa pensare alla persona di cui siamo innamorati. Possiamo ascoltare una canzone e dire a quel qualcuno: “ehi, ho scoperto una canzone che mi piace tantissimo, ascoltala”. Avere qualcuno con cui condividere la musica. Guardare un film, stretti sul divano, due pizze davanti, ridere insieme, avere una spalla su cui piangere o poterla offrire, finire per parlare d’altro in caso il film fosse troppo noioso. Possiamo pensare al bene di chi amiamo, possiamo mettere la persona che amiamo prima di noi stessi, non perché non abbiamo capito nulla della vita e siamo così stupidi da non darci la priorità su tutto e tutti, ma perché amiamo così profondamente che prenderci cura di quella persona equivale a prenderci cura di noi stessi contemporaneamente. Addormentarsi stretti a qualcuno, dopo essersi raccontati la giornata vissuta, consci che il giorno dopo lui o lei sarà nello stesso posto in cui l’hai vista prima di chiudere gli occhi.»

Fabiana



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