Intervista

Cassandra Rocca

maggio 17, 2019 Virgy 0 Comments

Care Cercatrici eccoci a un altro appuntamento di Due chiacchiere fra noi, la scrittrice invitata oggi è Cassandra Rocca, autrice della serie Tutta colpa di New York, Tutta colpa di quel bacio e Ho voglia di innamorarmi, pubblicati da Newton Compton.
come la volta precedente virtualmente ci siamo sedute davanti a una buona e calda tazza di caffè con qualche pasticcino e l'abbiamo intervistata per voi, ponendole alcune domande, tra queste anche quelle di alcune lettrici.
Pronte a scoprire che cosa ci ha rivelato di sé e dei suoi libri?

1) Com'è nata la tua passione per la scrittura?

Carta e penna hanno sempre esercitato un fascino speciale in me. Oltre al classico diario segreto che mi permetteva di sfogare le mie emozioni, ero addirittura solita sceneggiare i giochi che poi proponevo a mia sorella. Al liceo ho iniziato a scrivere brevi novelle romantiche per le mie compagne di classe, e ci ho preso così gusto che ho deciso di provare a scrivere un romanzo intero. Da allora non mi sono più fermata.

2) Hai un altro sogno legato alla scrittura che vorresti realizzare?

Vedere la trasposizione cinematografica di un mio romanzo. Sarebbe meraviglioso.

3) Un genere che non scriveresti e perché.

L'erotico e l'horror. Sono gli unici due generi che non mi appassionano nemmeno come lettrice e, se una cosa non la senti tua, difficilmente risulterai convincente nel narrarla a terze persone. Una storia può essere scritta a regola d'arte, ma se è scritta senza sentimento risulterà sempre fredda.

4) Come ti sei trovata con la tua casa editrice? Torneresti a pubblicare in Self?

Lavorare con Newton Compton è stato sicuramente molto istruttivo, ho scoperto come funziona una casa editrice, quanti passaggi ci sono dietro la pubblicazione di un romanzo, ma soprattutto ho imparato a scrivere con un approccio più professionale. Prima buttavo giù storie solo per me stessa, senza soffermarmi troppo a pensare a cosa potesse realmente funzionare e cosa no. Ora scrivo sempre di pancia, in prima battuta, ma so a cosa fare attenzione in fase di revisione, dove intervenire per rendere il testo più fluido, e il mio stile è migliorato molto. Ma soprattutto è grazie a loro se adesso ho un “nome”, e di questo non potrò mai essere abbastanza grata.
Il self, per me, è stato solo un esperimento durato tre settimane; la mia ambizione è sempre stata quella di raggiungere gli scaffali delle librerie e, per il momento, questo è possibile solo con una casa editrice. Ma in futuro chissà, mai dire mai.

5) Il complimento più bello che una tua lettrice ti ha fatto?

Ne ricevo così tanti che mi è difficile estrapolarne solo uno. Sicuramente sono felice di sentirmi dire che ho regalato un sorriso in un periodo buio, perché questo è il mio scopo primario: intrattenere, far star bene chi legge un mio romanzo. C'è una frase ricorrente, però, che ha sempre il pregio di arrivare nel momento in cui ne sento maggiormente il bisogno, ed è “Non smettere mai di scrivere”.
Questo lavoro, visto da fuori, sembra meraviglioso, semplice e gratificante, ma non è sempre così. Ci sono momenti in cui la voglia di gettare la spugna si fa sentire forte e chiara, soprattutto quando la propria autostima non è ai massimi livelli, si è stanchi, un po' svuotati e la paura di non soddisfare le sempre più alte aspettative delle lettrici si fa pressante. Ecco, ogni volta che il pensiero di mollare mi sfiora, mi arriva un messaggio da parte di qualche lettrice entusiasta dopo aver letto uno dei miei libri, che conclude dicendo “Non smettere mai di scrivere e farci sognare”. E all'improvviso mi ricarico in un lampo.

6) Ultimamente ti sei aperta con il tuo pubblico e hai parlato dei tuoi romanzi, dei personaggi e di te. Cosa vorresti dire che non hai ancora detto?

Io sono una persona generalmente molto riservata, ma attraverso i miei romanzi mi racconto a trecentosessanta gradi. Se una parte di me non è ancora venuta fuori, significa che quel romanzo non è ancora stato scritto. E nemmeno io so in anticipo cosa di me ci sarà tra quelle pagine.

7) Tra dieci anni come ti vedi? Cassandra donna, e Cassandra scrittrice...

Non riesco mai ad avere una visione del mio futuro, guardo sempre il presente. Immagino che, come donna, non sarò molto diversa da ciò che sono adesso, spero di essere solo più felice. E come autrice... spero di avere ancora qualcosa da raccontare.

Cassandra ti ringraziamo infinitamente per aver accettato il nostro invito e per il tempo che ci hai dedicato, è stato bello conoscerti un pochino di più. Quando vorrai noi siamo qui pronte ad accoglierti per altre interviste o altro. Grazie.

Sabrina

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