Recensione

La città delle ragazze di Elizabeth Gilbert

ottobre 11, 2019 Virgy 0 Comments

Care cercatrici, oggi la nostra Ale ci parla di "La città delle ragazze" di Elizabeth Gilbert edito da Rizzoli.
Titolo: La città delle ragazze   
Autore: Elizabeth Gilbert
Editore: Rizzoli
Data d’uscita: 17 settembre 2019
Pagine: 496
eBook: 9,99€
Cartaceo: 17 €
Genere: Narrativa
Feste strepitose, attori seducenti, dive egocentriche e poi musica, risate, luci che si accendono. Vivian Morris ha novantacinque anni, ma se chiude gli occhi torna a essere la diciannovenne che dopo un fallimentare tentativo al college si è ritrovata a sbirciare dietro le quinte del vivace e sgangherato teatro gestito da sua zia Peg. L'anno è il 1940, la città New York, gli ambienti sono quelli del Lily Playhouse, un odeon pazzo dove le ragazze in cerca di fortuna si offrono al mondo, all'arte, agli uomini. Vivian inciampa in questo fiume in piena e ne è trascinata via, complice il fascino di Celia, soubrette dal corpo meraviglioso e con la voce cupa da gatta randagia. Mentre la ragazza scopre di avere un talento come costumista, zia peg la accoglie nel suo regno esploso, al centro della città più sognata e ai margini della sua ricchezza. Dove bisogna scrollarsi di dosso la provincia impressa nel passo e negli occhi. La città delle ragazze è la storia di un'educazione sentimentale gioiosa, la rappresentazione di un universo che non teme di mostrarsi famelico, rumoroso, fragile e mosso da un'inquietudine costante.
Questa è la storia di Vivian, una giovane e spregiudicata ragazza di buona famiglia. Quando ci viene presentata Vivian ha 19 anni e ha appena abbandonato il Vassar College, con sommo disappunto dei genitori. Viene così mandata in “esilio” a New York per vivere con l'eccentrica zia Peg, che possiede un teatro, e proprio nella grande mela hanno inizio le sue avventure. Il libro ci racconta la sua storia fino alla vecchiaia.
Vivian è uno di quei personaggi che potresti ascoltare per ore perché è energica, impertinente, libera e ha vissuto una vita che vale la pena raccontare.

"Prometto che farò del mio meglio in queste pagine per non ripetere all'infinito su quanto tutto fosse meglio ai miei tempi. Ho sempre odiato sentire le persone che si lamentavano in questo modo quando ero giovane. (A nessuno importa della tua età dell'oro!) E voglio assicurarti: sono consapevole che molte cose non erano migliori negli anni Quaranta. Non c’erano i deodoranti ascellari, e l'aria condizionata erano dolorosamente inadeguata, ad esempio, quindi tutti puzzavano da matti, soprattutto in estate, e poi c’era anche Hitler ".

Il libro ha un inizio scoppiettante, Vivian, con la sua irruenza e la voglia di provare nuove esperienze è un personaggio che coinvolge da subito. Il suo atteggiamento mi è risultato, a tratti, come sorta di promemoria di "la vita è breve" e non dovremmo dimenticare di viverla finché possiamo.
La Gilbert regala ai suoi personaggi una caratterizzazione intensa e vibrante. Così sia i personaggi principali che i secondari sono tutti diversi l'uno dall'altro, tutti imperfetti, ma sorprendenti. Conosciamo allora Peg, zio Billy, Edna e molti altri in una sfilata di persone interessanti che l’autrice ci permette di conoscere a fondo. Pagina dopo pagina, era come assistere a una sfilata persone che sembravano esattamente davanti ai miei occhi.
La scrittura della Gilbert è così vibrante che riesce a confondere il confine tra realtà e finzione, tanto da lasciare immaginare che tra una storia e l’altra qualche fatto sia davvero accaduto.

"Ero lunga e alta, ecco tutto quello che c'è da dire. E magari penserai che stia per raccontarti la storia di un brutto anatroccolo che va in città e scopre di essere carina, dopotutto. No, non preoccuparti, non è quel genere di storia. Sono sempre stato carina, Angela. Inoltre, l'ho sempre saputo."

Un'altra cosa che mi ha affascinato da subito è stato il periodo storico in cui l’autrice ha ambientato la storia, gli anni '40. Non era un periodo facile, erano gli anni della guerra. E ancora una volta, mi sentivo come trasportata nella New York di quegli anni. La quantità di dettagli che la Gilbert ha speso nelle sue descrizioni ha reso tutto reale. Il modo in cui ha descritto gli abiti, la società, i teatri, gli effetti della guerra sulle persone, è stato semplicemente impressionante.

Volevo che Vivian fosse un'amica per poter prendere un caffè con lei, mente la sentivo raccontare il suo passato. È stato anche affascinante vederla invecchiare e diventare più matura. Ma, in qualsiasi parte della sua vita, non ha mai mancato di essere interessante. Ho evidenziato molti dei suoi commenti durante la lettura.

Se dovessi trovare una pecca di questo libro sarebbe, probabilmente, nel dilungarsi di alcune situazioni che spezzano il ritmo della storia. Ma non ha minimamente diminuito la piacevolezza della lettura.

Alessandra A.

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