Recensione

Hamartìa di Rossana Soldano

novembre 14, 2025 Alessandra 0 Comments


 Ragazze, oggi vi parlo di Hamartìa, di Rossana Soldano, un romanzo che mi ha letteralmente scosso l’anima. Preparatavi a un viaggio pieno di emozioni, lacrime, batticuore e qualche sorriso tra le righe. Un libro che colpisce dritto al cuore… e non lascia scampo, nemmeno alle più forti! Questo libro è edito da Mondadori. 
Titolo: Hamartìa
Autrice: Rossana Soldano
Editore: Mondadori
Genere: Historical Romance
Trope: Romanzo LGBTQ+, Enemies to Lovers, Forbidden Love, Self-Discovery,
 Identity, Fish Out of Water, Societal, Cultural Conflict, Found Family
Pagine: 396
Costo: E-book 11,99€, cartaceo 22,00€ non incluso con Kindle Unlimited
Data di pubblicazione: 11 Febbraio 2025
Link order: bit.ly/4okoCCh
Roma, 1967. In un caldo pomeriggio di giugno Lucas, giovane americano in cerca di un alloggio provvisorio, suona all'appartamento di via del Pellegrino trovato tramite un annuncio. Dentro sente qualcuno che canta un pezzo dei Beatles con una pronuncia terribile. Quella canzone è Lucy in the Sky with Diamonds. Subito gli è chiaro che in quella casa, inscritta nella cornice perfetta dell'Arco degli Acetari, non parlerà mai la sua lingua: Cristiano, l'esuberante proprietario, ha un accento marcatamente romanesco, ma questa non è la sua unica caratteristica. Cristiano vive liberamente la sua omosessualità ed è maledettamente attraente. Nonostante appartengano a due mondi lontanissimi, i due iniziano una relazione molto intima che investe in pieno le loro vite. Entrambi infatti hanno alle spalle un passato col quale devono fare i conti ogni giorno: Cristiano è alle prese con una famiglia che non appoggia le sue scelte; Lucas, invece, con una scelta che contrasta col suo desiderio. In una Roma all'alba di profondi cambiamenti culturali e sociali, segnata dagli episodi di Valle Giulia, tra personaggi eccentrici, Lucas scoprirà cosa significa avere degli amici e una famiglia, e dovrà decidere a quale amore restare fedele.

Un romanzo che non si legge soltanto, si attraversa.

Ci sono romanzi che accarezzano l’anima, e poi ci sono quelli che la scuotono. Che ci entrano dentro in punta di piedi, con dolcezza, e poi restano lì, a fare rumore anche dopo l’ultima pagina.

Hamartía è tutto questo: intimo, intenso, poetico, coraggioso.

Rossana Soldano ha avuto l’audacia, rara e preziosa, di scegliere un punto di vista scomodo, fragile, profondamente umano: quello di Lucas, protagonista e voce narrante di questo romanzo ambientato nella Roma di fine anni Sessanta. Un’epoca di transizione, di lotte interiori e sociali, di trasformazioni silenziose e urla soffocate. Un periodo storico che l’autrice non si limita a ricostruire, ma fa rivivere, attraverso dettagli, atmosfera, odori, silenzi e dialoghi che sanno di verità.

Lucas è un personaggio conflittuale, contraddittorio, struggente, eppure mai respingente. La sua voce è un flusso interiore che oscilla tra malinconia e lucidità, paura e desiderio, razionalità e istinto. La sua prospettiva, così intima e tormentata, non è facile da accogliere. Non perché manchi di bellezza o intensità, ma perché ci costringe a fare i conti con ciò che di solito teniamo nascosto: le nostre ombre, le parti fragili, le ambiguità che la società ci insegna a negare.

Ed è proprio questo il coraggio di Hamartía: scegliere il lato più umano, quello imperfetto, quello che sbaglia, che inciampa, che si fa domande scomode.

È un romanzo che non ha paura di rallentare. Si prende il suo tempo — con rispetto, con cura — per far evolvere ogni dinamica, per permettere ai personaggi di respirare. In un’epoca narrativa che spesso punta tutto sul ritmo e sull’azione, Rossana Soldano ci restituisce la bellezza dell’attesa, della costruzione lenta ma profonda dei legami. Lucas e Cristiano non si incontrano: si scoprono. E nel farlo, scoprono se stessi.

Il loro rapporto è la spina dorsale del romanzo, ed è tutto fuorché semplice. È fatto di tensione, attrazione trattenuta, di silenzi pesanti e gesti che valgono più di mille parole. Eppure, c’è una delicatezza rara nel modo in cui l’autrice descrive questa passione: sensuale e intensa, ma mai esplicita, mai gridata. C’è desiderio, sì, ma filtrato attraverso la psiche e l’anima dei protagonisti, più che attraverso la loro fisicità. E questo, oggi, è un atto di finezza narrativa che merita di essere sottolineato.

Accanto ai due protagonisti troviamo un coro di personaggi secondari ricchi di sfumature, mai sacrificati a comparse. Ognuno ha una voce, un carattere, una funzione narrativa e simbolica. Ognuno di loro porta dentro il peso del proprio tempo, dei propri limiti, delle proprie scelte. Ed è impossibile non amarli, anche quando sbagliano, anche quando fanno male. Perché sono vivi, tridimensionali, umani fino all’osso.

Un altro protagonista silenzioso, ma potentissimo, è la Roma di quegli anni: maestosa, decadente, quasi mitologica. Non è solo uno sfondo, ma una presenza viva che accompagna la narrazione. Si insinua tra i vicoli, nei tramonti sul Tevere, negli angoli nascosti lontani dal turismo di massa. È una città che, come i protagonisti, sta cercando se stessa, sospesa tra bellezza e rovina.

La scrittura di Rossana Soldano è di una bellezza disarmante. Elegante, poetica, ma mai pretenziosa. Riesce ad essere emozionante senza diventare mai retorica. Ogni parola è scelta con cura, ogni frase sembra suonare come una nota precisa in una melodia malinconica e profonda. Ci sono pagine che sembrano poesia, e altre che trafiggono come lame affilate. Ma in tutte, si sente la verità del sentire umano. E poi c’è quel titolo: Hamartía, la “colpa tragica”, l’errore fatale, la frattura che cambia il corso della vita. Ma qui, l’hamartía non è una colpa da espiare. È una ferita da attraversare, un invito a guardare in faccia le proprie debolezze e accettarle. A non negarsi l’amore, anche quando non segue le strade convenzionali. A non respingere la luce, solo perché si ha paura del proprio buio.

Hamartía è un romanzo che non si dimentica. Non è un libro da leggere con leggerezza, ma uno da portare con sé, da sentire dentro, da lasciar decantare.

È coraggioso, delicato, destabilizzante e profondamente umano. È il tipo di libro che ti fa crescere mentre lo leggi. Che ti spinge a guardarti dentro, a chiederti chi sei, cosa desideri davvero, e cosa sei disposto a perdere o a rischiare pur di essere te stesso.

Non capita spesso di imbattersi in storie così autentiche, scritte con l’anima e non solo con la penna.

Rossana Soldano ha donato al lettore un romanzo potente e necessario.

Un romanzo che, senza urlare, riesce a dire tutto.



Vostra Alessandra.








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