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Recensione: A un metro da te di Rachael Lippincott

Carissime, oggi vi parlo del romanzo young adult A un metro da te di Rachel Lippincott edito da MondadoriIl romanzo è stato scritto a partire dal film che uscirà in tutte le sale il 21 marzo per sensibilizzare le persone a questa terribile malattia genetica ereditaria, la fibrosi cistica, di cui ancora oggi si curano semplicemente i sintomi e si fa prevenzione sulle possibili complicazioni.

Titolo: A un metro da te
Autore: Rachael Lippincott
Editore: Mondadori
Genere: YA
Pagine: 240
Costo: 8,89€ / 17€
Data d'uscita: 5 marzo
Trama: 
Come puoi amare qualcuno che non puoi nemmeno sfiorare?
A Stella piace avere il controllo su tutto, il che è piuttosto ironico, visto che da quando è bambina è costretta a entrare e uscire dall'ospedale per colpa dei suoi polmoni totalmente fuori controllo. Lei però è determinata a tenere testa alla sua malattia, il che significa stare rigorosamente alla larga da chiunque o qualunque cosa possa passarle un'infezione e vanificare così la possibilità di un trapianto di polmoni. Una sola regola tra lei e il mondo: mantenere la "distanza di sicurezza". Nessuna eccezione. L'unica cosa che Will vorrebbe poter controllare è la possibilità di uscire una volta per tutte dalla gabbia in cui è costretto praticamente da sempre. Non potrebbe essere meno interessato a curarsi o a provare la più recente e innovativa terapia sperimentale. L'importante, per lui, è che presto compirà diciotto anni e a quel punto nessuno potrà più impedirgli di voltare le spalle a quella vita vuota e non vissuta, un viaggio estenuante da una città all'altra, da un ospedale all'altro, e di andare finalmente a conoscerlo, il mondo.
Will è esattamente tutto ciò da cui Stella dovrebbe stare alla larga. Se solo lui le si avvicinasse troppo, infatti, lei potrebbe veder sfumare la possibilità di ricevere dei polmoni nuovi. Anzi, potrebbero rischiare la vita entrambi. L'unica soluzione per non correre rischi sarebbe rispettare la regola e stare lontani, troppo lontani, uno dall'altra. Però, più imparano a conoscersi, più quella "distanza di sicurezza" inizia ad assomigliare a "una punizione", che nessuno dei due si è meritato. Dopo tutto, che cosa mai potrebbe accadere se, per una volta, fossero loro a rubare qualcosa alla malattia, anche solo un po' dello spazio che questa ha sottratto alle loro vite? Sarebbe davvero così pericoloso fare un passo l'uno verso l'altra se questo significasse impedire ai loro cuori di spezzarsi?



Recensione:

Se proprio devo morire, prima vorrei vivere.

Molto probabilmente ho un istinto masochistico molto forte che spinge a leggere anche questi libri in cui si parla di malattie gravi, dove già si sa che il destino non sarà roseo. Quando leggo voglio evadere ma al tempo stesso voglio leggere di cose vere, voglio vedere come l'amore possa affacciarsi in questi mondi pieni di dolore, perché l'amore con la sua forza dirompente è come un fiore che può attecchire persino nel deserto.
Mi tuffo fra questi libri sapendo che probabilmente piangerò mille lacrime, ma al tempo stesso rifletterò su quanto sia importante saper vivere.
E questo è quello che c'è in questo romanzo l'amore e come dover vivere questa vita. Perché Stella e Will affrontano la malattia e la vita in modo totalmente diverso. Uno aspetta la maggiore età per fuggire e vivere libero gli ultimi istanti che gli restano. L'altro si aggrappa con le unghie e con i denti agli ultimi goccioli di vita sperando di allungarli, ma non per sé, ma per farne dono alla sua famiglia.
Uno si ribella alle cure, l'altro segue alla lettera tutte le procedure. Uno non capisce l'accanimento della famiglia, l'altro vive solo per non dare altre preoccupazioni.
Sarà l'amore a gettare un ponte fra due mondi che in un mondo o nell'altro sono imperfetti e sbagliati perché lentamente entrambi scopriranno che non stanno veramente vivendo questi ultimi istanti assaporandoli fino in fondo.

Che io muoia adesso o fra dieci anni, i miei saranno distrutti. E io non ho fatto altro che rovinarmi la vita pensando solo a guadagnare qualche respiro.

E' un libro doloroso, l'autrice non ci risparmia le procedure mediche, non ci risparmia su quel senso di impotenza e di solitudine che vivono queste persone dentro questi ospedali, dove devono stare lontani dagli altri malati di fibrosi cistica perché potrebbero causare la morte dell'altro contagiando qualche infezione respiratoria. Colpisce sulla pelle questo amore che nasce da lontano da piccoli gesti, si nutre di sguardi nell'impotenza di potersi sfiorare o semplicemente respirare a vicenda. Quando l'amore chiede vicinanza e fondersi l'uno nell'altro mentre invece la malattia richiede la distanza, qualcosa che sembra inconcepibile con l'amore, eppure riesce a trovare una via e a fornire una spinta.

Fabiana