Visualizzazione post con etichetta fiction-tv. Mostra tutti i post

Fuori stagione: Squadra Antimafia- 4 serie


Chi non ha mai letto "Non urlare che mi rovini il prezzemolo!"? Sicuramente ne avrete tutti una copia a casa.
Poco più di un centinaio di pagine di  poesie scanzonate di Mirandola Vasco, poeta e scrittore, il cui nome, mix tra Pico della Mirandola e Vasco Rossi, suona buffo come gli originali suoi lavori.
L'essere originali, del resto, non significa essere fuori stagione, fuori dal coro, fuori dagli schemi?.
Fuori stagione, che dà il titolo a questa mia rubrica, è,  appunto, tra le tante poesie ironiche e provocatorie di questo incompreso artista dalla penna nervosa.
Questo spazio ci servirà per condividere le nostre idee su quanto ci circonda, senza "urlare"  perchè, per citare ancora Vasco, Noi siamo quelli che se non abbiamo più niente da dire, stiamo zitti lo stesso.



Fuori stagione: Squadra Antimafia

 
 

Eravamo abituati alle schermaglie del commissario Claudia Mares, eroina troppo eroina dei nostri tempi, che si destreggiava tra arresti e amicizie mafiose, ma forse per gli spettatori è stato un po’ troppo vedere la numero uno della Mafia  palermitana, la più ricercata, la detentrice di tante verità nascoste nella  famosa “lista” il cui nome Rosy Abbate suona di per sé già come una minaccia, innamorarsi del bel capitano Calcaterra.
Chiusura di una quarta stagione in sospeso, che ha lasciato tutti con l’amaro in bocca.
Chi non ha spento il televisore con un sprizzo di deludente alterigia per un finale che non si può chiamare finale?
La squadra antimafia, la Duomo, è sulle tracce del suo capitano, l’affascinante e timido Marco Bocci, tenuto prigioniero da Nerone, mercenario della bella quanto perfida Ilaria Abbate, cugina acerrima di Rosy, che dopo il matrimonio con uno dei Mezzanotte, pericolosa famiglia di boss, desidera vendicare la morte del padre.
Calcaterra è rinchiuso sotto terra, in un acquedotto nel quale  Ã¨ stato introdotto gas nervino.
La sua vita è stata cronometrata: 100 minuti dopodiché non avrà più scampo.
100 minuti è la durata della puntata, giocare sul tempo è stato utile allo spettatore per capire quando era ora di andare finalmente a letto.
E passiamo al capitano. Calcaterra, in questa serie, gioca un ruolo centrale.
Dopo la morte della Mares, il suo capitano e la sua compagnia, il bell’attore dimostra di avere polso e di riuscire a gestire la squadra anche senza i suggerimenti della donna.
Il personaggio, liberatosi dalla personalità forte di Claudia interpretata da una Simona Cavallari incinta sul set e nella vita, acquisisce maggiore sicurezza, sfidando perfino i magistrati e il resto della polizia.
Si allea con la latitante Rosy Abbate. Entrambi cercano gli assassini di Claudia.
E se è plausibile che un uomo cerchi chi ha ucciso la donna che amava e il figlio che portava in grembo, non domandatemi come sia possibile, invece, che una boss della malavita come Rosy, interpretata da una straordinaria e folle Giulia Michelini, possa diventare la migliore amica di un commissario della polizia.
I due trascorrono molto tempo insieme. La delusione di non riuscire nell’impresa e il sospetto di un tradimento di Claudia, tanto da credere di non essere il padre del bambino, spinge Calcaterra dritto dritto nelle braccia di una sanguigna e premurosa Rosy.
Si contano più colpi di pistola che colpi di scena.
Tutto ruota intorno ad una vendetta.
Ilaria desidera  la morte di tutta la sua famiglia, al punto da uccidere perfino il fratello.
De Silva, lo stregone, l’assassino, il  mafioso privo di alcuna moralità nelle serie precedenti, adesso è un uomo pentito. Ha progettato la distruzione della mafia a Palermo.
Rosy Abbate, la regina di Palermo, ha sempre qualche nemico, resta sempre coinvolta in qualche sparatoria a colpi di mitragliatrice, eppure ne esce sempre illesa, neppure un graffio, nemmeno Spiderman ne sarebbe capace.
Le si scompigliano soltanto i capelli lunghi e mossi,  rendendola ancora più spavalda e sexy.

Troppo sangue, molti morti, poche soluzioni, ed è forse proprio per questo che piace tanto questa fiction.
Nella vita non sempre ci sono soluzioni a tutti i problemi e non sempre c’è un finale, bello o brutto che sia, che metta fine alla nostra curiosità o angoscia.
Finale crudele come l’ultimo sguardo di una Rosy che a sangue freddo continua ad uccidere.

Rosaria