Adele Vieri Castellano,

Recensione: Il leone di Roma di Adele Vieri Castellano

ottobre 10, 2017 Virgy 1 Comments

Carissime lettrici vi parliamo di Il leone di Roma di Adele Vieri Castellano, edito da Amazon Publishing... Abbiamo ben due recensioni su questo romanzo, fatte da Claudia e da Elena. Vediamo  cosa ne pensano le nostre fanciulle  di questo romanzo storico ambientato ai tempi dei Romani.


Titolo: Il leone di Roma
Autore: Adele Vieri Castellano
Editore: Amazon Publishing
Genere: Storico
Pagine: 501
Costo: 3.99 (ebook); 9,99 (cartacea)
Gratis in abbonamento K.U.

Trama:
Roma, 50 d. C. Massimo Velerio Messalla è nobile di nascita, colto per educazione e guerriero per scelta, ma la sua libertà sta per finire: il padre gli impone di sposarsi, per garantire una discendenza alla stirpe dei Valeri. 
Ottavia Lenate è una giovane inquieta e curiosa, appassionata di scienza e astronomia, che desidera la conoscenza, non un marito, specie non un ruvido e affascinante come Messalla, l'uomo a cui scopre di essere destinata.
Massimo e Ottavia così forzati in un'unione decisa da altri, finchè il Fato non li porterà ad Alessandria d'Egitto. In quella terra arida, sterile come l'anima di Messalla e ricca di tesori nascosti come lo spirito di Ottavia, una terribile minaccia in arrivo del passato metterà a rischio tutto ciò che Massimo, il leone di Roma, ama e vuole proteggere.

Chi è Adele Vieri Castellano?
è nata a metà degli anni Sessanta e, dopo un lungo periodo in Francia, è tornata a Milano, dove ora vive con tre gatti e un computer portatile. E' sempre molto impegnata tra editing, traduzioni e romanzi, ma riesce a trovare il tempo per le amiche, perché senza di loro il suo sogno non si sarebbe mai realizzato. Per Leggereditore ha pubblicato Roma 40 d.C. Destino d'amore, Roma 39 d.C. Cuore Nemico, Il gioco dell'inganno e Il canto del deserto. Sono seguiti Roma 46 d.C. Vendetta, La tormenta, La legge del lupo e altre storie, La musica del cuore (AVC Historiae) e Implacabile e NutriMenti (Emma Books).

Recensione: 
Il leone di Roma è un romanzo storico incredibile. Scrivere una recensione su un libro di Adele Vieri Castellano per me è molto difficile perchè ho letto tutti i suoi libri e li ho amati. Ciononostante cercherò di essere oggettiva.
Il leone di Roma è un romanzo che sebbene sia storico non da mai quella sensazione di estraniamento che potrebbe dare una lettura ambientata molti secoli fa. Anzi, accade tutto il contrario. Le strade di Roma e quelle d'Alessandria sono cosi vere e brulicanti di vita che sembrano esistere ancora. Le descrizioni dei luoghi, degli usi e costumi del tempo non sembrano mai didattici, nonostante l'inserimento di concetti latini, ma soltanto mezzi attraverso cui il libro acquisisce nuova dimensione e interesse. Alla bellezza dell'epoca, solitamente poco trattata per un romance storico, si aggiungono dei personaggi accattivanti: Massimo e Ottavia.
Massimo è un soldato, un uomo rude e ferito fuori, intellettuale e acuto dentro. Massimo mi ha catturato subito nella sua rete con la sua dedizione alla patria e ai compagni d'arme. Il nostro coraggioso condottiero nasconde un cuore ferito che lo porterà a concentrarsi maggiormente sulla parte razionale della vita, piuttosto che sui sentimenti. Nel corso del libro verranno fuori diversi lati del carattere di Massimo: da quelli più pungenti a quelli dolci. Proprio a lui è dedicato il prologo scritto in prima persona che da modo di avvicinare il lettore al personaggio e di comprendere le sue scelte passate e quelle che compirà in seguito.
Accanto a Massimo c'è Ottavia, personaggio che ho particolarmente apprezzato. Finalmente la protagonista non seduce con la sua incredibile bellezza, sebbene proprio brutta non sia, ma con il suo sguardo acuto e la sua intelligenza. Avere un cervello e una rapidità di pensiero per una donna in quell'epoca non era di certo un vantaggio. Ottavia non aspira al matrimonio o alla maternità, ma il suo più grande desiderio è la conoscenza. Ottavia è una giovane donna di diciassette anni, dotata di saggezza e di una curiosità senza limite, che la porterà spesso a mettersi nei guai. Nonostante la grande conoscenza si avverte in Ottavia, come è giusto che sia, quella timidezza e innocenza tipica della sua giovane età. Questi aspetti un po' contraddittori non hanno fatto altro che aumentare la mia simpatia nei suoi confronti. Sicuramente Massimo e Ottavia non sono perfetti in quanto entrambi commettono degli errori. Sia Massimo che Ottavia dubitano delle loro emozioni e impiegheranno del tempo per scoprire l'amore in un matrimonio imposto. Ciò che ho molto apprezzato è stato sicuramente il fatto che l'amore tra Massimo e Ottavia non sembra sbocciare nel cuore ma nella mente dell'altro. I pensieri e l'intelletto possono essere ancor più seducenti di un corpo ben fatto.
Il leone di Roma ha una narrazione in terza persona con POV alternato fluida e coinvolgente. Ciononostante soprattutto all'inizio, le descrizioni dei primi incontri mi hanno dato l'impressione quasi di scene di teatro a causa della loro mancanza di fluidità proprio nella successione di queste, caratteristica che sfuma nel momento in cui la narrazione prende più velocità e corpo.
Nella mia recensione non posso certo dimenticare di Giulia, qui amica di famiglia di Ottavia, che ritorna in questo libro dopo averla incontrata nel romanzo Roma 40 d. C. Spero che l'autrice dedichi un intero libro a Giulia che ha sofferto per amore e che adesso che ha raggiunto la sua indipendenza economica ma non emotiva. In una società in cui la donna di certo non era libera di agire, credo che proprio per questo mix di forza e debolezza Giulia possa regalare a noi lettori molte emozioni, soprattutto se il compagno prescelto fosse Aiace, personaggio anch'esso già incontrato e che ha fatto aumentare di molto la temperatura del libro.
In conclusione, posso dire di aver letto Il leone di Roma con una sensazione persistente di farfalle nello stomaco dovuto al tuffo compiuto in un passato affascinante e a personaggi coinvolgenti. Consiglio questo libro a tutte coloro che amano le storie d'amore con un pizzico di eternità.
Claudia Trovato
LCDL
Recensione:
Il libro di cui parliamo oggi è un romance storico opera di una scrittrice già nota e apprezzata per diversi romanzi ambientati nella Roma e nell’Impero Romano del I secolo d.C.
In questo nuovo volume ritroviamo come protagonista un personaggio già presentato in precedenza: Massimo Valerio Messalla, nobile condottiero romano, forte, coraggioso e spietato in battaglia che però nasconde un profondo attaccamento agli amici, al padre e al suo primo amore perduto.
A questo classico, ma non meno affascinate, eroe romantico si affianca la figura di Ottavia Lenate, giovane fanciulla romana sua promessa, ma indesiderata, sposa. Il personaggio di Ottavia si distacca dalla figura della classica domina romana in quanto, all’amore per il lusso e i gioielli e al sogno di un matrimonio sostituisce una profonda passione per la cultura, i libri, le scienze e la libertà.
I due protagonisti sono molto ben descritti e caratterizzati sia nella presentazione iniziale che durante tutto il libro allorché si trasformano progressivamente da sposi forzati e recalcitranti a cui viene imposta l’unione con il solo fine di garantire un erede alla nobile famiglia dei Valeri….

“Ero venuto a dirgli che non avrei mai e poi mai sposato Ottavia Lenate, ma a questo punto devo farlo. E’ mio dovere di figlio. Non fa per me, al contrario di quello che dice mio padre. E’ tutto l’opposto di ciò che cerco in una donna. La sposerò per regalargli l’illusione di avermi dato una famiglia e un futuro. La sposerò non per me, lo farò per lui. Posso anche sacrificarmi, del resto non desidero l’amore”.

....a coppia profondamente innamorata che sperimenta un’intima comunione di anime.

“La visione di lei lo uccise e lo riportò alla vita nello stesso, drammatico istante. Incosciente, coraggiosa e viva, perché se non lo fosse stata sarebbe impazzito e avrebbe somministrato il riscatto di quella morte in modo lento e dolorosa ai colpevoli, su tutto e tutti. … Sua moglie, pur legata, sembrava una regina. Lei, che aveva infine domato il leone.”

La storia è ambientata tra Roma e Alessandria d’Egitto. Le due città ci vengono dipinte in modo affascinante e, nella parte ambientata in Africa, sembra proprio di venire trasportati in un ”altro mondo” non solo per i luoghi ma anche per le atmosfere, i suoni ed i profumi evocati.
Il libro si conclude lasciando intuire una nuova storia che avrà come protagonisti i due più cari amici di Massimo ed Ottavia.
La scrittura dell’autrice è piacevole, complessa ma scorrevole senza che si ravveda l’utilizzo di termini incongruenti con l’epoca storica. La descrizione dei momenti romantici ed erotici è raffinata, non stucchevole e decisamente evocativa. La sua passione per l’antica Roma è sottolineata dall’esteso e ricco glossario presente alla fine del libro. Ho trovato solo occasionali e non significativi refusi che non hanno ostacolato la lettura.
Ho apprezzato la storia (anche se non presenta caratteristiche narrative che la rendano unica), i coprotagonisti sia umani che non (indimenticabile il leone Antares), l’ambientazione, l’uso di termini dell’antica Roma e le tante citazioni di astronomia.
Ho invece avuto qualche perplessità sui due protagonisti che, a mio parere, si presentano fin troppo moderni per mentalità, usi e costumi. E’ sicuramente stata una precisa scelta dell’autrice che però ho trovato eccessivamente anacronistica in un mondo profondamente maschilista come quello dell’antica Roma.
Si tratta di un libro piacevole, che ho letto in pochi giorni, che ho sicuramente apprezzato e che consiglio alle appassionate dei romance in quanto l’autrice è letteralmente in grado di trasportarci in un altro mondo fatto di sogni, sensazioni ed emozioni.

Elena Barbieri
LCDL

Recensione:
Ho deciso di scrivere anche io due righe su questo romanzo, anche se Claudia ed Elena avevano già detto tanto e molto bene. Non ho potuto esimermi dallo scrivere perché dopo tanti anni sono tornata a leggere un romanzo di Adele e devo dire che sono rimasta letteralmente stupita.
La prima volta che l'ho letta era per me una perfetta sconosciuta, era il lontano 2013 e ricordo ancora che comprai quel romanzo per un solo e unico motivo: era ambientato a Roma.
Sono un'appassionata di questo periodo storico, sono romana, abito a Roma e sono sempre andata fiera delle mie origini e della città in cui vivo che trabocca di storia, per cui i libri di Adele sono stati una calamita.
Ritorno a leggere di Roma dopo tanti anni e di nuovo Adele mi ha stregato e rapito. Ha questa eccezionale bravura di coniugare il rosa in una chiave storica che non appesantisce le vicende ma al contrario riesce a renderle perfettamente incorniciate in quell'epoca ormai andata.
Nel leone di Roma il suo linguaggio ricco riesce  a descriverci quell'epoca come se fossimo reali spettatori delle vicende. Adele è stata così eccezionale che mi sono rivista camminare per le intricate vie di una Roma di quasi 2000 anni fa. Ha abbattuto palazzi, chiese e fontane barocche, marciapiedi, superstrade, automezzi ed è rimasto il fascino di una Roma antica che ha resistito più di 2000 anni ai cataclismi fisici e umani che si sono susseguiti; il Tevere che taglia la città affacciandosi sul mare di Ostia, il tempio di Vesta, il circo Massimo, le strade del foro... fino ad arrivare addirittura sotto casa mia alle pendici del Tuscolo. Mi ha fatto fare un excursus completo della mia città in una chiave che ha la magia del tempo andato, mi ha fatto venire una tale nostalgia che me la sono addirittura sognata e avrei voluto risvegliarmi tra le strade di quel tempo e non in quelle caotiche di oggi.
La ricercatezza nei costumi, nelle espressioni, negli oggetti rende tutto più vivo e reale ed è quello che, a mio avviso, dà a questo romance storico quel di più tale da renderlo superiore a tanti altri romanzi del genere dove si ha appena un pizzico di storia e tanto tanto rosa, così tanto da perdere i contorni di un periodo... qui invece è tutto l'opposto, una precisione che non lascia scampo, che ti trascina e ti tiene lì a Roma, e non vorresti essere altrove perché non si può poi fare a meno di rimanere incantati da Massimo Valerio Messalla e la giovane Ottavia. 
Non voglio parlarvi di loro e della loro storia che seppur mi ha colpito e mi ha tenuto incastrata nelle pagine e sempre quello che noi lettrici amiamo leggere nei romanzi rosa, Adele è stata bravissima a saperla incastrare in un periodo romano che forse per molti lettori non rappresenta un periodo storico appetibile come contesto romance, ma voglio farle i miei complimenti per il modo in cui questa storia è stata descritta, per la cura e la dovizia dei particolari, per quella ricchezza che ha sapientemente trasmesso frase dopo frase nel romanzo, rendendolo a tutti gli effetti un mio indimenticabile!
Un libro che non posso fare a meno di consigliare a tutti!
Complimenti Adele, aspetto il prossimo libro su Roma e vi saluto con un pezzo che descrive la mia città com'era a quel tempo con gli occhi della giovane Ottavia:

La via che imboccò a settentrione del Palatino conduceva al Foro. Ottavia aveva imparato a orientarsi nella ressa notturna di carri, contadini e commercianti che avevano il permesso di circolare nella capitale solo dopo il tramonto. Roma era una città viva anche di notte: le strade erano affollate, i banchi di cibo vendevano come di giorno, le taverne pullulavano di gente interessante. Ottavia scivolò disinvolta nella calca, sapendo che il suo abbigliamento la identificava come un monello vestito di stracci col volto imbrattato di cenere e lerciume. Attraversò un incrocio di insulae più malandate di quelle che sorgevano ai piedi del Quirinale, eccitata e dispiaciuta perché quella era la sua ultima notte di libertà, così si avventurò più lontano del solito e imboccò uno dei vicoli che portavano al Campo Marzio.
Voleva vedere il mausoleo del divo Ottaviano Augusto, raccogliersi per qualche momento davanti al monumento funebre. Dopo una svolta, si trovò di fronte l’insegna dipinta di rosso di un lupanare. L’ingresso era illuminato da alcune lucerne appese a grappolo e, sulla soglia, una fanciulla vendeva i suoi seni nudi. Le sorrise mostrandole la mercanzia; Ottavia la ricambiò con un cenno divertito, come se fosse davvero un ragazzino pronto per la sua prima esperienza. Girato l’angolo, davanti alla bottega di un libraio greco, faceva ressa un gruppo di uomini, così si avvicinò incuriosita. Il mercante tentava di calmare una donna, di allontanarla dal tavolo su cui aveva esposto una serie di rotoli speciali. Lei lo respinse e, dopo qualche passo verso la merce di un fruttivendolo, fece partire una raffica di melagrane, pere e noci. Tra le urla e gli strepiti della folla Ottavia cambiò strada e quando fu certa di aver fatto una deviazione abbastanza ampia, inspirò per calmarsi. Alla sua destra c’era il porticato fitto di botteghe che vendevano ogni genere di conforto agli spettatori del Circo Massimo. Decise di proseguire sotto le arcate. Non era del tutto buio lì, qualche rivendita era ancora aperta e illuminata. Poco più in là c’era un asino, stracarico di otri di pelle, e lì vicino stava una giovane donna dai rigogliosi capelli neri con la fusciacca rossa intorno ai fianchi, che la connotava come una lupa. L’uomo davanti a lei stava contrattando il prezzo. Quando trovarono l’accordo, si diressero dalla sua parte. Stare a osservarli mentre la lupa sbrigava le sue faccende con quel tipo vigoroso sarebbe potuto essere istruttivo ma, per quella notte, pensò di aver già vissuto abbastanza, così salì la ripida scalinata che portava ai vomitorii, l’unica via per evitare la coppia. Un attimo per dominare le sensazioni, l’odore di umidità, delle pietre, e fu di nuovo all’aperto, sulle gradinate vuote all’interno del Circo. 

Fabiana
LCDL


Ti potrebbe anche piacere

1 commento:

  1. Grazie ragazze, mi avete resa felice e commossa! Fabiana, sono contentissima di averti regalato uno scorcio del glorioso passato di Roma! Un abbraccio a tutte e buone letture, storiche e non!

    RispondiElimina