Recensione: Tutte le prime volte. Educazione sentimentale di un padre e delle sue piccole grandi donne di Paolo Longarini
Carissimi lettori, oggi Rossella vi parla di un libro pubblicato da Harper Collins, Tutte le prime volte di Paolo Longarini.
Titolo:
“Tutte le prime volte. Educazione sentimentale di un padre e delle
sue piccole grandi donne
Autore: Paolo Longarini
Editore:
Harper Collins
Genere:
Narrativa
Pagine:
240
Costo:
€ 8.99 Ebook; € 17.00 Cartaceo cop. Flessibile
Trama:
Nel momento stesso in cui sente una piccola vita fiorire dentro di
sé, una donna diventa madre. E per tutte, ma proprio per tutte, quel
momento è lo stesso. Ma per un padre è diverso. Quel momento
potrebbe capitare nella sala d’attesa di un ospedale, oppure la
prima volta che tocca quel piedino paffuto. Di fronte alla prima
tutina, o mentre suda sette camicie per montare l’ovetto
nell’automobile. Potrebbe essere dopo un minuto, ma anche dopo un
mese. Per ogni uomo la prima volta che comincia a sentirsi padre è
diversa. E questa non è che la prima di tantissime prime volte. È
l’inizio di un’avventura tutta da vivere e, soprattutto, a cui
sopravvivere. Il primo giorno di scuola, la prima delusione, il primo
amore, il primo discorso sul sesso (no, davvero, quello no), la prima
scelta importante… Ogni giorno una nuova sfida che Paolo Longarini
affronta tra una treccina sfatta, un ginocchio sbucciato e gli
occhioni delle sue figlie Chiara e Irene che lo guardano con un misto
di compassione e amore totale. Ed è in ognuno di questi momenti che
un padre si trasforma, cresce, inciampa, si rialza. Da semplice uomo
diventa padre. E credete, è molto, molto meglio.
“Le avventure e disavventure sulla paternità di Paolo Longarini hanno avuto migliaia di condivisioni, diventando un vero e proprio fenomeno del web. Tutte le prime volte è una storia sull’infanzia e l’adolescenza di due ragazze vere, come nessuno l’ha mai raccontata. Ma soprattutto è il ritratto spassoso e commovente di una famiglia in cui ognuno può riconoscersi.”
Chi
è Paolo Longarini
Nasce
a Roma nel 1969. La natura gli regala fin da piccolo l'invidiabile
talento di una quasi totale incapacità nell'italico gioco del
pallone. Vistosi tagliato fuori dal più importante strumento di
scalata sociale, tenta di guadagnare la popolarità necessaria per
diventare Presidente del Mondo scrivendo libri. Il momento in cui
proclamerà il suo primo editto, la messa fuori legge delle birre
piccole, appare ancora lontano. L'improvvisa comparsa nella sua vita
di due figlie fa salire il suo livello di esperienza e, grazie a
questo, acquisisce il potere di ricordare il proprio codice fiscale.
Titolare di una seguita pagina Facebook, si imbarazza quando gli
danno del lei.
Contrariamente
a tutti, si aspetta l'inquisizione spagnola.
"Va bene, avremmo avuto un bambino: sarebbe stato piccolo, di dimensioni comunque contenute almeno per qualche tempo, ogni suo tratto sarebbe stato equamente diviso tra noi due, con alcune doverose concessioni ai parenti tipo il naso tutto di zia, le orecchie di nonna sua, per poi passare ad upgrade successivi in cui il pargolo sarebbe cresciuto in totale armonia e tranquillità .
Qualcosa continuava a sfuggirmi.
Avrebbe influito col calcetto del giovedì?"
Recensione
Ho
finito da poche ore di leggere “Tutte le prime volte. Educazione
sentimentale di un padre e delle sue piccole grandi donne” e
prima di mettermi a scrivere ho avuto bisogno di far
sedimentare tutte le emozioni che questo libro ha risvegliato.
Oggi
sentiamo sempre più spesso parlare di padri che ammazzano i propri
figli e quindi è bello ogni tanto avere a che fare con padri che
invece parlano dell’AMORE per i propri figli e di quanto sia bello
accompagnarli verso il loro futuro.
Questo
amore immenso dell’autore per le proprie figlie e il fatto che
questa sarà una lettura diversa dalle altre, abbiamo modo di
intravederlo già dalla dedica…”A Chiara e Irene. Siete il mio
42.”, che è un velato riferimento al romanzo “Guida
galattica per gli autostoppisti” (ammetto che per scoprirlo ho
dovuto fare una ricerca su internet… ma la curiosità era tanta!).
In quel libro viene costruito un super computer, “Pensiero
Assoluto”, creato per rispondere alla “Domanda Fondamentale sulla
vita, sull’Universo e Tutto quanto”…dopo un’elaborazione
durata 7 milioni e mezzo di anni, la sua risposta fu “42”.
Ma
che libro è “Tutte le prime volte. Educazione sentimentale di
un padre e delle sue piccole grandi donne”? Beh, è un libro
che mi ha fatto sicuramente ridere, ma anche commuovere e riflettere.
Potrebbe apparire come un manuale di istruzioni per diventare il
genitore perfetto, ma in realtà non è così; in realtà è un
libro che ci descrive l’evoluzione di un uomo da figlio a marito a
padre; di un uomo che impara a crescere con le sue figlie e che
inizia a sentirsi padre nel momento in cui, prendendo in braccio la
sua prima figlia, si accorge che lei tra le sue braccia sta bene.
Quelle
descritte nel libro sono due figlie amate e vissute come un
bellissimo dono e non come un peso.
Questo
libro non vuole insegnarci nulla ma di sicuro ci dà degli spunti su
cui riflettere e non per essere il genitore perfetto, perché
nessuno lo sarà mai, ma per cercare di essere il più possibile una
guida per i nostri figli.
“Sbagliare non può essere una condanna a vita.
Però deve servire.”
Questo
è un libro che affronta con intelligenza e con la giusta dose di
ironia temi importanti come il bullismo, l’omosessualità ,
l’accettazione dell’altro per quello che è.
Ma
è anche un libro in cui si parla dei luoghi comuni sul modo di
crescere i proprio figli e di quanto possano essere più o meno
sbagliati, il tutto senza banalizzare ma con un sorriso che ci
accompagna dall’inizio alla fine del libro, accompagnato in alcuni
momenti da qualche lacrima che è impossibile trattenere.
“Devi essere il loro pavimento, non le loro pareti. E mai il soffitto.
Alzando gli occhi devono poter avere soltanto cielo sopra di loro”
Il
consiglio che vi do è di leggerlo, che siate padri, madri, nonni,
zii o figli perché il padre di questo libro (che poi è anche
l’autore del libro…per chi non lo avesse ancora capito) non
vuole avere l’ardire di farci credere che lui sia il padre migliore
del mondo (più volte nel libro ci lascia intravedere le sue paure e
le sue insicurezze) ma vuole farci vedere che, anche nel mondo di
oggi e anche essendo uno fra tanti, si può crescere dei figli in
grado di ragionare con la propria testa e che abbiano dei principi
sani.
“Lei sa. Sa cosa vuole, fortissimamente vuole.
Se poi finirà a friggere patate, chissene. È un lavoro e deve essere fatto.
Ma ci arriverà da persona sicura.”
Un
genitore deve essere capace di dare sicuramente ai propri figli delle
basi educative e morali, ma queste non devono poi diventare dei
limiti ma dei punti da cui partire; un figlio non deve essere
cresciuto a immagine e somiglianza del proprio genitore ma deve
imparare a ragionare con la propria testa. Un figlio deve sapere che
i suoi genitori ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma deve poi
anche essere in grado si saper andare via per vivere la propria
vita…magari anche sbagliando, ma con la consapevolezza che anche
gli errori aiutano a crescere.
“Sta a te decidere che genitore vuoi essere, se preservare tua figlia in un mondo popolato anche da unicorni ed evitare il più possibile le domande scomode, oppure crescerla per la donna che diventerà , rispondendo con sincerità , magari togliendole un pezzetto di infanzia, ma trattandola da essere pensante.
La scelta è sempre stata facile. Ogni domanda ha avuto la risposta che meritava. Sempre.”
Concludo
facendo i complimenti all’autore perché non è facile e non è da
tutti essere in grado di trattare argomenti importanti come la
crescita dei figli con il giusto garbo, la giusta ironia (che in
alcuni momenti porta il lettore a ridere veramente con gusto) e la
giusta dose di serietà e perché mi è piaciuta l’idea di affidare
l’ultimo capitolo alle sue figlie, che hanno dimostrato di saper
bilanciare ironia e serietà alla stessa maniera del padre e che
hanno dimostrato di amare il padre tanto quanto lui ama loro.
0 Commenti: