Recensione,

Review Tour: Arrivederci Stellina di Vera Demes

luglio 09, 2018 Virgy 0 Comments

Carissime, oggi partecipiamo al review tour del nuovo romanzo di Vera Demes, Arrivederci Stellina.

Titolo: Arrivederci Stellina
Autore: Vera Demes
Editore: self
Costo: ebook 1.49 €
Prezzo cartaceo 13.50
Genere: Romance contemporary
Pagine: 619
Data di pubblicazione: 28.6.2018

Trama: 
Ho pensato che fossi magica.
Ho pensato che avrei voluto baciarti.
Ho pensato che mi sarei bruciato".
La vita di Penelope, giovane cameriera piena di sogni e di speranze, cambia repentinamente una mattina di gennaio, quando il bellissimo Braxton Ward, immobiliarista americano a Venezia per motivi di lavoro, le rivolge la parola in modo fortuito.
Da quel momento tutto cambia. E non solo in meglio.
Attrazione, dubbio, repulsione, e poi ancora attrazione. Penelope entra in un frullatore di emozioni contrastanti che la portano a sbagliare, forse irreparabilmente.
Ora Penelope ha un problema da risolvere, molti dubbi da chiarire, un cuore spezzato da curare, innumerevoli ferite da rimarginare.
Partita per un viaggio nell'ignoto, forse senza ritorno, Penelope crede davvero di aver perduto tutto. E poi, nella sua travagliata solitudine irrompe Jamie, giovane front man di una band indie-rock, spavaldo e passionale. Lui è amicizia e sostegno ma anche mistero, tormento e introversione struggente. 
Tra Venezia e San Francisco, il percorso di Penelope sarà impervio e doloroso e tuttavia meravigliosamente appassionante. E, alla fine del viaggio, forse lei ritroverà sé stessa e qualcuno da amare davvero.


Recensione:
Oggi vi parlo del nuovo romanzo di Vera Demes, Arrivederci Stellina, un romanzo che per me è stato uno tsunami e guerra fredda al tempo stesso. Penelope è una giovane ragazza piena di sogni, lavora come cameriera in un caffè veneziano. In un qualunque giorno di gennaio la vita di Penelope viene attirata da Braxton Ward, immobiliarista americano a Venezia per lavoro, tra loro la scintilla scatta in modo violento, a cui susseguiranno gita sulle montagne russe di emozioni, sentimenti, ma anche repulsione, momenti in cui la mente dirà di no, ma il cuore le farà seguire quella strada al massacro.
Venezia era così bella e struggente. La sua aria sofferente e moribonda parlava di vite passate, di emozioni e passioni vissute senza freni, di una memoria che replicava energie soffocate nel tempo, anime intense e inafferrabili sciolte nella bruma nebbiosa dell'inverno. Sarebbe
Penelope è una sognatrice, vorrebbe il lieto fine, quello dei romanzi, il cuore che galoppa per amore, la mente che si separa da tutto il resto, la storia perfetta. Ma si sa che l'amore i sogni e la vita non vanno sempre secondo cui vogliamo, le delusioni sono dietro l'angolo pronte a sbranarci. Un viaggio a San Francisco è ciò che secondo Penelope serve per cambiare vita, una vita stretta dalla quotidianità, da una madre che non è madre, forse li i sogni possono realizzarsi, il tanto agognato lieto fine arriverà? L'incontro con il front man di un gruppo in ascesa metterà a soqquadro le certezze, i sentimenti, emozioni nuove e pure, ricomincia per Penelope una nuova avventura, in cui tutto è più chiaro, in cui ciò che ha vissuto in passato lascia il posto a qualcosa di speciale, vero.
Una giovane stella brillante e solitaria nel suo cielo cupo e tenebroso.
Tra una Venezia romantica e una San Francisco sfavillante, Penelope vivrà, forse, per la prima volta nella sua vita, un sogno che si realizza. La dolcezza e l'unicità di Penelope ispirano tanta tenerezza, le sue insicurezze mi hanno fatto arrabbiare, per le sue debolezze avrei voluto schiaffeggiarla, l'illusione che l'amore è semplice, ma lo sappiamo che l'amore non è cosi, per arrivare al lieto fine la strada da percorrere è tanta, gli schiaffi in pieno viso, quelli dolorosi, ma anche le parole, quelle maledette che fanno più male di qualsiasi botta.
«Ãˆ così che funziona, Penelope. L'amore è bastardo e non lascia testimoni del suo passaggio». Lei non sarebbe mai stata sua. Lei non lo avrebbe mai amato ma si era conficcata saldamente dentro di lui, nelle sue vene, nelle sue cellule, negli anfratti della sua anima, nelle nervature e sottopelle, musa ispiratrice, ombra evanescente eppure intensa che avrebbe abitato i suoi ricordi riesumandoli dall'oblio.

Arrivederci Stellina è stata come una gravidanza, tanti sentimenti si sono susseguiti, la felicità, le preoccupazioni, l'ansia, la paura, la gioia, emozioni che non sempre hanno un nome, ho provato questo e altro, ho amato, mi sono arrabbiata tantissimo, ho provato tenerezza ma anche sofferenza per il percorso che i personaggi hanno percorso in queste pagine. Ho amato Penelope per la gioia delle piccole cose, per la sua semplicità di ragazza, la sua vena romantica, la passione per la lettura, ho sofferto con lei per il suo rapporto con sua madre, per lo stato di vita che conduce, per la batosta involontaria, ma volontaria allo stesso tempo, che prende, e l'ho odiata! Si odiata per essersi illusa, guardare dove c'era qualcosa che non esisteva, farsi usare come un oggetto senza volere, (Penelope è il valore che dai a te stessa, se ti svaluti lo faranno anche gli altri e tu l'hai fatto e io ti odio perché tu sei Speciale! )
Ormai c'era abituata. Perché in lei conviveva un'ambivalenza distruttiva, il pessimismo cosmico di chi non si sarebbe mai aspettato nulla dal futuro e l'incoscienza ottimista e spavalda capace di indurla a buttarsi nel vuoto e senza rete, alla ricerca continua di un cambiamento.

Un giorno Penelope sarebbe stata libera da quella recita meschina, dalla passiva accettazione di una realtà che qualcun altro aveva deciso per lei, che non conosceva felicità e perdono e speranza.
Braxton non mi è mai piaciuto, e credo che anche voi non piacerà, l'ho odiato dal primo momento! E il front-man? Jamie è speciale tanto quanto Penelope, entrambe si sono accomodati sulla seggiolina nel mio cuore, il loro percorso è qualcosa di doloroso, di felicità, di sofferenza, di speranza, il consumarsi dentro per poter rinascere. Ho finito il romanzo da un po’, e ancora penso a quello che ho letto, al senso di vuoto adesso che l'ho terminato, a quanto mi mancano. La mia recensione è povera al cospetto del romanzo, e vorrei dirvi ancora più ma non posso perché vi rovinerei il gusto della lettura, di questo splendido romanzo che ha il sapore di una canzone struggente, sale di intensità per dare il sereno, poi scendere nella tristezza per risalire e dare adrenalina, scendere ancora per portarti nel nero assoluto risalire ancora e dare vita a qualcosa di magico, unico, brillante come il sole, unica come l'amore.


Non aveva senso cercare la felicità fuori da sé stessi, in un mondo lontano, scappando, viaggiando, ricercando negli altri una ricetta per vivere. La vita poteva essere meravigliosa anche rimanendo sempre nello stesso luogo, tra le stesse persone, facendo lo stesso lavoro per tutta la vita. Era il rapporto con sé stessi a fare la differenza. Era la capacità di guardarsi dentro, senza paura e senza preconcetti. Questo era ciò che lei aveva imparato.

Aurelia

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