Cristiano Pedrini,
Segnalazione: Illusioni Sommerse di Cristiano Pedrini
Vi segnaliamo l'ultimo lavoro di Cristiano Pedrini, di genere giallo romance.
Titolo: Illusioni Sommerse
Autore:
Cristiano Pedrini
Genere:
Narrativa
Pagine
167
Pubblicato
con Youcanprint
Isbn:
978-8831605236
ASIN:
B07P455TB5
Costo
Ebook: € 2,99
Costo
cartaceo: € 13,00
Uscita: 18/02/19
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Sinossi:
Norman
Foster, un importante e acclamato scrittore, sta per presentare uno
dei libri più attesi dell’anno alla Victoria Hall, una delle
librerie più prestigiose di Londra. I suoi titoli sono sempre stati
coronati dal successo del pubblico, dopo il felice e misterioso
esordio avvenuto anni prima.
Tra
il pubblico, ad assistere a quell’avvenimento, lo attende Jayce
Cavendish, rampollo di una facoltosa famiglia americana. La sua
presenza non è altro che l’ennesimo tassello che egli, con
pazienza e perseveranza, ha posato per completare il mosaico della
sua vendetta personale che avrà come epilogo la morte inattesa dello
scrittore.
SarÃ
compito dell’ispettore di Scotland Yard Cedric Devonshire scoprire
chi si nasconde dietro la scomparsa dell’autore e suo malgrado
accettare l’invito di Jayce, conscio di essere uno dei principali
sospettati, a riunire nella sua residenza di Keswich tutti coloro
che avevano conti in sospeso con la vittima.
Un
giallo romantico e intenso, dove amore, morte e vendetta,
fluttueranno davanti agli occhi dei protagonisti trascinandoli in
un’avventura piena di suspense, azione e passione.
Cristiano Pedrini:
Ho 46 anni, single, amante spassionato del cioccolato, bibliotecario e una biblioteca della provincia di Bergamo dal 1998 e autore part-time… eccomi riassunto in poche parole.
Contatti autore:
Estratto
…
Capitolo
Primo
L’ospite
Il
fuoco ardeva, rompendo il silenzio della stanza con il suo lieve
scoppiettio e proiettando ombre sinuose sulle pareti. Animava i dorsi
delle lunghe file di libri, riposti con meticolosa cura sui ripiani
delle librerie di frassino che occupavano, con la loro imponenza,
tutta la parete a nord di quello che era sempre stato lo studio
privato e la biblioteca della blasonata magione edificata in quella
località tanto particolare nella metà dell’Ottocento. Un’altra
particolarità che faceva di quella stanza un luogo tanto ricercato
erano i suggestivi dipinti racchiusi in pesanti e ornate cornici, ma
che potevano pregiarsi solo del ruolo di semplici comparse: il loro
unico scopo era di circondare il vero e indiscusso protagonista, che
in silenzio osservava le fiamme.
Egli
si mosse appena, posando le spalle contro la poltrona rivestita di
broccato amaranto. Sollevò lo sguardo verso la pendola che al pari
di un alfiere sembrava scrutasse ogni sua mossa ricordandogli con il
suo interminabile ticchettio lo scorrere del tempo. Socchiuse gli
occhi concedendosi gli ultimi istanti di pace che riusciva a cogliere
in quella grande casa. Quello era il suo regno, il luogo che nessun
altro poteva permettersi di invadere senza pagare il giusto tributo
alla sua persona. Un tributo che diveniva, giorno dopo giorno, sempre
più oneroso per chi aveva l’ardire di provarci.
Una
serie di colpi alla porta riuscirono appena a scalfire
quell’atmosfera.
«Signore,
è ora» esordì la voce pacata giunta alla sua destra.
Egli
girò il viso verso la porta aperta dalla quale penetrava una luce
fioca ma capace di scacciare la penombra della stanza. Un sorriso
enigmatico comparve su quel volto niveo, accompagnato da un veloce
battito delle lunghe ciglia nere come il più prezioso degli opali.
«Grazie,
Eleonor. Aspettami nell’atrio» le rispose tornando a fissare il
fuoco che iniziava a diminuire d’intensità . Presto si sarebbe
spento, consumando le sue ultime energie.
Sorrise
ripensando a come quella donna amava chiamarlo. Non usava mai il suo
nome, preferendogli quel titolo, pronunciato con un tono solenne che
apparteneva a un’epoca remota. Lui, un signore… a ventun anni
appena compiuti. Le sue sembianze erano assai più vicine a quelle di
un adolescente che a quelle di un individuo che stava per superare
gli ultimi confini della maturità . Forse era solo un’altra
contraddizione della sua esistenza.
Si
rialzò ritrovandosi a fissare il suo riflesso nel grande specchio
che mostrava la sua intera figura. Si avvicinò allungando la mano e
lasciò che scivolasse lentamente sulla superficie gelida
accarezzando i contorni di quel viso che molti avrebbero definito un
perfetto connubio di grazia e superbia. La superiorità che lo
rendeva al tempo stesso preda e cacciatore, capace di paralizzare con
lo sguardo chi aveva dinnanzi, obbligandolo a scegliere quale ruolo
assumere. Quello sguardo, impreziosito dagli occhi bruni, tanto
gentili quanto amabili, era capace di suscitare invidia e avversione,
che poteva crescere a dismisura se, dimenticandosi di essi, ci si
addentrava alla scoperta di ciò che quel corpo slanciato e fragile
nascondeva.
Si
passò le mani tra i capelli castani, le cui sfumature intense
riuscivano ad avvolgere il viso simile a quello di una preziosa
bambola destinata a essere unicamente ammirata.
Egli
indietreggiò e raccolse il bastone posato accanto alla poltrona
impugnandone il pomo argentato.
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