Recensione
Recensione: Iron Flowes di Tracy Banghart
Carissime lettrici oggi vi parliamo del primo libro di un’interessante duologia fantasy che ci porta a scoprire la forza delle donne che da fiori delicati sono in grado di trasformarsi in fiori di ferro per salvare se stesse e le persone che amano: Iron Flowers: solo il coraggio di una donna può cambiare il mondo di Tracy Banghart.
Titolo: Iron Flowers: solo il coraggio di una donna può cambiare il mondo
Autore: Tracy Banghart
Editore: De Agostini
Pubblicato: 29 maggio 2018
Genere: Fantasy
Pagine: 382
Costo: € 6,99 ebook, € 13,51 copertina rigida, € 10,90 copertina flessibile
Autore: Tracy Banghart
Editore: De Agostini
Pubblicato: 29 maggio 2018
Genere: Fantasy
Pagine: 382
Costo: € 6,99 ebook, € 13,51 copertina rigida, € 10,90 copertina flessibile
Trama:
Non tutte le prigioni hanno le sbarre. In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra. Nomi è testarda e indisciplinata. Serina è gentile e romantica, e sin da piccola è stata istruita per essere un esempio di femminilità , eleganza e sottomissione. Sono queste le doti richieste per diventare una Grazia, una delle mogli dell’erede al trono. Ma il giorno in cui le ragazze si recano nella capitale del Regno, pronte a conoscere il loro futuro, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché, contro ogni previsione, è proprio l’indomabile Nomi a essere scelta come compagna del principe, e non Serina. E mentre per Nomi inizia una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, sua sorella, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata sull’isola di Monte Rovina, un carcere di donne ribelli in cui, per sopravvivere, bisogna combattere e uccidere. È così che entrambe si trovano prigioniere, l’una di una gabbia dorata e l’altra di una trappola infernale. Per le due sorelle la fuga è impossibile: un solo errore potrebbe significare la morte. E allora, quando non c’è soluzione, l’unica soluzione è cambiare le regole.
Un romanzo ribelle, all’insegna del girl power. Una storia che spinge a dire basta e a reagire. Perché nessuno ha il diritto di decidere per te.
Un romanzo ribelle, all’insegna del girl power. Una storia che spinge a dire basta e a reagire. Perché nessuno ha il diritto di decidere per te.
Chi è Tracy Banghart
Cresciuta nelle campagne del Maryland, tra scoiattoli volanti e campi di granoturco, Tracy Banghart ha conseguito un master in editoria presso la Oxford Brookes University, in Inghilterra. Ha una passione sfrenata per i cupcake e sin da piccola si è dedicata alla scrittura. A causa del lavoro del marito nell’esercito, si sposta continuamente insieme a tutta la famiglia, ma in estate riesce sempre a tornare nella magnifica isoletta di Temagami, in Canada.
Recensione:
Amo moltissimo i romanzi fantasy e quindi era per me inevitabile leggere questo libro.
Vi dirò fin da subito che il mio primo giudizio è stato quello di assegnare ad Iron Flowers un voto da 5 stelle ma poi ho deciso di togliere una mezza stella che spero però vivamente di poter donare al secondo volume.
Vi dirò fin da subito che il mio primo giudizio è stato quello di assegnare ad Iron Flowers un voto da 5 stelle ma poi ho deciso di togliere una mezza stella che spero però vivamente di poter donare al secondo volume.
Vi spiegherò il perché della mia scelta: Ho amato moltissimo le due protagoniste Serina e Nomi proprio in virtù delle loro differenze caratteriali e della profonda crescita personale che affrontano durante il libro. Serina e Nomi all’inizio della storia sono profondamente diverse tra loro: Serina è stata cresciuta e plasmata sia nel fisico che nella mente per essere una perfetta Grazia, una delle mogli dell’erede al Trono mentre a Nomi è stato insegnato ad essere la perfetta ancella della sorella ma al tempo stesso ha mantenuto integra la propria morale, il proprio libero pensiero. Così mentre per Serina essere scelta come Grazia rappresenta il miglior futuro possibile, per Nomi è solo un’altra forma di schiavitù.
Nomi allungò il passo, come se cercasse di sfuggire fisicamente alle sue parole.
Nomi allungò il passo, come se cercasse di sfuggire fisicamente alle sue parole.
"E’ questa la differenza tra me e te" disse, con le mani piantate sui fianchi. "Io non credo che questa città sia orrenda. E non credo nelle favole. Non voglio…".
"Tutto quello che vuoi tu è al di fuori delle nostre possibilità " sbottò Serina, stufa di vederla così arrabbiata. "Non potrai mai sceglierti un lavoro, o un marito, o … qualunque altra cosa. Il mondo non funziona in questo modo." Non era colpa sua se Viridia lasciava alle donne ben poco margine di scelta. Da tempo aveva imparato che ribellarsi non serviva a nulla, così si accontentava di ciò che aveva.
"Tutto quello che vuoi tu è al di fuori delle nostre possibilità " sbottò Serina, stufa di vederla così arrabbiata. "Non potrai mai sceglierti un lavoro, o un marito, o … qualunque altra cosa. Il mondo non funziona in questo modo." Non era colpa sua se Viridia lasciava alle donne ben poco margine di scelta. Da tempo aveva imparato che ribellarsi non serviva a nulla, così si accontentava di ciò che aveva.
Come sempre però il destino decide diversamente da quello che avrebbe potuto e dovuto essere e così l’ancella diventa Grazia mentre Serina deve affrontare una lunga discesa all’inferno prima diventando ancella della sorella e poi, per amore di Nomi, venire accusata di saper leggere e quindi inviata a morte certa all’Isola di Monte Rovina, il peggior carcere riservato alle donne.
La donna scosse il capo. "No, fiore mio. Non sei stata scelta tu" disse. "Ma la tua ancella. Tua sorella. Nomi Tessaro." Le parole si abbatterono sul silenzio meravigliato della sala, e tutti gli sguardi si spostarono su Nomi. Nomi aveva gli occhi spiritati, e i capelli le sfuggivano dalla lunga treccia. Il semplice vestito marrone le si era sollevato su un fianco, rendendo l’orlo sbilenco. Anche in quel momento con il suo abito migliore, sembrava più indomabile che mai. Una ragazza che odiava tutte le Grazie e ciò che rappresentavano … e adesso era una di loro.
Nomi scoppiò in lacrime, che le scivolarono calde lungo le guance. "Io non volevo che accadesse. Non è un premio, Serina. Dovremmo avere una scelta!". "Questa era la mia scelta" proclamò lei. "No." A Nomi si spezzo il cuore. "Non è una scelta se non si ha la libertà di dire di no, un sì non ha valore quando è l’unica risposta concessa!".
Ognuna delle due sorelle dovrà affrontare le proprie paure ed imparare a sopravvivere in un ambiente ostile sia che si tratti dell’elegante palazzo reale che di un’isola inospitale e violenta. Serina e Nomi verranno minacciate, spronate, ingannate e tradite ma entrambe manterranno intatta la propria morale e soprattutto l’imperativo categorico di voler riabbracciare e salvare la propria sorella.
In un mondo maschilista e misogino queste giovani donne avranno la forza di piegarsi senza spezzarsi per poi risorgere come dei fiori di ferro pronte a riconquistare il loro posto nella società .
Ci sono poi i protagonisti maschili: i due principi Malachi ed Asa e la guardia dell’isola-carcere Val. Senza fare spoiler vi dirò che è proprio sulle dinamiche dei due fratelli che il libro mi ha lasciata perplessa in quanto rievoca fin troppo fedelmente l’esordio di un’altra saga che ho molto amato e che penso che conoscano molti lettori del genere fantasy: la regina rossa della scrittrice Aveyard. Questa somiglianza, secondo me eccessiva, mi ha indotta a ridurre leggermente il voto del libro.
Val è invece, a mio parere, il protagonista maschile chiave in quanto fa sia fisicamente che idealmente da ponte tra la vecchia società e quella futura in cui le donne riconquisteranno un ruolo da protagoniste.
"Io credo che valga la pensa salvare ogni donna". Le labbra di Val ebbero un guizzo. "Solo che tu sembravi particolarmente bisognosa d’aiuto". Serina chiuse i pugni. Non avrebbe dovuto aver bisogno di essere salvata. Nessuna di loro avrebbe dovuto.
La fissò apertamente, la luce del fuoco che gli scaldava la pelle.
"Credo che le donne di questa prigione – di questo Regno – alla fine si solleveranno comunque. Mio padre diceva sempre che l’oppressione non è una condizione permanente. E’ un giogo che si sopporta finché non diventa troppo pesante, e allora si tenta di liberarsene. Non senza lottare, non senza soffrire, ma lui credeva che quel giogo sarebbe sempre, sempre, stato combattuto e sconfitto. Non era l’unico a cercare di cambiare le cose."
Personalmente non vedo l’ora che arrivi settembre per leggere il secondo volume di Iron Flowers: regina di cenere. Sono sicura che la storia saprà coinvolgermi e convincermi del tutto permettendomi di assegnare le iniziali 5 stelle … e magari anche di più!
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