Recensione
Care Cercatrici Vi parliamo di "The Aristocrats", primo volume di una nuova serie mafia romance scritta a quattro mani da Daria Torresan e Brunilda Begaj, in self publishing.
Titolo: The Aristocrats
Autore: Daria Torresan e Brunilda Begaj
Editore: Self publishing
Genere: Mafia romance
Pagine: 399
Costo: 2.99 €
Link order: https://amzn.to/338qsNV
Una volta terminata la lettura, ho provato un senso di
malinconia per ‘The Aristocrats’ per la storia che Daria e
Brunilda hanno saputo costruire evitando di cadere in clichè giÃ
letti in altri libri; per il senso di famiglia che non ha stonato
nonostante il contesto criminoso in cui viene inserito; per le scene
hot sempre seducenti e mai volgari; e per le ambientazioni di lusso
dove l’ostentazione si può trovare in un paio di scarpe gioiello
dal sottile tacco alto, oppure un bastone la cui impugnatura è il
simbolo di un re.
The Aristocrats di Daria Torresan e Brunilda Begaj
Care Cercatrici Vi parliamo di "The Aristocrats", primo volume di una nuova serie mafia romance scritta a quattro mani da Daria Torresan e Brunilda Begaj, in self publishing.
Titolo: The Aristocrats
Autore: Daria Torresan e Brunilda Begaj
Editore: Self publishing
Genere: Mafia romance
Pagine: 399
Costo: 2.99 €
Link order: https://amzn.to/338qsNV
Ricchi, potenti e di una bellezza quasi eterea, i fratelli Doko sono “I signori dell’est-Europa”. Arroganti, pericolosi e disonesti fino al midollo, non provano pietà , non rispettano le regole e l’unica legge che conoscono è la loro.
La sola parola che conta è la loro.
Tutti li temono, tutti chinano il capo al loro cospetto. Tranne le sorelle Norik, discendenti dirette della donna più autorevole e rispettata nell’Europa orientale, nonostante il passato per nulla glorioso. Il loro cognome è sinonimo di potere e protezione. Per loro la legge è al di sopra di tutto, non giocano sporco, non ne hanno bisogno. Ma il loro rispetto va guadagnato e i Doko l’hanno perduto da tempo.
C’è un confine invalicabile tra le terre degli uni e delle altre.
Due famiglie, due imperi in lotta da sempre per la supremazia. Ma la loro battaglia rischia di portare alla luce troppi segreti. Quanto a lungo possono i protagonisti di questa faida farsi carico dell’antico odio che li separa? Quanto, prima che gli istinti carnali sfocino in una passione travolgente?
Perché davanti a un sentimento come l’amore, il cognome che porti non conta nulla.
La sola parola che conta è la loro.
Tutti li temono, tutti chinano il capo al loro cospetto. Tranne le sorelle Norik, discendenti dirette della donna più autorevole e rispettata nell’Europa orientale, nonostante il passato per nulla glorioso. Il loro cognome è sinonimo di potere e protezione. Per loro la legge è al di sopra di tutto, non giocano sporco, non ne hanno bisogno. Ma il loro rispetto va guadagnato e i Doko l’hanno perduto da tempo.
C’è un confine invalicabile tra le terre degli uni e delle altre.
Due famiglie, due imperi in lotta da sempre per la supremazia. Ma la loro battaglia rischia di portare alla luce troppi segreti. Quanto a lungo possono i protagonisti di questa faida farsi carico dell’antico odio che li separa? Quanto, prima che gli istinti carnali sfocino in una passione travolgente?
Perché davanti a un sentimento come l’amore, il cognome che porti non conta nulla.
Care cercatrici oggi andremo in un posto non molto lontano dall’Italia, in una terra che si trova aldilà del canale d’Otranto e son sicura che, dopo la lettura di questo intrigante libro, guarderete con occhi diversi.
Il territorio dell’Albania è conteso fra le famiglie Norik e Doko, e la guerra per ottenerne il controllo ha l’aspetto di un braccio di ferro fra un astuto uso della seduzione femminile da parte delle Norik, e una ligia impostazione alle regole criminali dei Doko.
Due famiglie. Due regni.
Il territorio degli uni non è mai stato calpestabile dalle suole degli altri.
Tre figli, loro.
Tre figlie, noi.
Tutti cresciuti con un’unica regola: farsi la guerra.
Guerra significa conflitto, scontri e alleanze e per potervi spiegare meglio la storia di ‘The Aristocrats’ devo presentarvi i personaggi iniziando dalla famiglia delle Norik. L’uso della preposizione femminile al plurale, non è fatto a caso poiché le Norik sono tutte donne: l’affascinate capostipite Kendra è una donna che ha saputo sfruttare al meglio la sua bellezza, arrivando a creare una rete nel giro della prostituzione e conquistando una buona parte del mercato della sua terra natale. Ha cresciuto le tre amate figlie educandole al rispetto verso gli altri, ma non tutti gli altri, aggiungendo anche tre particolari regole.
“Ecco le regole fondamentali di cui vi accennavo:
non andate mai in giro da sole, dovrete essere sempre accompagnate da una scorta;
non parlate con chi non conoscete e, cosa più importante,
non osate avvicinarvi a un Doko o a uno della loro combriccola.”
Il territorio dell’Albania è conteso fra le famiglie Norik e Doko, e la guerra per ottenerne il controllo ha l’aspetto di un braccio di ferro fra un astuto uso della seduzione femminile da parte delle Norik, e una ligia impostazione alle regole criminali dei Doko.
Due famiglie. Due regni.
Il territorio degli uni non è mai stato calpestabile dalle suole degli altri.
Tre figli, loro.
Tre figlie, noi.
Tutti cresciuti con un’unica regola: farsi la guerra.
Guerra significa conflitto, scontri e alleanze e per potervi spiegare meglio la storia di ‘The Aristocrats’ devo presentarvi i personaggi iniziando dalla famiglia delle Norik. L’uso della preposizione femminile al plurale, non è fatto a caso poiché le Norik sono tutte donne: l’affascinate capostipite Kendra è una donna che ha saputo sfruttare al meglio la sua bellezza, arrivando a creare una rete nel giro della prostituzione e conquistando una buona parte del mercato della sua terra natale. Ha cresciuto le tre amate figlie educandole al rispetto verso gli altri, ma non tutti gli altri, aggiungendo anche tre particolari regole.
“Ecco le regole fondamentali di cui vi accennavo:
non andate mai in giro da sole, dovrete essere sempre accompagnate da una scorta;
non parlate con chi non conoscete e, cosa più importante,
non osate avvicinarvi a un Doko o a uno della loro combriccola.”
Di atteggiamento totalmente differente sono i Doko: per loro le regole d’onore non lasciano spazio al perdono e gestiscono la criminalità nel modo più brutale e corrotto possibile. Il loro obiettivo è spodestare le Norik conquistando il loro territorio usando ogni possibile mezzo legale e illegale.
Come in una sorta di Verona dove i Capuleti e Montecchi si mal sopportano, quello che è chiaro fin dalle prime pagine del libro è che i Doko odiano le Norik e sono sicuri, ma anche presuntuosi, tenebrosi, affascinanti e super tatuati, che alla fine riusciranno a spodestarle sottomettendole al loro indiscutibile potere.
Due famiglie. Due regni.
Il territorio degli uni non è mai stato calpestabile dalle suole degli altri.
Tre figli, loro.
Tre figlie, noi.
Tutti cresciuti con un’unica regola: farsi la guerra.
E’ la prima volta che leggo un libro con una narrazione corale e se all’inizio mi ha un po’ spaesata, successivamente questo stile si è rivelato vincente poiché ha permesso a ogni singolo personaggio di svelarsi nella sua totalità . Fra tutti ho più apprezzato Rozaf Doko per il senso dell’onore e della famiglia che cerca di trasmettere ai figli, e Keleste Norik che si presenta come una donna algida e infrangibile, quando invece il suo sensibile mondo interiore è qualcosa di unico.
Sushka
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