Recensione,

Il bambino di polvere di Patrick K. Dewdney

febbraio 16, 2021 Virgy 0 Comments


Oggi partecipiamo al Review Party de: Il bambino di polvere, scritto da Patrick K. Dewdney pubblicato in Italia grazie alla Mondadori.
Titolo: Il bambino di polvere
Autore: Patrick K. Dewdney
Editore: Mondadori
Genere: Fantsy
Pagine: 612
Costo: ebook €.10,99 cartaceo €. 20,99
Uscita: 02/02/21
Syffo, Merlo, Cardù e Brindilla, quattro piccoli orfani, crescono nel podere della vedova Tarron, lungo le rive del Brune. Il loro mondo è "un'entità caotica da domare giorno per giorno", l'unica cosa su cui possono contare è una ciotola di minestra di rape la sera. Monelli selvaggi, costretti a lottare e a ingegnarsi in mille modi per sopravvivere, a modo loro sono felici.
Fino a un soleggiato giorno d'estate dell'anno 621, quando a Corna-Brune giunge la notizia della morte del re Bai Solistero, primo e ultimo sovrano del Regno-Unificato. Ai quattro ragazzini sembra un evento lontano, che non potrà influire sulle loro vite. Ma anche loro si rendono presto conto che l'atmosfera in città si è fatta più cupa e violenta.
È in questo clima che Syffo, sorpreso a rubare una frittella, per salvarsi si trova costretto a lavorare per il temutissimo Hesse, prima-lama dell'Alto-Brune. Sarà di volta in volta servitore, spia, apprendista chirurgo, conoscerà il carcere, la fuga, il tradimento. Accusato ingiustamente di stregoneria e di omicidio, non avrà che una scelta: abbracciare la dura vita del guerriero.
Inizio con il dirvi che la storia è un bel tomo corposo e lungo circa 680 pagine, una lettura impegnative e ho impiegato un po' di giorni per terminarla.
Syffo, Merlo, Brindilla e Cardù sono quattro orfani che vivono nel podere della signora Tarron.
 
Così noi, gli orfani del podere Tarron, eravamo di fatto – e quasi sempre – abbandonati a noi stessi . Sapevamo già di non avere nulla a che fare con la maggior parte dei bambini di Corna-Brune e ancora meno con quelli della Conca. Direi che avevamo assunto troppo presto la responsabilità di piccoli adulti. Il mondo non era mai stato per noi un fondamento stabile e confortante, ma un’entità caotica da domare giorno per giorno. Sapevamo che la sola cosa su cui potevamo contare era una ciotola tardiva di zuppa di rape, sapevamo anche che la maggior parte dei bambini poteva contare su qualcosa di più.

Insieme, i quattro bambini inseparabili, vivono alla giornata, procurandosi il cibo necessario alla sopravvivenza. Siamo nell'anno 621, dove c'è un divario tra la troppa ricchezza dei governati e la povertà della gente che vive in case fatte di materie povere. Nonostante i piccoli monelli non abbiano nulla, il loro legame li rende felici, liberi di scorazzare.

Facevamo parte dei bambini selvaggi di Corna-Brune e, in un certo senso, credo che fossimo felici. Felici delle corse per le stradine della città bassa, felici di giocare a chi piscia più lungo nell’acqua schiumosa della segheria, felici di crogiolarsi tra le erbe odorose della collina del frutteto.

Le sorti di Corna-Brune stanno per cambiare, come le vite di tutti loro; a partire da Syffo che sarà sorpreso a rubare. Il cammino di Syffo, lungo e accidentato, partendo da Hesse che lo prenderà sotto la sua ala, usandolo anche come mezzo: orecchie per ascoltare. Syffo sarà servitore, spia, aprendista chirurgo, troppo per un bambino di soli 9 anni; ci sarà ancora il carcere per lui, e poi il cammino lo condurrà verso la scelta di essere un guerriero.
La sua piccola vita sarà costellata.di eventi traumatici, di incontri, di scelte.
Ma il romanzo termina affinché si sappia ancora cosa il destino avrà in serbo per lui.

La vanga non ha bisogno di sapere perché scava. Il coltello non ha bisogno di sapere perché taglia. Siamo tutti lo strumento di qualcuno e puoi essere sicuro di una cosa: è spesso peggio sapere senza comprendere che non sapere affatto 

Il bambino di polvere è una storia inusuale, un po' per trama, per lunghezza, per la precisione accurata con cui l'autore tende a descrivere parecchi date e situazioni.
Ha i suoi punti di forza questo romanzo: la narrazione usa un linguaggio antico, modi e usi consoni al periodo. Lo stesso Syffo il protagonista è un bambino in gamba, curioso, attento, i bambini di strada che hanno occhi e orecchie ovunque. Apprende subito e fa amicizia facilmente.

《È una strana cosa, la vita 》finì col dichiarare a bassa voce, senza guardarmi . 《 Le certezze cambiano. Anche quelle per le quali si è dato tutto.》

L'unico punto dolente per me è la lunghezza del romanzo e le troppe descrizioni che a volte mi han fatto perdere il filo della storia, ma concentrandomi, ritornavo al punto perso; nonostante questo, nella seconda metà del romanzo, man mano che la storia si inerpicava sempre più, la velocità di lettura è aumentata, dando modo di entrare nel vivo della storia, di sentire maggioramnte e vivere ciò che sentiva Syffo.
Aspettando di leggere cosa ne sarà di lui nel prossimo libro, se sceglierete di leggerlo sappiate che farete un bel salto temporale indietro di un bel po' di secoli..
Buona lettura.
Complimenti all'autore

Aurelia


Ti potrebbe anche piacere

0 Commenti: