Recensione
Care lettrici oggi vi parliamo di Dar fuoco all'acqua di Marida Piepoli, edito da Les Flauners Edizioni.
Claudia, quarant’anni, un lavoro da insegnante e una vita in sospeso. Per un errore burocratico – o per volere del destino? – si trasferisce per un anno scolastico dall’amata Bari a Papasidero, un paesino calabro di seicento anime, dove sembra esserci ciò di cui ha bisogno: il contatto con la natura, la semplicità delle piccole cose e nessuno che la conosca. Ma lì incontra Libero, trent’anni, divenuto uomo precocemente a causa dell’improvvisa scomparsa del padre, che si innamora di quella bionda così delicata e decide di volerla nella sua vita a tutti i costi. In un valzer continuo di avvicinamenti e allontanamenti tra i due dovuti alla differenza d’età , con la calorosa accoglienza della coppia di gestori del B&B dove soggiorna al suo arrivo e i fatti di un paese intero a far da cornice alla vicenda, Claudia ritrova se stessa e la forza di affrontare ciò da cui è scappata: un matrimonio perfettamente fallito e un errore fatale che il suo serpente tatuato le ricorda di continuo. Ma un anno passa in fretta e lei, seguendo il proprio istinto, prenderà una decisione in una escalation di eventi che la renderanno finalmente artefice del proprio destino.
Dar fuoco all'acqua di Marida Piepoli
Care lettrici oggi vi parliamo di Dar fuoco all'acqua di Marida Piepoli, edito da Les Flauners Edizioni.
Titolo: Dar fuoco all'acqua
Autore: Marida Piepoli
Editore: Les Flaneurs Edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 258
Prezzo: € 16,00
Data di uscita: 31/3/2022
Link order: https://amzn.to/3wQ7aOi
Una storia d’amore e di rinascita. L’incontro di due anime apparentemente agli antipodi Claudia, quarant’anni, un lavoro da insegnante e una vita in sospeso. Per un errore burocratico – o per volere del destino? – si trasferisce per un anno scolastico dall’amata Bari a Papasidero, un paesino calabro di seicento anime, dove sembra esserci ciò di cui ha bisogno: il contatto con la natura, la semplicità delle piccole cose e nessuno che la conosca. Ma lì incontra Libero, trent’anni, divenuto uomo precocemente a causa dell’improvvisa scomparsa del padre, che si innamora di quella bionda così delicata e decide di volerla nella sua vita a tutti i costi. In un valzer continuo di avvicinamenti e allontanamenti tra i due dovuti alla differenza d’età , con la calorosa accoglienza della coppia di gestori del B&B dove soggiorna al suo arrivo e i fatti di un paese intero a far da cornice alla vicenda, Claudia ritrova se stessa e la forza di affrontare ciò da cui è scappata: un matrimonio perfettamente fallito e un errore fatale che il suo serpente tatuato le ricorda di continuo. Ma un anno passa in fretta e lei, seguendo il proprio istinto, prenderà una decisione in una escalation di eventi che la renderanno finalmente artefice del proprio destino.
Da Bari a Papasidero, paesino calabrese..
Claudia per un piccolo errore lascia la sua Bari per trasferirsi a Papasidero; un anno di insegnamento in un piccolo paese di 600 e più anime, un piccolo paese fatto di poco, dove l'unico divertimento è un unico bar nel corso principale, dove la vita scorre tra lavoro e semplicitÃ
Ed è proprio tra le strade di Papasidero che Claudia, appena arrivata, incontra degli occhi neri come la notte, un sorriso fatto di denti di perla, e una voce che canta una vecchia canzone…
Lui è Libero, libero come il vento, un ragazzo, un uomo, maturo per i suoi trent'anni, mani che curano gli ulivi d'inverno, d'estate a gestire il lido sull'isola D'Elba. Libero e intraprendente, sincero, sicuro di sé...
Le piaceva. Nonostante le differenze. Con gli occhi neri e i denti bianchi, che sembrava più grande dei suoi trent’anni quando voleva. Che si raccontava senza riserve. Come le sarebbe piaciuto somigliargli un po’, essere capace di altrettanta libertà mentale e invece, anche in quei posti in cui poteva essere quello che voleva, era prigioniera dei non sta bene, non si fa, è meglio di no che le avevano inculcato fin da piccola. Lei era tutti i limiti che si poneva e che non riusciva a oltrepassare.
Le lezioni al mattino con i ragazzi, le chiacchierate e il buon cibo con i proprietari del B&B di pomeriggio, di sera, Giacomo e sua moglie Maria Assunta, le passeggiate tra le rovine del borgo, un'oasi di pace e tranquillità per Claudia, ma anche prigioniera per la mancanza della sua amata Bari, del suo mare, prigioniera di ciò che ha lasciato, da cosa è fuggita senza volerlo ma voleva al tempo stesso.
E poi c'è Libero, con la sua aria scanzonata, con quella semplicità che contraddistingue la sua giovinezza, giovinezza che Claudia ha perso, metaforicamente; perché è vero che Claudia ha 40 anni, ma in fondo, dentro se, quello è solo un numero, perché lei è dentro che sente pesare un numero maggiore, un numero che è cambiato a causa del suo passato, delle cose vissute sulla pelle e nel cuore. E Libero cerca in ogni modo di sfondare quel muro di ritrosia, di pregiudizi, di incertezze, insicurezze, di paure, perché Claudia non è solo un bel faccino, o l'adrenalina della conquista della donna più grande. Claudia è tante cose, e forse ancora di più…
Tra le strade di piccolo borgo, una donna distrutta dal peso delle sofferenze, si specchia in quegli occhi neri, negli occhi di un ragazzo uomo, dove l'attrazione respinge e reclama, dove i muri vengono abbattuti poco per volta per scoprire un nuovo sentimento; e l'amore assume nuove forme, nuovi profumi; linfa che scorre in un'anima tormentata che necessita di un perdono inesistente, un amore diverso ma sempre amore è. E c'è solo un muro da abbattere: quello della distanza se è vero amore, perché i mesi passano e a Claudia manca il suo mare, la sua Bari…
Dar fuoco all'acqua è un romanzo bellissimo!
Nonostante il romanzo sia scritto in terza persona, Marida Piepoli ha saputo dare colore ed emozioni a una storia difficile, a un percorso interiore che le donne, che sia Claudia, personaggio di fantasia o noi della realtà , si trovano invischiate nello sporco gioco della sofferenza di un matrimonio che ha apparenza ma in fondo è senza sostanza.
Siamo Claudia con la sua perdita, siamo Claudia nel letto da sole perché il proprio marito è impegnato nel lavoro; siamo Claudia con la cena sulla tavola e un marito che non rincasa, e siamo sempre Claudia che non riceve più attenzioni, colei che viene usata come una pedina, siamo noi nel ricevere quegli infiniti giudizi da non essere accettate e voler essere cambiate.
Ma siamo donne e nonostante la lunga discesa agli inferi della sofferenza, siamo anche coloro che riescono a risalire, lentamente, un gradino alla volta, perché gli amori non sono tutti uguali, ci sarà sempre quello perfetto, quello unico che tirerà fuori il meglio di noi accettando tutto, fallimenti, difficoltà , cicatrici…
Siamo davvero come i serpenti, ma solo perché riusciamo a cambiar pelle, non per altro.
Grazie per aver scritto questo romanzo, grazie perché tra le note di questa infinita canzone, dove dolcezza, tristezza, durezza e leggerezza, Claudia diventa quella pagina che ti resta impressa nel cuore e nella mente, quel porto che vuoi rivedere quando senti che qualcosa non va, perché Claudia da speranza, supera tutto...
✒ Aurelia
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