Recensione

Orgoglio e protesta di Nikki Payne

gennaio 20, 2025 Licio 0 Comments


Care lettrici oggi vi parlo di Orgoglio e protesta di Nikki Payne edito da Hope edizioni. 
Titolo: Orgoglio e protesta
Autrice: Nikki Payne 
Editore: Hope edizioni
Genere: Retelling, romance Contemporaneo
Uscita: 20/12/24
Un retelling di Orgoglio e Pregiudizio, frizzante, moderno e multiculturale.

Liza Bennett è una DJ che, dopo uno sfratto, si trova a dover vivere di nuovo con la sua numerosa e chiassosa famiglia.
Di umili origini – proviene dalla classe operaria afroamericana – è motivata da una forte passione per la giustizia sociale, cosa che la porta a lottare contro un’azienda che sta acquistando tutti gli immobili del suo quartiere per renderli adatti a una clientela esclusiva.
Decide quindi di presentarsi a un evento organizzato dalla società per inscenare una protesta contro Dorsey Fitzgerald, l’amministratore delegato. Peccato che, non sapendo nemmeno che faccia abbia, Liza scambi l’uomo – di origini filippine – per un cameriere latino-americano.
Tra i due inizia così una relazione a dir poco esplosiva: flirtano e litigano, litigano e flirtano.
E ancora, ancora, ancora.
Liza e Dorsey sono come il giorno e la notte – lei è grintosa e rivoluzionaria, lui è ansioso e conformista –, e provengono da ambienti opposti, eppure entrambi hanno dovuto combattere i pregiudizi e il razzismo per affermarsi.
Forse, in fondo e dove davvero ha importanza, Liza e Dorsey non sono poi così diversi e quella passione che li lega potrebbe trovare il modo di trasformarsi in qualcosa di più profondo, duraturo e stabile.

Se mi chiedono qual è il classico che amo, la risposta è immediata: Orgoglio e pregiudizio. L'ho amato ancor prima di leggerlo quando da ragazzina vedevo il film del 1940 insieme a mia nonna e mia madre. Sarà stato il meno attendibile, ma io è così che ho sempre immaginato Darcy ed Elizabeth. E proprio da qui che ho cominciato ad amare tutti i retelling libreschi.
Potevo perdermi questo della Payne? Assolutamente, tra l'altro la trama mi aveva davvero colpito. 
Purtroppo il libro non è promosso completamente a pieni voti perché è uno di quei romanzi in cui ci sono tante cose che mi hanno colpito facendomi andare avanti nella lettura fino ad arrivare alla conclusione, ma altre che proprio non mi hanno convinto e di contro mi hanno rallentato.
Le cose che mi hanno stonato non sono neanche poche e vi garantisco che mi avrebbero anche portato a chiudere il libro e non dargli una seconda possibilità. Invece anche se ci ho messo dieci giorni per finire il romanzo, l'ho voluto continuare perché la curiosità era veramente tanta.
La fatica più grande è sicuramente la terza persona, che io odio parecchio negli ultimi anni, ma che qui non ho trovato molto scorrevole e mi saltava troppo il pov. Sicuramente se lo avesse scritto in prima persona avrebbe carburato molto meglio perché alcune scene sono state davvero interessanti. 
Cosa mi ha avvinto è stato il tema originalissimo introdotto dall'autrice sulla gentrificazione, un concetto sociologico sul processo di imborghesimento di aree urbane operaie, da cui deriverebbe la protesta messa in atto dalla protagonista. Purtroppo anche qui, le tematiche della protesta non sono mai state troppo approfondite e non si è mai vista chiaramente Liza alle prese con questo problema.
Nel romanzo ci ho visto veramente tanto potenziale e complessità che però l'autrice non è riuscita del tutto a sfruttare perché in alcuni punti ha perso di vista il problema, in altri ha seguito probabilmente troppo fedelmente l'originale da rendere qualche scena un po' troppo esasperata.
Ho di contro apprezzato che celebrasse la cultura nera e l'aggiunta di altre tematiche importanti come tutto il discorso legato alla beneficenza e alle adozioni... che però hanno reso sicuramente il personaggio di Darcy "un po' troppo meno Darcy"... voglio spiegarmi meglio, le sue origini in questo romanzo non potevano renderlo l'aristocratico di nascita che è nella realtà; pertanto, nonostante il personaggio non mi sia dispiaciuto, non mi ha pienamente convinta nei panni del vero Darcy. Senza contare che fargli vestire i panni del costruttore milionario ma con senso etico per quanto interessante e alternativa non era una scelta facile.
Diciamo che se la penna in terza persona fosse stata più fluida nel dipanare situazioni e scambi di dialoghi forse il tutto sarebbe stato più credibile e possibile.
La storia seguiva l'originale abbastanza da vicino e forse questo può aver contribuito a renderlo in alcuni punti troppo forzato. 
Fabiana




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