Francesca Cani,

Recensione: Andreas e Zoya. Il fiore di pietra di Francesca Cani

aprile 23, 2018 Flinka 0 Comments

Carissime lettrici, oggi vi parlo dell'ultimo romance storico di Francesca Cani: Andreas e Zoya. Il fiore di pietra edito da Leggereditore.


Titolo: Andreas e Zoya. Il fiore di pietra
Autore: Francesca Cani
Editore: Leggereditore
Pagine: 256
Genere: romance storico
Costo ebook: 4,99 cartaceo: 10,96

Trama:
Anno Domini 1112. Zoya è convinta che non troverà mai l'amore a causa delle cicatrici che le attraversano il viso come graffi di una fiera. La sua vita è cambiata undici anni prima, quando era ancora una ragazzina innamorata, ma ora è una donna e sa cosa desidera: ricominciare a vivere in un luogo lontano dal passato. Per questo parte per la rocca di Rostock, dove spera di liberarsi dei pensieri che le avvolgono la mente e il cuore. Il castello sul fiordo di Rostock è stato assegnato a uno spietato guerriero, arrogante e violento, che tutti chiamano der Bär, l'Orso, ma il cui vero nome è Andreas. Proprio in lui Zoya riconosce il suo amico di infanzia e primo segreto amore, tornato dall'Oriente dopo aver affrontato e superato terribili prove. Lei è stata la sola donna che abbia mai toccato lo spirito di Andreas prima che si trasformasse in roccia. L'amore tra i due riemerge con forza, ma a separarli c'è un abisso di segreti che solo il sentimento più potente può colmare. L'Impero vacilla, la corona è contesa, Enrico V e il duca Lotario si affrontano in sanguinosi conflitti. Amore o guerra? La scelta spetta a un cuore di pietra.

Recensione:


Zoya. Il suo nome gli esplose nella mente, nel petto, sulle labbra, ovunque avesse anche solo una crepa lasciata vuota dalla birra che gli stordiva i sensi. Capelli color del miele che cola da un favo...



E' la prima volta che leggo un romanzo di Francesca Cani e ora ho una voglia smisurata di tuffarmi su tutte le sue pubblicazioni e recuperare il tempo perso. 
Se mi fosse chiesto di rappresentare il romanzo di Andreas e Zoya con una metafora o un accostamento, troverei che il titolo è perfettamente azzeccato a rendere l'idea. Non solo il fiore di pietra è effettivamente presente nella storia e ha un senso, ma allo stesso tempo è la prima immagine che mi viene in mente se dovessi descrivere questo romanzo che ha la forza e la crudezza di una pietra a tratti e al contempo la delicatezza profumata di un fiore. Qualcosa che si accosta perfettamente anche allo stile dell'autrice che a seconda della scena e del personaggio si adegua con la sua scrittura.
La storia stessa di Zoya e Andreas è come un fiore di pietra, qualcosa che nonostante il tempo che passa non riesce a svanire, neppure quando tutta la crudeltà del mondo si mette contro i protagonisti, insieme alla loro ferma volontà di resistere all'amore e ai sentimenti. Quello che li lega è proprio come questo fiore di pietra, una rosa del deserto che il vento caldo scolpisce negli anni ma resta immutata la sua forma, qualcosa che, nonostante la ragione voglia seppellire, continua a bruciare e a trasformarsi e a crescere. Per ragioni diverse, i due hanno preso strade diverse e lontane, per ragioni diverse hanno provato a dimenticare e cancellare quel legame che li unisce.
Andreas e Zoya non è soltanto una storia d'amore ambientata nell'anno 1112, ma ricostruisce abilmente l'ambientazione storica di quel periodo, l'autrice con le sue parole riesce a catapultarti direttamente in quegli anni freddi, spietati e cupi. Tra le fila della storia d'amore l'autrice intreccia la storia dello stesso re Enrico V e di Lotario II di Supplimburgo, regalando al romanzo una dimensione che va oltre la semplice storia rosa.
Non vado pazza per i salti temporali ampi, qui ce ne sono un paio, assolutamente necessari a rendere l'idea del passato, del legame che li unisce e degli anni che li hanno separati colmandoli di disgrazie e sventure. Vi dirò avrei voluto saperne ancora di più sul loro passato, su quando erano ragazzini nel deserto e lui l'aveva difesa dai pericoli, ma immagino che sia tutto presente nel precedente volume dedicato a Jonas e Veridiana. Sì è un pò rallentato il ritmo negli anni della separazione, anche se quegli anni, hanno lanciato il successivo dipanarsi degli intrighi di cui resteranno vittime nel presente.
Quando poi il destino beffardo fa incrociare di nuovo le loro strade, il ritmo diventa più veloce, più rosa, più sensuale, ma al tempo stesso rabbioso, doloroso perché i personaggi restano fedeli a loro stessi, pur lentamente piegandosi al sentimento.
Ho amato Zoya, una ragazzina che non aveva mai avuto paura di mostrare il suo amore, il suo affetto incondizionato, fino a quando un tragico incidente ha cambiato la sua esistenza. Un cambiamento così radicale da spingerla a essere una reietta in mezzo alla sua stessa gente che la maltratta e sparla di lei. E' come se ormai la vita per lei, in quel piccolo mondo ristretto, non avesse più altro da offrirle e la spinge a compiere delle scelti forti.

Con le dita aperte lui percorse le cicatrici che le attraversavano il viso. 
«Sembra il graffio di un animale, non trovi? 
«Il segno della zampa di un orso» 
mormorò lei del tutto esposta. 
‘Sono tua’ gli disse con quel gesto,
 lo sono sempre stata.

Andreas è il figlio di un re, un futuro re, un ragazzino che come un principe azzurro salva Zoya. Questo un tempo, poi è soltanto un figlio che cresce nel senso di colpa, un figlio che pensa di non essere degno di quel posto che gli aspetterebbe. Complice il destino crudele e l'oppressione del senso di colpa, prenderà la sua strada e si trasformerà in Bär, l'orso, spietato e crudele.

Ma che combattesse nel deserto 
o fra i boschi di abeti delle terre del Settentrione,
 nessuno poteva arrestare l’incedere dell’Orso. Era una calamità, 
uno spirito vendicativo e non conosceva sconfitta. 
Il suo vero nome fu dimenticato, nessuno sapeva 
che dentro al feroce Bär c’era stato un uomo chiamato Andreas.

E' un uomo dominato dalla sete di vendetta, con le sue parole dure cerca di ferirla e tenerla a distanza. Eppure dall'altro lato pretende e impone perché lui è pur sempre il re e lei una semplice servitrice.
Ho amato Andreas nonostante il suo carattere duro e spigoloso, a tratti rude e provocatorio. Non è certo un uomo dolce e tenero che conquista con le poesie, ma quello che si ama di lui è proprio questo essere così freddo nelle emozioni, così freddo da sembrare di essere scolpito nella dura pietra, ma piano piano saprà sciogliersi anche lui da questi ghiacci perenni in cui ha costretto il suo cuore.
Lo stile dell'autrice è incalzante, serrato, fluido; uno stile che conquista fin dalle prime battute e che mi ha trascinato in una lettura all'ultimo respiro senza mai riuscire a chiudere le pagine fino a quando non ho letto la parola fine... e vi garantisco che poi mi è preso un colpo al cuore perché avrei voluto leggere altre mille pagine su questi due meravigliosi personaggi.

Complimenti all'autrice!

Fabiana


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