Recensione: Storia di una famiglia perbene di Rosa Ventrella
Carissime
lettrici oggi vi parliamo di Storia di una famiglia perbene di Rosa
Ventrella. Una storia di una famiglia perbene è un romanzo che sembra venire direttamente da un altro tempo.
Autore:
Rosa Ventrella
Editore:
Newton Compton
Pagine:384
Costo:
5,99 (ebook); 10,00 (cartaceo)
Genere: Narrativa contmporanea
Trama:
Anni
Ottanta. Le estati a Bari vecchia trascorrono tra i vicoli di
chianche bianche, dove i ragazzini si rincorrono nei dedali di
viuzze, in mezzo ai profumi delle lenzuola stese e all’aroma dei
sughi. Maria cresce insieme ai due fratelli più grandi, Giuseppe e
Vincenzo. È una bambina piccola e bruna, dai tratti selvaggi che la
rendono diversa dalle coetanee: una bocca grande e due occhi quasi
orientali che brillano come punte di spillo. Ha un modo di fare
insolente, che le è valso il soprannome di Malacarne. Vive immersa
in una terra senza tempo, in un rione fatto di soprusi subìti e
inferti, a cui è difficilissimo sottrarsi. L’unico punto fermo,
negli anni tra l’infanzia e l’adolescenza, è Michele, figlio
della famiglia più disgraziata di Bari vecchia. L’amicizia tra i
due si salda e rinforza, nonostante l’ostilità delle famiglie e i
colpi bassi della vita. Finché quel sentimento, forte e insieme
delicato, quasi fraterno, non diventerà amore. Un amore che, anche
se impossibile, li preserva dal rancore verso il resto del mondo e
dalla decadenza che li circonda.
Chi
è Rosa Ventrella
È
nata a Bari ma vive a Cremona. È laureata in Storia contemporanea e
ha un Master in Dirigenza Scolastica. Per molto tempo ha scritto su
riviste storiche specializzate e ha tenuto diverse conferenze sulla
condizione femminile nella storia. Ha lavorato come editor per una
casa editrice e da anni cura laboratori di scrittura creativa per
ragazzi e adulti presso il CPIA di Cremona. Con la Newton Compton ha
pubblicato Il
giardino degli oleandri, Innamorarsi
a Parigi e Storia
di una famiglia perbene.
Recensione:
L'autrice con uno stile curato e descrittivo, riesce a far immergere il lettore nella Bari degli anni '80.
L'autrice con uno stile curato e descrittivo, riesce a far immergere il lettore nella Bari degli anni '80.
Storia
di una famiglia perbene narra la storia della famiglia di Maria,
detta Malacarne. Quella di Malacarne è una famiglia che vive nella
zona di Bari più povera, quella in cui tutto, dalle case alle
famiglie stesse, è velato di quel velo oscuro che dà la povertà e
la trascuratezza. Durante la lettura si avverta quasi il rumore del
mare, quello dei vicoli o il vociare delle donne. È un romanzo che
coinvolge tutti i sensi con la sua cruda realtà .
Malacarne
ci guida con uno sguardo a tratti fanciullesco e a tratti adulto
nella vita non solo della sua famiglia, ma anche di quella delle
famiglie del quartiere.
Maria
è una bambina che vive con disagio, con odio e talvolta con un
affetto che lei stessa non si spiega il suo rapporto con il padre. Un
padre che alterna tratti violenti ad evidenti debolezze. Questo
rapporto con la figura paterna è una costante che si ripete per gran
parte della sua infanzia, adolescenza e parte della vita adulta.
Malacarne
è una bambina che è costretta ad affrontare situazioni, argomenti e
rapporti a cui non dovrebbe essere esposta, ma che in realtà non può
evitare.
L'autrice
affronta diversi argomenti. Interessante è il modo come la nostra
narratrice vede se stessa e il suo corpo e come ci si paragona agli
altri. Maria è una bambina a disagio con un corpo non ancora del
tutto sviluppato rispetto a quello delle altre bambine, e che non
riesce a vedere il suo potenziale e la sua bellezza. Per questo
decide di puntare sullo studio e sull'intelletto. La scuola si
trasformerà nel suo biglietto di sola andata per lasciare quel
quartiere povero di Bari, per costruirsi un futuro diverso rispetto a
quello della madre. Ma vedremo che le cose non vanno mai come
pianificate.
Un
altro aspetto interessante è sicuramente il quartiere in sé.
Dominato da, per lo più, famiglie dei pescatori, nel quartiere vi è
una sorta di gerarchia consolidata anche dall'uso di soprannomi che
segnano famiglie per decenni, anzi per generazioni. Quei soprannomi
sono delle vere e proprie condanne, sia in positivo che in negativo,
in quanto restringono tutti gli abitanti in spazi e ruoli
strutturati. Il diverso, il non accettato vive in una posizione
destinata a corrompere nel tempo.
Avevo
accennato in precedenza alla “violenza” del padre di Maria, ma
devo anche citare la pazienza e forse l'innocenza della madre di
Maria, Teresa. Teresa sopporta per se stessa e per i suoi figli il
comportamento di un uomo che continua a giustificare. “Lui non è
sempre stato così” sembra essere una frase ricorrente tra le
giustificazioni di Teresa che da alla figlia che le chiede,
direttamente ed indirettamente, spiegazioni. Teresa è una donna che
ha dedicato la vita ai suoi figli e al marito, cercando di non
disturbare in tutti i modi l'umore altalenante del marito e togliendo
a se stessa per dare alla sua famiglia. Teresa è una donna che prova
sulla sua pelle quello che una decisione all'apparenza giusta può
cambiarti la vita.
Un
altro personaggio importante che accompagna l'infanzia di Maria è
Michele. Michele è un bambino segnato dalla famiglia in cui è nato,
una famiglia che non gli da la pace e la serenità che un bambino
merita. Michele si avvicina a Maria sia perché entrambi condividono
i problemi familiari, ma anche perchè entrambi non si sentono del
tutto accettati a scuola. Il rapporto sarà altalenante a causa di
alcune ingerenze esterne. Ma vedremo che, alcune volte, due destini
devono incrociarsi ed intrecciarsi.
Storia
di una famiglia perbene è un libro corale che descrive con un
linguaggio, uno stile ed un ritmo incessante la vita in una Bari di
quartiere. L'autrice ci regala degli scorci quasi poetici,
inframmezzati da episodi crudi come solo la vita può essere.
Parlarvi
di questo libro è complesso perché la storia stessa nella sua
sempicità lo è. Maria ci narra alcuni episodi della sua vita pregni
di significato. Una vita piena di persone che ne fanno parte, come i
fratelli Giuseppe e Vincenzo o la nonna, o di persone che ne entrano
ed ne escono segnandola.
In
conclusione, vi consiglio davvero di leggere la storia di Malacarne e
della sua famiglia, perché vi farà riflettere su quanto il luogo in
cui viviamo e le persone che amiamo possano influenzare e renderci
quello che saremo da adulti.
Claudia
0 Commenti: