Mariana Zapata,

Recensione: Non so perché ti amo di Mariana Zapata

maggio 29, 2019 Virgy 0 Comments

Care cercatrici, oggi Sushka vi parla di Non so perché ti amo di Mariana Zapata, edito da Newton Compton.

Titolo: Non so perché ti amo
Autore: Mariana Zapata
Editore: Newton Compton
Genere: Contemporary
Pagine: 477
Costo: 5.99 ebook, 8.41 cartaceo

Trama: 
Jasmine Santos ha trascorso quasi tutta la vita sul ghiaccio: è una campionessa di pattinaggio in coppia. Ma, ora che il suo partner l’ha scaricata, non ha molte possibilità: per quanto sia talentuosa, il suo caratteraccio è un vero ostacolo a trovare qualcuno disposto a fare coppia con lei. Forse è arrivato il momento di dire addio ai pattini? Quando il campione del mondo in carica, Ivan Lukov, le chiede di diventare la sua nuova partner, Jasmine sa che potrebbe essere un’occasione unica e irripetibile. Il problema è che lei e Ivan non si sopportano e non fanno che litigare da quando erano adolescenti. Ma, se vogliono che la coppia funzioni, devono provare ad andare d’accordo… o almeno a cercare di non uccidersi durante gli allenamenti. Perché il pattinaggio è una questione di fiducia e per Jasmine e Ivan è impensabile vincere senza fidarsi l’una dell’altro. Se Jasmine vuole davvero tornare in pista, dovrà rimettere tutto in discussione. Persino il suo odio per Ivan.

Recensione:
La narratrice assoluta di ‘Non so perché ti amo’ è Jasmine una ventiseienne frustrata che si divide fra l’amore viscerale per il pattinaggio artistico su ghiaccio, e la sua particolare famiglia. Solo il padre non crede nelle sue capacità e trova ogni occasione per ricordarle la difficoltà dell’apprendimento, istigandola a iscriversi  all’università, oppure trovare un lavoro ‘serio’ che le permetta di essere indipendente economicamente. 
E’ proprio l’atteggiamento del padre a rendere Jasmine determinata nel voler vincere una medaglia, soprattutto dopo gli ultimi cinque anni passati a osservare gli altri atleti che salivano sul podio. Per lei i pattini non sono altro che un prolungamento del suo corpo, il ghiaccio è il suo elemento naturale, la competizione è la particella che unita all’ossigeno le permette di respirare regolarmente e la disciplina è incisa nel suo Dna. 
Jasmine, supportata dalla madre, fratelli e dall’allenatrice Galina, si sottopone a estenuanti allenamenti, infinite ripetizioni dei passaggi delle figure acrobatiche. Fuori dalla pista di ghiaccio frequenta regolari lezioni di pilates, danza classica, jogging, e ogni giorno si conclude con una lunga doccia gelata che lenisce ogni muscolo indolenzito. Tanto è ligia nella disciplina, tanto è poco affabile nelle relazioni con gli altri: non ha una vita sociale, l’unica amica è Karina che non sente regolarmente a causa della distanza e studi universitari di quest’ultima, non si perde in chiacchiere nello spogliatoio se non per gelare l’ambiente con le sue frasi ‘taglia e cuci’, i giornalisti non aspettano altro che un suo ennesimo sfogo al vetriolo, i fan non le piacciono, in particolar modo i bambini, e raramente pensa prima di parlare. A lei non interessa nulla di tutto ciò, ovviamente ci sta male, ma una volta che la lama del pattino tocca la pista di ghiaccio,  ogni cosa svanisce.

“Io volevo vincere. Lo volevo. L’avevo sempre desiderato. Negli anni avevo pianto, avevo accettato i lividi, le ossa rotte, i traumi cranici, i muscoli stirai, la mancanza di amici, la lontananza da scuola, avevo rinunciato all’amore, avevo ignorato la mia famiglia. Tutto per questo. Per questa passione che era più grande di tutto il resto. Per questo sport che mi aveva insegnato a rialzarmi dopo ogni caduta.”

In molti attendono il suo ritiro dalle gare per diventare un’allenatrice, ma Jasmine non vuole ancora arrendersi perché non si considera alla fine della carriera e quando inaspettatamente le viene proposto di diventare la partner per Ivan Lukov l’atleta plurimedagliato e osannato al mondo, il suo sogno sembra continuare. 
Lui è bello tanto da competere con i modelli di intimo, è ricco e famoso, nonché fratello maggiore di Karina. Ha una prestanza fisica sulla pista di ghiaccio quanto scenica davanti alle telecamere, ma solo durante la lettura si riesce a scorgere quello che c’è dietro l’apparenza e scorgere il di più che è Ivan, quel di più  che Jasmine non vuole vedere, ostinata nel rimanere sulla modalità di odio e diffidenza.

“Era sempre così. Non riuscivo a ricordare un solo giorno della mia vita in cui non mi fossi sentita delusa. Da me stessa, il più delle volte. Dannazione. Dovevo saperlo. Perché, altrimenti, sarebbe dovuto venire da me? Per propormi di diventare la sua partner fissa? Certo che no.”

L’ostilità che l’una prova per l’altro viene tenuta sotto scacco dall’unico obiettivo che a entrambi interessa: vincere in un anno tutte le competizioni migliori mondiali e poi ognuno per la sua strada. 
Allenamento dopo allenamento imparano ad avere fiducia l’uno verso l’altra, prendono confidenza con i rispettivi corpi, riescono a fingere davanti agli altri trattenendosi a fatica dall’offendersi a vicenda per ogni minima cosa e nel tempo scoprono il valore della complicità.

“Rimanemmo entrambi in silenzio e ci scambiammo un’occhiata. Mimai con la bocca le parole ‘fai schifo. E lui, con le labbra rosee, sussurrò ‘anche tu’. Udimmo un altro sospiro, ancora più rassegnato. “Ci vedo bene. So leggere il labiale. Dico a entrambi.” Non ignorai l’allenatrice come ci aveva chiesto, ma in fondo avevo promesso si non dire niente. Potevo tranquillamente muovere le labbra senza emettere suoni. ‘Sei una merda.’ La sua lingua giocherellò fra i denti, poi Ivan rispose ‘Come quella che ho davanti.”

Dicono che i migliori amici si vedono nel momento del bisogno e Jasmine si accorgerà che Ivan può essere un’ottima spalla su cui appoggiarsi e se si ha difficoltà nel chiedere aiuto, il non irrigidirsi nel sentire un abbraccio avvolgente mentre si piange, può essere un modo come un altro per farlo e lasciarsi andare.
Sono sincera, la spinta che mi ha fatta proseguire con interesse la lettura, è stata quella di trovarmi a leggere una storia reale: niente è stato affrettato, tutto aveva il suo giusto momento e nel tempo i caratteri dei due protagonisti si sono amalgamati fino a essere in perfetta sintonia fuori e dentro la pista di ghiaccio.  
Il punto debole di questo libro è il giro infinito di parole che l’autrice inserisce all’interno di ogni scena, più di una volta rompe il momento goliardico, frizzante o ritmato presente fra Jasmine e Ivan. Ho molto apprezzato il non dovermi trovare a leggere descrizioni tecniche delle figure acrobatiche o altri dettagli degli addetti ai lavori, inoltre tutti i personaggi sono, non solo caratterizzati molto bene, ma inseriti nel contesto in maniera sapiente e arguta. Il risultato finale è molto armonioso e il carattere scontroso di Jasmine riesce a bilanciare questa storia, senza farla cadere nel mieloso. 
Ora non dovete far altro che indossare un paio di pattini da ghiaccio, una calda felpa e volteggiare come una farfalla e sperare che Ivan sia il vostro partner!

Sushka



*Copia Arc fornita dalla Ce

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