Jewel E.Ann,

Review tour i battiti dell'amore di Jewel E. Ann

maggio 03, 2019 Licio 0 Comments


Carissime, oggi partecipiamo al review tour di I battiti dell'amore di Jewel E. Ann edito da Newton compton editore, uscito il 30 aprile.

Titolo: I battiti dell'amore
Autore: Jewel E. Anne
Editore: Newton Compton
Pagine: 416
Genere: romanzo contemporaneo
Trama: 
«Una irresistibile storia di odio-amore.»
La perfetta unione di romanticismo e ironia!
Flint Hopkins è convinto di aver trovato la persona ideale a cui affittare lo spazio sopra il suo studio legale a Minneapolis. Spera ardentemente che la proposta di Ellen Rodgers vada a buon fine: le sue referenze sono ottime ed è persino di bell’aspetto. Ma quando Flint scopre che la ragazza passa le sue giornate a suonare… tutte le sue attese crollano. Ellen, infatti, è una terapeuta che usa la musica per aiutare i suoi pazienti. Tamburi, chitarre, persino urli a squarciagola. Flint è sul punto di scriverle una di quelle lettere degne di un avvocato d’assalto come lui, quando si accorge che a suo figlio, Harrison, affetto da una forma di autismo, Ellen sembra piacere molto. Un padre single non può certo competere con l’allegria contagiosa di una ragazza che suona la chitarra, ammaestra topolini e ha sempre il sorriso stampato sul viso. Purtroppo tende anche a invadere gli spazi di Flint… A sistemargli la cravatta, ad abbottonargli la camicia… Una cosa è certa: deve starle lontano!
L’amore si presenta sotto tante forme.
Anche quella di un’invadente ragazza dai capelli rossi.

«Brillante, divertente e romantico. Questa lettura ha saputo commuovermi e regalarmi un sorriso. Un’autrice da ricordare.»
Kate Stewart
«La perfetta unione di romanticismo e ironia!»


Recensione: 
Ho fatto un vero e proprio after-hours con questo romanzo, una volta aperto vi garantisco che non sono più riuscita a chiuderlo. 
La prima cosa che mi ha attratto è la storia che Jewl E. Ann ha deciso di raccontarci, quel primo capitolo dove tutti gli orrori cominciano, dove sai già che qualcosa non tornerà e non finirà bene, ma al tempo stesso finisci per affezionarti ai personaggi, alla loro essenza. Cominci a entrare sotto le maglie di quella sofferenza logorante dettata dal senso di colpa che mai ti abbandona.

Non ho voglia di scoprire che aspetto ha la morte sul volto di Flint Hopkins. Dovremmo ricordare gli altri nei loro momenti migliori, ma non è mai così. Sono il dolore e la bruttezza a restarci impressi per sempre.

Mi sono innamorata subito di Flint, è facile immedesimarsi con quello che sta provando, capire perché la sua vita è ormai ferma da dieci anni, perché non si prende la briga di viverla di nuovo, ma pensa che deve continuare a punirsi per espiare la colpa.

Perché le persone come non meritano nulla di più che una vita monotona.

Soffre, è tutto d'un pezzo, è serio eppure in tantissimi punti mi ha strappato più di una risata con la sua pungente ironia. I battibecchi con la sua segretaria che puntualmente licenzia ogni giorno sono uno spasso.

"Sei licenziata"
"Evviva! Ero preoccupata al pensiero che oggi me la sarei cavata senza licenziamento. A lunedì"
"A lunedì"

Così come molte delle battute che si scambia con la nostra Ellen sono dirompenti... devastanti così come è la protagonista di questo romanzo. 

Fantastica. Ha detto bene. Ellen Rodgers è irreale. Donne così strane esistono solo nella fantasia. L'unica cosa reale che ha sono le tette - perfette.

Non ho letto spesso nei romanzi di eroine similari, forse Ellen è proprio unica, ironica, pazza, senza peli sulla lingua. Lo corteggia sfrontata, lo tocca, lo destabilizza, lo tormenta, tutto questo senza un battito di ciglia o senza pensare che potrebbe essere pesante, potrebbe andare oltre o rendersi ridicola.
Sembra un pò sulle righe, una che viene da un altro mondo, senza pensieri, eppure anche lei nasconde altri segreti e tormenti. Quindi il suo personaggio mi è piaciuto moltissimo perché non immaginavo che dietro la follia di questo carattere, l'autrice avesse nascosto tanto altro che l'aveva fatta soffrire.
Il tutto è condito con tanti altri personaggi. Il primo fra tutti Harrison, un ragazzino autistico che bisogna prendere con le pinze. L'autrice è stata molto brava a mostrarci la difficoltà di questa patologia a far empatizzare con i sentimenti di chi ci circonda e ci vuole bene, la difficoltà di prendere i discorsi alla lettera invece che nel senso più ampio.
I genitori di entrambe le parti e i nonni di lei sono state delle macchiette esilaranti. Soprattutto il padre di Flint, con cui lui ha un rapporto totalmente confidenziale e amichevole.
Il libro tocca tantissimi temi importanti oltre al senso di colpa e alle seconde occasioni che la vita ci offre, alla malattia, all'amore figliale per un genitore, a quello di un genitore nei confronti di un figlio, alla musicoterapia come cura per tanti disturbi.
Questa autrice mi ha stupito perché il dramma profondo è stato spesso alleggerito da momenti di passione e di ironia. Ha saputo bilanciare benissimo i toni, in modo da renderlo a tratti una lettura toccante, ma dall'altra parte anche divertente. 

Fai pure, ma ti avverto: non aspettarti più che ci stia. La prossima volta scopati la tua mano. Sono certa che è l'unica cosa a cui daresti un dieci, razza di egocentrico.

E come se non bastasse oltre ai battibecchi, alla passione incontenibile e una richiesta di sfratto, non mancano tanti e tanti imprevisti della vita a complicare la situazione.
Non vedo l'ora di leggere altro di questa autrice.
Complimenti!
Fabiana


** copia fornita dalla CE

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