Recensione
Questo è il primo libro di Gregoire Delacourt che leggo e la sua penna, così elegante, è stata una bellissima scoperta. Questa storia, che solo all’apparenza può ridursi a un tradimento, è in realtà una narrazione profonda dei tormenti dell’anima, mescolando la felicità dell'amore con il dolore dell'assenza e del lutto.
L’autore sceglie il punto di vista della protagonista per narrarci questa storia. Conosciamo così Emmanuelle, una donna la cui confessione è senza concessioni e senza scusanti. Una colpa abbracciata completamente.
Emmanuelle e Olivier hanno tre figli, una buona situazione economica, Emma lavora in un negozio di abbigliamento, Olivier vende auto di lusso. Una vita all’apparenza tranquilla che nasconde una frustrazione e un malessere che logora dentro.
"Mi sento svuotata. Ansimavo per non volare via. Stavo diventando pallida, e a volte Olivier era preoccupato - parlando di trascorrere qualche giorno altrove, in Spagna, in Italia, ai laghi, come se la loro profondità avrebbe inghiottito la mia malinconia. Ma non ce ne andavamo, perché c'erano bambini, perché c'era la concessionaria, e perché alla fine mettevo sempre tutte le mie frustrazioni in tasca, ci posavo un fazzoletto sopra, come mi aveva insegnato mia madre. "
E poi un giorno qualunque, in un bar come tanti altri, scambierà un’occhiata con un uomo, Alexandre, e la casualità diventerà l’appuntamento fisso di cui non può fare a meno. Un appuntamento con un uomo, che non conosce e con cui non ha mai parlato, che però riesce ad accenderla e farla sentire nuovamente viva. Desiderata e desiderabile. Senza scambiare una parola, si innamorerà, si scioglierà di desiderio per lui. Emmanuelle non si fermerà davanti al terremoto che questo incontro può provocare, pur sapendo quali sarebbero state le conseguenze.
“Gli dico che me ne vado per amore. E finalmente le sue lacrime sgorgano libere.
Se fosse stato più grande, mi avrebbe risposto che non era vero, che non si va via per amore, ma che, al contrario, per amore si resta.
E io avrei sentito cedere le gambe.”
Solo che il bellissimo scenario di Emma e Alexander crollerà prima ancora che possa materializzarsi. Non per paura, non per la pressione - molto forte - dei bambini di mantenere tutto immutato, non per i rispettivi coniugi. Perché la vita, e la sfortuna, sono sempre in agguato.
"Ora so che il dolore è un amore che non ha spazio per vivere.”
Se la negazione è impossibile per Emma, lo è anche accettare questa nuova situazione, questo amore agognato, promesso e poi sfumato. Isolarsi, lasciarsi andare al dolore sarà l’unica soluzione possibile per Emma. Incapace di tornare dalla sua famiglia e rientrare nei binari della vita da cui è fuggita, troverà il sostegno di cui ha bisogno, e una nuova famiglia, in due personaggi improbabili ma di cuore in un remoto campeggio di Cucq
"Avevo abbandonato mio marito, i miei tre figli, per le labbra di un uomo e per mille speranze. Avevo vagato per mesi nella tentazione, avevo galleggiato in sua assenza. E mi ero persa in questo vuoto."
Poi arriva il terremoto. Il momento in cui tutto cambia e il passato non ha più importanza. Dove niente conta più. Resta solo il perdono. I personaggi possono allora parlare liberamente, lasciano cadere le maschere. Questa danza sul bordo dell'abisso è travolgente. Ti fa capire che "la vita è la breve distanza tra due vuoti" e che tutti dovrebbero essere liberi di scegliere come percorrere quella breve distanza.
Poesia.
Passione.
Dolore.
Danzando sull’orlo dell’abisso è tutto questo e molto di più.
“Credo che si barcolli d’amore per via di un vuoto interiore. Uno spazio impercettibile. Un appetito mai appagato.”
Questo è un libro che va letto e sentito, come nella vita, non si può giudicare. Così Emma non è un personaggio da condannare: è una persona coinvolta in un rapporto di coppia ormai finito che si innamora di un altro uomo. E, come spesso accade in questi casi, non ci sono una vittima e un carnefice chiaro: quando una relazione si sfalda le mancanze, le incomprensioni, i silenzi e i torti che hanno portato alla rottura sono frutto di entrambe le parti, consapevolmente o meno.
Essere liberi e avere scelte ci rende vivi ed è un tormento con cui dobbiamo imparare a convivere.
Alessandra A.
Danzando sull’orlo dell’abisso di Grégoire Delacourt
Care lettrici Alessandra vi parla di Danzando sull’orlo dell’abisso di Grégoire Delacourt, edito da DeAPlaneta.
Titolo: Danzando sull’orlo dell’abisso
Autore: Grégoire Delacourt
Editore: DeAPlaneta
Pagine: 235
Genere: narrativa
eBook: 8,99 euro
Cartaceo: 14,45 euro
Link order: https://amzn.to/35dpnoa
Emma, quarant’anni, felicemente sposata, tre figli, incontra lo sguardo di uno sconosciuto nella brasserie della cittadina in cui vive. E in un istante, capisce. Capisce che per quell’uomo è disposta a rischiare ogni cosa. Il matrimonio. La sicurezza. La serenità di coloro che ama più di se stessa. Quando lui dimostra di ricambiarla, Emma chiude gli occhi, spalanca il cuore e fa il grande salto. Danzando sull’orlo dell’abisso è il racconto di quel salto. Di cosa accade quando l’amore, la consuetudine, le fondamenta stesse di un’esistenza, vacillano sull’orlo di un abisso che tutto promette e tutto minaccia di inghiottire. Con precisione chirurgica e straordinaria sensibilità poetica, Grégoire Delacourt mette in scena la vertigine del desiderio, le conseguenze della libertà e l’intensità del momento in cui capisci che “il presente è l’unica eternità possibile.”Questo è il primo libro di Gregoire Delacourt che leggo e la sua penna, così elegante, è stata una bellissima scoperta. Questa storia, che solo all’apparenza può ridursi a un tradimento, è in realtà una narrazione profonda dei tormenti dell’anima, mescolando la felicità dell'amore con il dolore dell'assenza e del lutto.
L’autore sceglie il punto di vista della protagonista per narrarci questa storia. Conosciamo così Emmanuelle, una donna la cui confessione è senza concessioni e senza scusanti. Una colpa abbracciata completamente.
Emmanuelle e Olivier hanno tre figli, una buona situazione economica, Emma lavora in un negozio di abbigliamento, Olivier vende auto di lusso. Una vita all’apparenza tranquilla che nasconde una frustrazione e un malessere che logora dentro.
"Mi sento svuotata. Ansimavo per non volare via. Stavo diventando pallida, e a volte Olivier era preoccupato - parlando di trascorrere qualche giorno altrove, in Spagna, in Italia, ai laghi, come se la loro profondità avrebbe inghiottito la mia malinconia. Ma non ce ne andavamo, perché c'erano bambini, perché c'era la concessionaria, e perché alla fine mettevo sempre tutte le mie frustrazioni in tasca, ci posavo un fazzoletto sopra, come mi aveva insegnato mia madre. "
E poi un giorno qualunque, in un bar come tanti altri, scambierà un’occhiata con un uomo, Alexandre, e la casualità diventerà l’appuntamento fisso di cui non può fare a meno. Un appuntamento con un uomo, che non conosce e con cui non ha mai parlato, che però riesce ad accenderla e farla sentire nuovamente viva. Desiderata e desiderabile. Senza scambiare una parola, si innamorerà, si scioglierà di desiderio per lui. Emmanuelle non si fermerà davanti al terremoto che questo incontro può provocare, pur sapendo quali sarebbero state le conseguenze.
“Gli dico che me ne vado per amore. E finalmente le sue lacrime sgorgano libere.
Se fosse stato più grande, mi avrebbe risposto che non era vero, che non si va via per amore, ma che, al contrario, per amore si resta.
E io avrei sentito cedere le gambe.”
Solo che il bellissimo scenario di Emma e Alexander crollerà prima ancora che possa materializzarsi. Non per paura, non per la pressione - molto forte - dei bambini di mantenere tutto immutato, non per i rispettivi coniugi. Perché la vita, e la sfortuna, sono sempre in agguato.
"Ora so che il dolore è un amore che non ha spazio per vivere.”
Se la negazione è impossibile per Emma, lo è anche accettare questa nuova situazione, questo amore agognato, promesso e poi sfumato. Isolarsi, lasciarsi andare al dolore sarà l’unica soluzione possibile per Emma. Incapace di tornare dalla sua famiglia e rientrare nei binari della vita da cui è fuggita, troverà il sostegno di cui ha bisogno, e una nuova famiglia, in due personaggi improbabili ma di cuore in un remoto campeggio di Cucq
"Avevo abbandonato mio marito, i miei tre figli, per le labbra di un uomo e per mille speranze. Avevo vagato per mesi nella tentazione, avevo galleggiato in sua assenza. E mi ero persa in questo vuoto."
Poi arriva il terremoto. Il momento in cui tutto cambia e il passato non ha più importanza. Dove niente conta più. Resta solo il perdono. I personaggi possono allora parlare liberamente, lasciano cadere le maschere. Questa danza sul bordo dell'abisso è travolgente. Ti fa capire che "la vita è la breve distanza tra due vuoti" e che tutti dovrebbero essere liberi di scegliere come percorrere quella breve distanza.
Poesia.
Passione.
Dolore.
Danzando sull’orlo dell’abisso è tutto questo e molto di più.
“Credo che si barcolli d’amore per via di un vuoto interiore. Uno spazio impercettibile. Un appetito mai appagato.”
Questo è un libro che va letto e sentito, come nella vita, non si può giudicare. Così Emma non è un personaggio da condannare: è una persona coinvolta in un rapporto di coppia ormai finito che si innamora di un altro uomo. E, come spesso accade in questi casi, non ci sono una vittima e un carnefice chiaro: quando una relazione si sfalda le mancanze, le incomprensioni, i silenzi e i torti che hanno portato alla rottura sono frutto di entrambe le parti, consapevolmente o meno.
Essere liberi e avere scelte ci rende vivi ed è un tormento con cui dobbiamo imparare a convivere.
Alessandra A.
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