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Carissime oggi vi parlo di Il Barbaro di Roma di Adele Vieri Castellano, edito da Amazon Publishing.
La Bestia non ha più nulla del grande guerriero che era un tempo, è soltanto un corpo da gettare nell’arena contro uomini e belve. Nella sofferenza della sua prigionia gli è rimasto solo un incontenibile desiderio di vendetta.
Esistenze divise, cuori spezzati. Eppure qualcosa accadrà in quello stadio affollato di gente, in quella città così lontana da Roma. Giulia comprenderà che le tante miglia percorse e la grande sofferenza che l’ha ferita così profondamente alla fine l’hanno condotta fin lì, dove porterà a termine una difficile missione anche a costo della sua stessa vita.
Nato: in un villaggio chatto il 4 aprile del 22 d.C.
Capelli: neri
Occhi: verdi
Segni particolari: nessuno… per il momento
Colore preferito: rosso
Metallo: il ferro, la durezza della sua spada
Portafortuna: crede solo nel Gaefa, il destino dei Germani
Ascendente: ariete
Il principe Raganhar di Gerlach nasce all’alba, nel pieno risveglio della natura, partorito dalla madre inginocchiata come usano i Germani chatti, affinché i neonati vengano accolti nelle braccia della Madre Terra. Nel suo destino, predetto da un veggente, c’era un popolo straniero e terre lontane e così è avvenuto: è stato infatti catturato dai romani e portato a Roma come ostaggio. Ma la sua prigionia è mutata ben presto, perché lui è nato nel segno astronomico dell’ariete, il cui pianeta dominante è Marte il guerriero e il suo elemento è il fuoco. Nulla può domarlo o trattenerlo anche se il suo amico più caro, a dispetto di cultura e origini, è un romano.
Ama il rosso in tutte le sue sfumature: il colore del cuore, del sangue dei nemici, del rubino, del corallo e il metallo che predilige è il ferro, che appartiene a Marte. È intelligente, dinamico, determinato, il suo carattere è affine al maestoso cervo maschio dai grandi palchi che domina il branco e, se fosse rimasto nella sua terra, sarebbe diventato un re giusto, ardito e saggio.
Il simbolo che meglio lo rappresenta è la testa dell’animale stesso e le sue corna, emblema della fecondità nella Natura. Come la primavera, che lo ha visto venire al mondo, anche Raganhar ha dentro di sé la forza di un germoglio che spunta dal terreno, dell’eruzione di un vulcano o la travolgente potenza di una cascata perché è nato nei giorni successivi all’equinozio di primavera che rappresenta il cambiamento e la continuità della vita. Nella mitologia il suo segno è connesso alla leggenda degli Argonauti, condotti da Giasone verso la Colchide per conquistare il vello d'oro: anche lui è un conquistatore in tutto ciò che pensa e fa e, in un certo senso, è lui che alla fine ha conquistato i romani.
Ha bisogno di agire, organizzare, è un originale e rifiuta di venire organizzato o dominato. È un egoista perché tutto ciò che gli piace ama possederlo e lotta per quel possesso, perché è coraggioso e apprende rapidamente. Ama comandare, risolvere situazioni difficili, prende spesso l’iniziativa ma sa anche accettare i consigli quando capisce che sta sbagliando. Irrequieto per natura, ha la costante necessità di nuovi traguardi, di nuove idee, nuove avventure. A volte è privo di tatto, perché la sua natura irruente lo porta a volere tutto ma ha una memoria ferrea, non dimentica i torti anche se il forte senso di giustizia smorza, il più delle volte, questa sua caratteristica.
Dotato di grande energia, a volte soffre per i propri entusiasmi e per gli eccessi ma non per questo si ferma: è coraggioso e impulsivo fino alla temerarietà, se convinto delle proprie ragioni, e non è affatto diplomatico ma spontaneo, fino al punto di concludere anche in perdita i propri rapporti affettivi. Spesso non bada alle conseguenze delle sue azioni o delle proprie parole, e altrettanto sovente ricade negli stessi errori ma è sempre pronto a riprendersi, a rialzarsi. Pur non essendo riflessivo, né costante, tende ad agire fin quasi a logorarsi anche per colpa delle frustrazioni che comporta l'impossibilità di realizzare i suoi obiettivi ma il principe ha in sé una forza che potremmo definire misteriosa: cade, ricade, cade ancora ma sempre si rialza e affronta le difficoltà senza mai arrendersi.
È capace di grande lealtà verso coloro che ama e incapace di rancori prolungati, attacca frontalmente ogni ostacolo, senza mai aggirarlo o tergiversare e detesta la menzogna. Non mentirebbe mai nemmeno per salvarsi la vita e non accetta l’ipocrisia, non ha mezze misure nemmeno nei confronti del denaro: è prodigo o avaro all’eccesso. Orgoglioso e fedele, il più delle volte si stanca dei rapporti mediocri o instabili e il suo amore più grande è per la libertà.
In amore è un guerriero pronto a combattere e, più l’oggetto del suo amore è irraggiungibile, più il suo cuore s’infiamma e non si arrende, certo di vincere. Ama il sesso, è reattivo e non bisogna aspettare molto per accenderlo. La donna che scatena il suo desiderio deve essere morbida ma dotata di forza e bellezza, trasgressiva e originale.
Raganhar protegge sempre le persone che gli sono vicine, corre in loro difesa, eppure non è facile essere suo amico: si devono sopportare aggressività e di irruenza ma, a parte questo, c'è sempre nel bisogno e nei momenti gioiosi del divertimento.
Ariete ascendente ariete, è forte e dinamico, impulsivo e collerico ma in ciò che fa è instancabile e irriducibile. In amore è un uomo appassionato, soggetto a colpi di fulmine e ciò che vuole non lo dimenticherà. Mai.
Adele Vieri Castellano ha creato ancora una volta due personaggi assolutamente straordinari e sorprendenti e sapientemente strutturati da sembrare reali. Soprattutto Raganhar, che con la sua disperazione mi ha dato i brividi sulla pelle tanto era profondo il tunnel dove la sua mente e il suo corpo erano sprofondati. Dove non c'è posto per la luce ma solo la cruda volontà di sopravvivenza che è insita in ogni animale che cammini sulla nuda terra. Sopratutto se è alimentata da un odio e una sete di vendetta profonda e devastante.
in catene aveva sognato spesso di averla accanto e da lei aveva raccolto la forza di affrontare ogni alba e ogni tramonto pur senza vederli perché rinchiuso in una prigione buia, incatenato, affamato, solo. Era stata in ogni stadio in cui aveva lottato, sulla sabbia lorda di sangue per ogni avversario che aveva ucciso. Lei e solo lei.
Non da meno è il personaggio femminile di Giulia che dimostrerà la vera forza di una donna. Con un mente brillante è diventata una grande commerciante che riesce a muoversi in quei campi che ai tempi erano di sola priorità maschile.
Lei da sempre ha preferito fuggire di fronte all'amore per paura di soffrire piuttosto che restare e rischiare di mettere di nuovo in gioco il suo cuore dolorante e spezzato dalla vita.
Questa sarà la volta decisiva: scappare o combattere per quell'amore che da anni tenta di negare a se stessa.
Giulia guardò le labbra spesse, arse dalla salsedine, amare come il sale e dolci come l’amore. Un selvaggio, un barbaro. Alzò un dito, le sfiorò e vide uno scintillio incendiare la palude. Raganhar di Gerlach abbassò il capo e posò le labbra sulle sue con delicatezza, quasi avesse paura di romperla; lei non aveva paura, non più, e non era fragile, non più. Amami, pensò. Perdonami.
La rinascita di Raganhar è quello che da spicco a questa storia, ricca di pathos tanto da farmi spuntare le lacrime e stringere lo stomaco in alcune scene.
Due protagonisti forti e intrepidi che ho così fortemente amato e che alla fine del libro ho salutato con vivo dispiacere.
Spero ardentemente che la Vieri Castellano decida di continuare la serie così che io possa rincontrarli nella prossima storia.
«Voglio guardarti mentre mi accogli dentro di te.» L’avrebbe sempre ricordata così perché tre anni erano una lunga attesa e Giulia era sua, lo era sempre stata, e lui ne avrebbe reclamato il possesso.
Con questo romanzo l'autrice ha saputo trasmettermi tutte quelle emozioni che solo chi ha un grande talento narrativo e preparazione come Adele Vieri Castellano può! Tanto da dare al lettore la percezione di essere trasportato dentro le pagine, per la dovizia di particolari storici che è chiaramente frutto di profonde ricerche e studi.
Degno di nota è il modo in l'autrice ha saputo intessere la trama in un'ambientazione storica dove gli intrighi, cospirazioni politiche e ambizioni personali fanno da padrone.
Era la sua perla segreta, il porto dopo la tempesta, la sola che poteva risparmiargli il male e trascinarlo spudorata verso il bene. L’unica che avrebbe mai potuto cancellare la sofferenza delle catene, delle frustate, della solitudine.
Blog tour: Il barbaro di Roma di Adele Vieri Castellano
Carissime oggi vi parlo di Il Barbaro di Roma di Adele Vieri Castellano, edito da Amazon Publishing.
Titolo: Il Barbaro di Roma
Autore: Adele Vieri Castellano
Genere: Romance storico
Editore: Amazon Publishing
Data di uscita digitale e cartaceo: 7 gennaio 2020
Link order: https://amzn.to/2NqeOrt
Serie:
- Roma 39 d.C. Marco Quinto Rufo
- Roma 40 d.C. Destino d'amore
- Roma 42 d.C. Cuore nemico
- Roma 46 d.C La vendetta del serpente
- Il leone di Roma
- Il barbaro di Roma
Autore: Adele Vieri Castellano
Genere: Romance storico
Editore: Amazon Publishing
Data di uscita digitale e cartaceo: 7 gennaio 2020
Link order: https://amzn.to/2NqeOrt
Serie:
- Roma 39 d.C. Marco Quinto Rufo
- Roma 40 d.C. Destino d'amore
- Roma 42 d.C. Cuore nemico
- Roma 46 d.C La vendetta del serpente
- Il leone di Roma
- Il barbaro di Roma
È solo un uomo che affronta le tragiche prove che il Fato gli ha riservato
Aphrodisias, 53 d.C. Giulia Urgulania per anni ha solcato i mari con la bireme Calypso cercando di dimenticare l’uomo che avrebbe potuto spezzarle il cuore. Adesso non corre più alcun pericolo, perché di lui non le restano che una manciata di ricordi, un tocco, un profumo, un bacio.La Bestia non ha più nulla del grande guerriero che era un tempo, è soltanto un corpo da gettare nell’arena contro uomini e belve. Nella sofferenza della sua prigionia gli è rimasto solo un incontenibile desiderio di vendetta.
Esistenze divise, cuori spezzati. Eppure qualcosa accadrà in quello stadio affollato di gente, in quella città così lontana da Roma. Giulia comprenderà che le tante miglia percorse e la grande sofferenza che l’ha ferita così profondamente alla fine l’hanno condotta fin lì, dove porterà a termine una difficile missione anche a costo della sua stessa vita.
Prima di scoprire cosa pensiamo del romanzo, venite a scoprire qualcosa in più di questo straordinario protagonista!
Nome completo: Raghanar Badulf di Gerlach (da badu, lottare e wolf, lupo)Nato: in un villaggio chatto il 4 aprile del 22 d.C.
Capelli: neri
Occhi: verdi
Segni particolari: nessuno… per il momento
Colore preferito: rosso
Metallo: il ferro, la durezza della sua spada
Portafortuna: crede solo nel Gaefa, il destino dei Germani
Ascendente: ariete
Il principe Raganhar di Gerlach nasce all’alba, nel pieno risveglio della natura, partorito dalla madre inginocchiata come usano i Germani chatti, affinché i neonati vengano accolti nelle braccia della Madre Terra. Nel suo destino, predetto da un veggente, c’era un popolo straniero e terre lontane e così è avvenuto: è stato infatti catturato dai romani e portato a Roma come ostaggio. Ma la sua prigionia è mutata ben presto, perché lui è nato nel segno astronomico dell’ariete, il cui pianeta dominante è Marte il guerriero e il suo elemento è il fuoco. Nulla può domarlo o trattenerlo anche se il suo amico più caro, a dispetto di cultura e origini, è un romano.
Ama il rosso in tutte le sue sfumature: il colore del cuore, del sangue dei nemici, del rubino, del corallo e il metallo che predilige è il ferro, che appartiene a Marte. È intelligente, dinamico, determinato, il suo carattere è affine al maestoso cervo maschio dai grandi palchi che domina il branco e, se fosse rimasto nella sua terra, sarebbe diventato un re giusto, ardito e saggio.
Il simbolo che meglio lo rappresenta è la testa dell’animale stesso e le sue corna, emblema della fecondità nella Natura. Come la primavera, che lo ha visto venire al mondo, anche Raganhar ha dentro di sé la forza di un germoglio che spunta dal terreno, dell’eruzione di un vulcano o la travolgente potenza di una cascata perché è nato nei giorni successivi all’equinozio di primavera che rappresenta il cambiamento e la continuità della vita. Nella mitologia il suo segno è connesso alla leggenda degli Argonauti, condotti da Giasone verso la Colchide per conquistare il vello d'oro: anche lui è un conquistatore in tutto ciò che pensa e fa e, in un certo senso, è lui che alla fine ha conquistato i romani.
Ha bisogno di agire, organizzare, è un originale e rifiuta di venire organizzato o dominato. È un egoista perché tutto ciò che gli piace ama possederlo e lotta per quel possesso, perché è coraggioso e apprende rapidamente. Ama comandare, risolvere situazioni difficili, prende spesso l’iniziativa ma sa anche accettare i consigli quando capisce che sta sbagliando. Irrequieto per natura, ha la costante necessità di nuovi traguardi, di nuove idee, nuove avventure. A volte è privo di tatto, perché la sua natura irruente lo porta a volere tutto ma ha una memoria ferrea, non dimentica i torti anche se il forte senso di giustizia smorza, il più delle volte, questa sua caratteristica.
Dotato di grande energia, a volte soffre per i propri entusiasmi e per gli eccessi ma non per questo si ferma: è coraggioso e impulsivo fino alla temerarietà, se convinto delle proprie ragioni, e non è affatto diplomatico ma spontaneo, fino al punto di concludere anche in perdita i propri rapporti affettivi. Spesso non bada alle conseguenze delle sue azioni o delle proprie parole, e altrettanto sovente ricade negli stessi errori ma è sempre pronto a riprendersi, a rialzarsi. Pur non essendo riflessivo, né costante, tende ad agire fin quasi a logorarsi anche per colpa delle frustrazioni che comporta l'impossibilità di realizzare i suoi obiettivi ma il principe ha in sé una forza che potremmo definire misteriosa: cade, ricade, cade ancora ma sempre si rialza e affronta le difficoltà senza mai arrendersi.
È capace di grande lealtà verso coloro che ama e incapace di rancori prolungati, attacca frontalmente ogni ostacolo, senza mai aggirarlo o tergiversare e detesta la menzogna. Non mentirebbe mai nemmeno per salvarsi la vita e non accetta l’ipocrisia, non ha mezze misure nemmeno nei confronti del denaro: è prodigo o avaro all’eccesso. Orgoglioso e fedele, il più delle volte si stanca dei rapporti mediocri o instabili e il suo amore più grande è per la libertà.
In amore è un guerriero pronto a combattere e, più l’oggetto del suo amore è irraggiungibile, più il suo cuore s’infiamma e non si arrende, certo di vincere. Ama il sesso, è reattivo e non bisogna aspettare molto per accenderlo. La donna che scatena il suo desiderio deve essere morbida ma dotata di forza e bellezza, trasgressiva e originale.
Raganhar protegge sempre le persone che gli sono vicine, corre in loro difesa, eppure non è facile essere suo amico: si devono sopportare aggressività e di irruenza ma, a parte questo, c'è sempre nel bisogno e nei momenti gioiosi del divertimento.
Ariete ascendente ariete, è forte e dinamico, impulsivo e collerico ma in ciò che fa è instancabile e irriducibile. In amore è un uomo appassionato, soggetto a colpi di fulmine e ciò che vuole non lo dimenticherà. Mai.
Da quando ho finito il primo libro della serie "Il Leone di Roma" ho atteso con ansia la storia d'amore tra il principe germanico Raganhar di Gerlach e della nobile romana Giulia Urgulania.
Li avevamo lasciati dopo un loro unico bacio da togliere il fiato e perdere la ragione, con Giulia colta dal panico che imbarcata sulla sua nave scappava da Raganhar.Adele Vieri Castellano ha creato ancora una volta due personaggi assolutamente straordinari e sorprendenti e sapientemente strutturati da sembrare reali. Soprattutto Raganhar, che con la sua disperazione mi ha dato i brividi sulla pelle tanto era profondo il tunnel dove la sua mente e il suo corpo erano sprofondati. Dove non c'è posto per la luce ma solo la cruda volontà di sopravvivenza che è insita in ogni animale che cammini sulla nuda terra. Sopratutto se è alimentata da un odio e una sete di vendetta profonda e devastante.
in catene aveva sognato spesso di averla accanto e da lei aveva raccolto la forza di affrontare ogni alba e ogni tramonto pur senza vederli perché rinchiuso in una prigione buia, incatenato, affamato, solo. Era stata in ogni stadio in cui aveva lottato, sulla sabbia lorda di sangue per ogni avversario che aveva ucciso. Lei e solo lei.
Non da meno è il personaggio femminile di Giulia che dimostrerà la vera forza di una donna. Con un mente brillante è diventata una grande commerciante che riesce a muoversi in quei campi che ai tempi erano di sola priorità maschile.
Lei da sempre ha preferito fuggire di fronte all'amore per paura di soffrire piuttosto che restare e rischiare di mettere di nuovo in gioco il suo cuore dolorante e spezzato dalla vita.
Questa sarà la volta decisiva: scappare o combattere per quell'amore che da anni tenta di negare a se stessa.
Giulia guardò le labbra spesse, arse dalla salsedine, amare come il sale e dolci come l’amore. Un selvaggio, un barbaro. Alzò un dito, le sfiorò e vide uno scintillio incendiare la palude. Raganhar di Gerlach abbassò il capo e posò le labbra sulle sue con delicatezza, quasi avesse paura di romperla; lei non aveva paura, non più, e non era fragile, non più. Amami, pensò. Perdonami.
La rinascita di Raganhar è quello che da spicco a questa storia, ricca di pathos tanto da farmi spuntare le lacrime e stringere lo stomaco in alcune scene.
Due protagonisti forti e intrepidi che ho così fortemente amato e che alla fine del libro ho salutato con vivo dispiacere.
Spero ardentemente che la Vieri Castellano decida di continuare la serie così che io possa rincontrarli nella prossima storia.
«Voglio guardarti mentre mi accogli dentro di te.» L’avrebbe sempre ricordata così perché tre anni erano una lunga attesa e Giulia era sua, lo era sempre stata, e lui ne avrebbe reclamato il possesso.
Con questo romanzo l'autrice ha saputo trasmettermi tutte quelle emozioni che solo chi ha un grande talento narrativo e preparazione come Adele Vieri Castellano può! Tanto da dare al lettore la percezione di essere trasportato dentro le pagine, per la dovizia di particolari storici che è chiaramente frutto di profonde ricerche e studi.
Degno di nota è il modo in l'autrice ha saputo intessere la trama in un'ambientazione storica dove gli intrighi, cospirazioni politiche e ambizioni personali fanno da padrone.
Era la sua perla segreta, il porto dopo la tempesta, la sola che poteva risparmiargli il male e trascinarlo spudorata verso il bene. L’unica che avrebbe mai potuto cancellare la sofferenza delle catene, delle frustate, della solitudine.
Vorrei poter poter trovare tante altre parole per descrivere la bellezza di questo romanzo, ma dirò semplicemente: Straordinario.
Un bacio alla prossima!
Un bacio alla prossima!
Virgy
Se vi va di partecipare al giveaway per provare a vincere una delle 11 copie autografate de Il Barbaro di Roma
-->𝙡𝙞𝙠𝙚 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙥𝙖𝙜𝙞𝙣𝙖 𝙖𝙪𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 Adele Vieri Castellano - AVC Historiae
--> 𝐥𝐢𝐤𝐞 𝐚𝐥𝐥 𝐩𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐛𝐥𝐨𝐠 𝐜𝐨𝐢𝐧𝐯𝐨𝐥𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥 𝐁𝐓
--> 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐨𝐬𝐭 𝐅𝐚𝐜𝐞𝐛𝐨𝐨𝐤 𝐜𝐨𝐧 𝐭𝐚𝐩𝐩𝐚
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