Recensione
Carissime, vi parlo di Re Artù, Ginevra, Coso e la sgualdrina scritto da Rebecca Quasi, in self publishing.
Ginevra, Coso e la sgualdrina di Rebecca Quasi
Carissime, vi parlo di Re Artù, Ginevra, Coso e la sgualdrina scritto da Rebecca Quasi, in self publishing.
Titolo: Re Artù, Ginevra, Coso e la sgualdrina
Autore: Rebecca Quasi
Editore: Self Publishing
Genere: Contemporary romance
Pagine: 265
Link order: https://amzn.to/31JEFAw
Vittorio è sposato da vent'anni con Anna, ma da tredici sì e no si rivolgono la parola nonostante continuino a vivere insieme.
È quindi abbastanza singolare che lui perda il lume della ragione quando lei gli comunica che vuole divorziare... e che decida di riconquistarla.
“Aprì l'armadio. Era un po' più vuoto, ma c'era ancora la maggior parte dei suoi vestiti.
C'era l'abito rosso che aveva messo a Natale per la festa dello studio.
Con quello aveva fatto girare la testa a tutti i soci e anche a diversi clienti.
Per una settimana non avevano fatto altro che ripetergli che gran gnocca fosse sua moglie, tutti laureati, eh, mica buzzurri!
E lui a incassare con superficialità , perché quella gran gnocca non la toccava da tredici anni e a momenti nemmeno ci parlava.
E volendo essere proprio puntigliosi, sua moglie non era una gran gnocca, sua moglie era la donna più bella e affascinante che avessero mai visto, quei deficienti trogloditi!... solo che quando si vestiva di rosso poteva indurre un monaco evirato a gettare il saio alle ortiche.
Prese mentalmente nota di evirare il tizio con cui voleva uscire Anna. Il programma era semplice: scoprire chi fosse e castrarlo. A volte la soluzione di enormi problemi è a dir poco elementare.
Si costruì nella mente l'immagine di Anna com'era la sera prima seduta nel suo studio.
I jeans chiari le fasciavano le gambe snelle, la maglietta scollata mostrava quel bel seno che se ne infischiava della forza di gravità , il cardigan grigio si appoggiava appena sulle spalle esili. Aveva sempre avuto una classe fuori dal comune ed era sempre stata di una bellezza abbacinante.
Che Anna fosse così maledettamente bella era stata la sciagura, madre di tutte le sciagure.
[...]
Non riusciva nemmeno a guardarla.
Non la guardava da talmente tanto tempo e improvvisamente sentiva un desiderio spasmodico di imprimersi il suo viso negli occhi, di toccare il suo corpo, di prendere qualcosa da tenere per ricordo. Come faceva lei a essere così fredda?
Quando era diventata così spietata?
- Da quanto tempo ci pensi? - le chiese.
- A cosa? -
- A lasciarmi -
- Non stiamo più insieme da almeno tredici anni -
- Tredici anni un mese e sette giorni – precisò lui. Lei sgranò gli occhi. Era evidente che lui si riferiva all'ultima volta che erano stati a letto insieme. Arrossì.
È quindi abbastanza singolare che lui perda il lume della ragione quando lei gli comunica che vuole divorziare... e che decida di riconquistarla.
“Aprì l'armadio. Era un po' più vuoto, ma c'era ancora la maggior parte dei suoi vestiti.
C'era l'abito rosso che aveva messo a Natale per la festa dello studio.
Con quello aveva fatto girare la testa a tutti i soci e anche a diversi clienti.
Per una settimana non avevano fatto altro che ripetergli che gran gnocca fosse sua moglie, tutti laureati, eh, mica buzzurri!
E lui a incassare con superficialità , perché quella gran gnocca non la toccava da tredici anni e a momenti nemmeno ci parlava.
E volendo essere proprio puntigliosi, sua moglie non era una gran gnocca, sua moglie era la donna più bella e affascinante che avessero mai visto, quei deficienti trogloditi!... solo che quando si vestiva di rosso poteva indurre un monaco evirato a gettare il saio alle ortiche.
Prese mentalmente nota di evirare il tizio con cui voleva uscire Anna. Il programma era semplice: scoprire chi fosse e castrarlo. A volte la soluzione di enormi problemi è a dir poco elementare.
Si costruì nella mente l'immagine di Anna com'era la sera prima seduta nel suo studio.
I jeans chiari le fasciavano le gambe snelle, la maglietta scollata mostrava quel bel seno che se ne infischiava della forza di gravità , il cardigan grigio si appoggiava appena sulle spalle esili. Aveva sempre avuto una classe fuori dal comune ed era sempre stata di una bellezza abbacinante.
Che Anna fosse così maledettamente bella era stata la sciagura, madre di tutte le sciagure.
[...]
Non riusciva nemmeno a guardarla.
Non la guardava da talmente tanto tempo e improvvisamente sentiva un desiderio spasmodico di imprimersi il suo viso negli occhi, di toccare il suo corpo, di prendere qualcosa da tenere per ricordo. Come faceva lei a essere così fredda?
Quando era diventata così spietata?
- Da quanto tempo ci pensi? - le chiese.
- A cosa? -
- A lasciarmi -
- Non stiamo più insieme da almeno tredici anni -
- Tredici anni un mese e sette giorni – precisò lui. Lei sgranò gli occhi. Era evidente che lui si riferiva all'ultima volta che erano stati a letto insieme. Arrossì.
Mi sono tuffata sul romanzo della Quasi chiedendomi cos'è che mi avrebbe raccontato stavolta. Beh, posso subito anticiparmi che il romanzo, dopo una serie di letture veramente no, mi ha catturato ed è scivolato via in una notte insonne.
Di nuovo Rebecca Quasi ha fatto scattare la magia, ha saputo conquistare con personaggi atipici nel rosa, stridono quasi sulle pagine, per qualcuno potrebbero sembrare anche strani e irreali e invece sono veri, pieni delle mille sfaccettature dell'essere umano.
Quell'uomo strano e umorale che le era capitato aveva l'incredibile capacità di calmarle il cuore. Com'era possibile? Irruente, sanguigno, perennemente distratto ed egocentrico, come poteva infonderle tanta fiducia? Nonostante tutto? Eppure era così. Proprio così. Accoccolata contro di lui si sentiva calma, protetta. Lo sentì sospirare compiaciuto. Non era una blanda soddisfazione o un pallido sollievo, no, era proprio un pasciuto compiacimento.
Credo che la Quasi sia l'unica autrice che possa farmi uscire dalla mia zona di confort e leggere una storia d'amore tra due personaggi ormai oltre i 40. Lo so, anche io ho 40 anni, ma mi sento ancora una ragazzina quindi ho proprio un limite nel leggere queste storie, ma con la Quasi mi sono tuffata senza remore e paure.
Con il suo stile asciutto che vive nei dialoghi è riuscita a trascinarmi in questa storia di un amore praticamente distrutto o semplicemente mai nato, che si riscopre proprio sulle macerie.
Un amore che si risveglia lentamente nel modo più drastico, mette fuori la testa e cerca di aprirsi per la prima volta.
In Anna e Vittorio, sposati da 20 anni, è facile rivedere tante coppie che continuano a stare insieme per il bene dei figli, coppie che vivono di silenzi e di lacrime negate.
Ma è proprio vero che quando non si ha più nulla ci si rende conto di quanto era importante quello che possedevano e ci si arrovella con le unghie e con i denti per riconquistare tutto.
L'amore si decide, papà . A un certo punto decidi chi è la persona giusta per te e vai avanti, scegliendola ogni giorno. È così che si resta fedeli
Oltre i due protagonisti che riempiono la scena con il loro dolore e con la riscoperta del loro amore, abbiamo anche Chiara la loro figlia ventenne alle prese con il suo amore per un attore che Vittorio continua ossessivamente a chiamare Coso! Si intravede la possibilità di altre storie che faranno battere il cuore e vi garantisco che di questo romanzo non ne avrete mai abbastanza perché scivola come l'olio.
Fabiana
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