Recensione,
Ombre: oltre le paure di Catherine BC
Carissimi lettori Aurelia ci parla di Ombre: oltre le paure di Catherine BC. In self publishing.
Titolo: Ombre: oltre le paure
Autore: Catherine BC
Editore: Self Publishing
Genere: Romanzi Rosa
Pagine: 393
Uscita: 21/03/20
Link order: https://amzn.to/3aZsF1x
All’alba di un’epoca buia, oltre le ombre che la guerra allunga fino al piccolo borgo di Castelvetro, Emma e Giulio vivono una storia d’amore dolce e forte, colma di vita e profumata di giovinezza. Un sentimento potente contrastato fin da subito dalla madre di lei e dal destino. Si trovano così a dover fronteggiare le maldicenze di paese, le convenzioni religiose, le chiamate al fronte e l’invasione tedesca. Tutto il dolore sordo causato dalle amenità umane viene vinto dalla forza di ciò che li lega, dalla fiducia assoluta che pongono uno nell’altra, dalla volontà di appartenersi nonostante il fatale epilogo cui tutto il loro mondo sembra essere destinato. La loro storia è quella di un’intera generazione temprata nel fuoco.
In questo periodo duro, leggere a volte risulta difficile, non sempre si riesce a scindere ciò che ti circonda, portando il dolore a battere sempre dove il dente duole. Il romanzo di Catherine, seppur letto con una lentezza che non mi si addice, mi ha stupita e incuriosita tanto, dandomi lo sprint finale in cui la curiosità di leggere l'ultima pagina era tanta.
Ombre: oltre le paure ci porta indietro negli anni della seconda guerra mondiale. Un piccolo paese e la mentalità retrograda o adatta ai tempi che furono, che si basa su pettegolezzi, sul passaparola o dallo spiare nascosti dietro le finestre, un paese in cui tutti sanno di tutti, tutti che parlano quando si tratta di altri; parliamo della mentalità chiusa del tempo, dalle regole imposte dalla chiesa e dalla casa di nascita.
La vita a Castelvetro ripercorreva sempre gli stessi riti, sia nel lavoro che nei rapporti sociali. Il tempo era considerato prezioso quasi quanto la terra e non si doveva sprecarlo in cose futili. L’amore era considerata una di queste. Ci si sposava per fare dei figli, non per condividere molto altro. Il futuro marito doveva essere “di buona famiglia”, un’espressione che poteva voler dire molte cose e spesso si prestava a essere interpretata in modi diversi. Si lavorava, molto. Il lavoro non era un mezzo per poter vivere, ma lo scopo stesso della vita.
Parliamo di regole non imposte ma che i figli dovevano rispettare. Un figlio maschio deve trovare un buon lavoro e una moglie che lo accudisca e porti avanti la casa e la famiglia, la donna a volte è intesa più come un mezzo che come un assere umano. Una realtà assurda che porta avanti modi e apparenze fasulle, a pochi eletti forse il dono dell'amore era concesso, amare e sposarsi.
Sembrava volesse dimostrare a tutti d’aver avuto ragione fin dall’inizio su di lui, senza preoccuparsi se poi tutto fosse vero o meno.
quella era la mentalità di tutto il paese: non era importante la realtà , ma l’apparenza, non la verità , ma quello che gli altri credevano fosse vero. Se durante il giorno riuscivo a cacciare tutti questi pensieri in un angolo remoto della mente, la notte tornavano con prepotenza a tormentarmi.
Tra queste pagine c'è la storia dei nostri nonni, dei nostri antenati, quelli che la guerra l'hanno vissuta sulla pelle, che hanno conosciuto la paura, i sacrifici, la fame. A volte conoscere fa bene, ascoltare queste storie fa riflettere su quanto siamo fortunati.
Le Ombre: oltre le paure è una storia sofferta non solo dal punto di vista storico. Due ragazzi figli della stessa terra, uno sguardo è ciò che da più palpiti al cuore, parole scambiate di nascosto, un amore che cresce attraverso pochi gesti, ma sono le emozioni che sprigionano ad accendere la fiamma. Vorrebbero amarsi alla luce del sole, ma le ostruzioni del tempo, eventi che li dividono in continuazione, fanno sì che tutto remi contro di loro. Ma Giulio con la sua determinazione, la forza di volontà , cercherà di dare un calcio agli eventi che gli si parano davanti. E Emma, dolce, testarda, anticonformista per certi versi, combatte con le unghie e con i denti affinché questo amore sbocciato in tempi in cui i tramonti non sono lucenti, non scompaia nel buio. La guerra cambia le persone? Chi lo sa. La guerra che combatteranno Giulio e Emma sarà dura, lunga, impervia, i giorni di speranza e giorni di angoscia si susseguiranno, la paura sarà tanta, ma l'amore riuscirà a distruggere quell'orologio che con il suo tictac assordante instilla ansia?
Eravamo fogli di carta: leggeri, duttili, ma per nulla resistenti, sbattuti dal vento ai margini delle strade o fatti volare in mulinelli vorticosi, illuminati dal fuoco della vita e bruciati in un attimo.
Vi consiglio questa lettura davvero bella, in cui Catherine non solo ci parla di ciò che accadde a Castelvetro durante la seconda guerra mondiale, ma ci racconta anche di come un amore vero nato nei tempi bui combatte il tempo e gli eventi. Giulio e Emma sono eccezionali, due ragazzi che nonostante le avversità credono e combattono contro tutto e tutti andando incontro a un futuro incerto. Questa storia emoziona, fa sorridere, fa intristire, ma dona speranza, la stessa che vivranno nel loro tempo. Il finale mi ha commosso veramente, sapere di esser entrata in punta di piedi in un pezzo di vita di qualcuno che ha vissuto tutto questo è stato emozionante.
Complimenti Catherine!
Aurelia
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