Recensione,
E ci sono parole, ancora sensazioni, continue scene lette, che si rincorrono nella mia mente mentre scrivo questa recensione, e vorrei tanto metterle nere su bianco, ma risulta difficile perché questo romanzo è un concentrato di tanto…
E so che, non so quando, avrò bisogno di leggerlo ancora una volta, perché qualcosa il mio cervello non l'ha assorbita.
Malia ha una penna spettacolare, mai che un suo romanzo sia stato noioso; ogni sua storia, profonda o meno, sono una calamita, ti prende e ti incolla ad ogni pagina. Era da tempo che avrei voluto leggere Ivan; Roman è una storia che difficilmente si dimentica, e leggendo li ho rivisti, ho visto Roman, Selen, Ivan, i Lupi. È stato come andare avanti, vedendo ciò che è successo in passato. È difficile da spiegare. Ma chiudendo qui questo mio soliloquio, non posso far altro che ringraziare Malia, e abbracciare Ivan e Ania.
Un grande abbraccio a Malia, per i suoi romanzi, per credere sempre nei suoi protagonisti e scrivere romanzi davvero eccezionali!
Ivan (Seirios) di Malia Delrai
Cari lettori oggi ospitiamo il Review Tour di Ivan di Malia Delrai, edito da Delrai Edizioni.
Titolo: Ivan (Seirios)
Autrice: Malia Delrai
Editore: Delrai Edizioni
Genere: Mafia Romance
Pagine: 438
Costo: Ebook 4.99€ Cartaceo 19.90€
Uscita: 23 Giugno 2018
Link Order: https://amzn.to/36tD2uV
Forse lui l’avrebbe usata e buttata via, perché era questo che Ania era, una bambola rotta, un oggetto di piacere letale. Era nata per esserlo e soffrire ora non sarebbe valso a cambiare qualcosa, però gli avrebbe lasciato il segno delle unghie addosso, avrebbe solcato la sua pelle allo stesso modo dei tatuaggi che gli disegnavano il corpo. Se lui era assoluto, lei sarebbe stata l’estasi. Ivan Volkov era suo.
Ivan Volkov è uno dei killer più temuti della Russia per ferocia e precisione. Lui è un Lupo di Tambov e il migliore amico di Roman Nevskij. Non ha mai fallito un obiettivo, mai, da quando ha conosciuto ed è diventato il braccio destro del leader della Tambovskaja, la mafia russa di San Pietroburgo. Perciò si trova spiazzato quando a puntargli la pistola contro il torace è la figlia dell’uomo che dovrà uccidere e che lo sfida con i suoi occhi da assassina: lei non è poi così diversa da lui. A sconvolgere l’uomo è la proposta che la ragazza gli fa: del sesso in cambio della vita. Lo sguardo di Ania Mikhajlova sembra schernirlo e il sorriso malizioso che gli lancia lo provoca e vuole fargli superare ogni limite. Due assassini a confronto, anime affini, spiriti sconfitti dall’assenza di umanità . Nessuno di loro è disposto a perdere, in una lotta di passione e di violenza reciproca. Perché l’unico modo che hanno per sopravvivere è uccidere, anche quando si tratta di sentimenti.
Dalla seconda/terza di copertina
Malia è… be’, Malia. C’è poco da dire su di lei, la si deve conoscere a fondo per poterla definire in qualche modo: un po’ Pippi Calzelunghe, un po’ Cartesio, con un pizzico di Casanova e Saffo, mista a Baci Perugina. La sua vita è un continuo combattere contro le tentazioni del cibo e del comprare libri, ne è fortemente dipendente, e non esclude in futuro di poter aprire un gruppo di golosi anonimi e lettori indomiti. Un suo serio problema è scegliere tra scrittura e lettura, ma ha risolto in fretta aprendo una casa editrice: la Delrai Edizioni.
Dalla quarta di copertina.
Forse lui l’avrebbe usata e buttata via, perché era questo che Ania era, una bambola rotta, un oggetto di piacere letale. Era nata per esserlo e soffrire ora non sarebbe valso a cambiare qualcosa, però gli avrebbe lasciato il segno delle unghie addosso, avrebbe solcato la sua pelle allo stesso modo dei tatuaggi che gli disegnavano il corpo. Se lui era assoluto, lei sarebbe stata l’estasi. Ivan Volkov era suo. -Forse lui l’avrebbe usata e buttata via, perché era questo che Ania era, una bambola rotta, un oggetto di piacere letale. Era nata per esserlo e soffrire ora non sarebbe valso a cambiare qualcosa, però gli avrebbe lasciato il segno delle unghie addosso, avrebbe solcato la sua pelle allo stesso modo dei tatuaggi che gli disegnavano il corpo. Se lui era assoluto, lei sarebbe stata l’estasi. Ivan Volkov era suo. -
Eccomi qui, in ritardo anche stavolta, a parlavi di Ivan, romanzo scritto da Malia Delrai.
Ricordate la storia di Roman e Selen e la mafia russa?
Bene, siamo apposto. Oggi vi parlo di Ivan Volkov, braccio destro di Roman, amico e fratello.
Oggi è lui ad essere il protagonista.
Ivan è un solitario, il killer, colui che, nonostante i Lupi, è quello che il lavoro lo ha fatto sempre da sé. Ma è un po di tempo che le cose non vanno bene per lui. La fiducia che Roman ha nei suoi confronti sembra essere infinita, ma anche Ivan sa che il suo sbarellare continuo potrebbe cambiare le cose. Continuare a mancare il bersaglio non è normale per lui. E l'occasione si ripresenta ancora una volta; la missione era semplice: uccidere un uomo, andare via e passare alla prossima vittima, ma le cose non vanno come.previsto e si ritrova lo stesso Ivan ad avercela lui una pistola puntata, dalla figlia dell'obiettivo: sesso in cambio della vita…
Wow, eh si, ho pensato la stessa cosa. Lei è Ania Mikhajlova.
Ania è tosta, figlia della mafia, anch'Ella ha dovuto combattere, uccidere e sopravvivere, in un mondo di crudeltà , morte e sopratutto uomini
Ivan e Ania sono anime affini, un uomo e una donna con l'unica differenza di essere sesso opposti; una vita fatta di sangue e morte, di elemosine; quel subire dagli altri, mettendo a tacere la vera natura.
Dalla quarta di copertina.
Forse lui l’avrebbe usata e buttata via, perché era questo che Ania era, una bambola rotta, un oggetto di piacere letale. Era nata per esserlo e soffrire ora non sarebbe valso a cambiare qualcosa, però gli avrebbe lasciato il segno delle unghie addosso, avrebbe solcato la sua pelle allo stesso modo dei tatuaggi che gli disegnavano il corpo. Se lui era assoluto, lei sarebbe stata l’estasi. Ivan Volkov era suo. -Forse lui l’avrebbe usata e buttata via, perché era questo che Ania era, una bambola rotta, un oggetto di piacere letale. Era nata per esserlo e soffrire ora non sarebbe valso a cambiare qualcosa, però gli avrebbe lasciato il segno delle unghie addosso, avrebbe solcato la sua pelle allo stesso modo dei tatuaggi che gli disegnavano il corpo. Se lui era assoluto, lei sarebbe stata l’estasi. Ivan Volkov era suo. -
Eccomi qui, in ritardo anche stavolta, a parlavi di Ivan, romanzo scritto da Malia Delrai.
Ricordate la storia di Roman e Selen e la mafia russa?
Bene, siamo apposto. Oggi vi parlo di Ivan Volkov, braccio destro di Roman, amico e fratello.
Oggi è lui ad essere il protagonista.
Ivan è un solitario, il killer, colui che, nonostante i Lupi, è quello che il lavoro lo ha fatto sempre da sé. Ma è un po di tempo che le cose non vanno bene per lui. La fiducia che Roman ha nei suoi confronti sembra essere infinita, ma anche Ivan sa che il suo sbarellare continuo potrebbe cambiare le cose. Continuare a mancare il bersaglio non è normale per lui. E l'occasione si ripresenta ancora una volta; la missione era semplice: uccidere un uomo, andare via e passare alla prossima vittima, ma le cose non vanno come.previsto e si ritrova lo stesso Ivan ad avercela lui una pistola puntata, dalla figlia dell'obiettivo: sesso in cambio della vita…
Wow, eh si, ho pensato la stessa cosa. Lei è Ania Mikhajlova.
Ania è tosta, figlia della mafia, anch'Ella ha dovuto combattere, uccidere e sopravvivere, in un mondo di crudeltà , morte e sopratutto uomini
Ivan e Ania sono anime affini, un uomo e una donna con l'unica differenza di essere sesso opposti; una vita fatta di sangue e morte, di elemosine; quel subire dagli altri, mettendo a tacere la vera natura.
♤la vita o la morte non gli sembravano che due facce della stessa medaglia e non era in grado di capire quale fosse adatta a uno come lui, perché non c’era più un punto fermo, non c’era più niente.
♧Ania si premette il palmo della mano sul cuore. Riconosceva il nulla nello sguardo dell’assassino, perché tanto spesso l’aveva visto anche lei di fronte allo specchio: occhi vuoti, di chi aveva perso il senso e non sapeva più che farsene dell’alba continua che si affacciava ogni mattina per alzarsi dal letto, quando l’unica cosa che voleva fare era rimanere a dormire e magari non risvegliarsi mai più. Ivan Volkov, il suo Vanja. Lui era la causa di ogni inizio e sarebbe stata la sua fine.
È un romanzo duro e crudo questo, ed è difficile per me parlarne, l'altalena di emozione e sensazioni è tanta e forte, perché vedere, mettere a confronto due personaggi come loro non è semplice. In ogni libro si cerca di trovare sempre quel messaggio nascosto, quella lezione di vita che la storia insegna. Ma qui una lezione, un promemoria non sono riuscita carprilo; tante le frasi, le citazioni che ho evidenziato. Ma credo che Malia abbia voluto far parlare due protagonisti difficili, Ivan e Ania ti assorbono in loro, ti fanno sorridere e vuoi strozzarlo, li vedi uniti ma lontani, e poi sono lontani ma uniti da una passione smisurata; un incendio che divampa le sue fiamme in continuazione, un attrazione malata ma giusta. Ania insegue Ivan, Ivan la cerca senza sapere bene perché. In un universo parallelo al bene, il male vive e si nutre di altro male, ma soffermandomi su questa affermazione penso e credo che bisogna distaccarsi dalla realtà per riuscire a vivere normalmente. Ma i mostri sono sempre li a ricordarci il passato, le azioni, chi ci ha plasmato, e chi in modo non intenzionale l'ha fatto comunque.
Come si può dire vivere quando si è circondati dalla signora Morte e siamo noi stessi a chiamarla?
♤Aveva imparato molto presto a uccidere, fin da ragazzino. Ricordava la prima volta, a sei anni, suo padre gli aveva fatto sgozzare un coniglio, che disgraziatamente era rimasto vivo mentre gli si dimenava tra le mani.
♧Era solo una marionetta, lo era da quando aveva ucciso il primo essere umano, a quindici anni, l’anno in cui era morta sua madre. E cominci a farci l’abitudine, non ti sembra più così doloroso. Cominci a credere che la vita umana non sia così unica e che la vita non sia poi meglio della morte.
♧Era solo una marionetta, lo era da quando aveva ucciso il primo essere umano, a quindici anni, l’anno in cui era morta sua madre. E cominci a farci l’abitudine, non ti sembra più così doloroso. Cominci a credere che la vita umana non sia così unica e che la vita non sia poi meglio della morte.
E ci sono parole, ancora sensazioni, continue scene lette, che si rincorrono nella mia mente mentre scrivo questa recensione, e vorrei tanto metterle nere su bianco, ma risulta difficile perché questo romanzo è un concentrato di tanto…
E so che, non so quando, avrò bisogno di leggerlo ancora una volta, perché qualcosa il mio cervello non l'ha assorbita.
Malia ha una penna spettacolare, mai che un suo romanzo sia stato noioso; ogni sua storia, profonda o meno, sono una calamita, ti prende e ti incolla ad ogni pagina. Era da tempo che avrei voluto leggere Ivan; Roman è una storia che difficilmente si dimentica, e leggendo li ho rivisti, ho visto Roman, Selen, Ivan, i Lupi. È stato come andare avanti, vedendo ciò che è successo in passato. È difficile da spiegare. Ma chiudendo qui questo mio soliloquio, non posso far altro che ringraziare Malia, e abbracciare Ivan e Ania.
Un grande abbraccio a Malia, per i suoi romanzi, per credere sempre nei suoi protagonisti e scrivere romanzi davvero eccezionali!
Aurelia
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