Recensione
Ti sento di Valentina Torchia
Titolo: Ti sento
Autore: Valentina Torchia
Editore: DeA
Genere: romance contemporaneo
Prezzo: 6,99€
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020
Una storia sulla fragilità e la scoperta di sé negli anni tempestosi e splendidi dell’adolescenza.
Tutti adorano Edoardo Marconi, il bello della scuola: mascella squadrata, occhi intensi, posa perfino come modello. Lo adora Susanna, la sua ragazza, prima che lui la lasci malamente. Lo adora Vincy, il suo migliore amico, che lo considera quasi un supereroe. E così il resto della scuola. Perché Edoardo non solo è affascinante, ma ha anche qualcosa di unico, che suscita ammirazione negli altri: non è capace di provare dolore. Un superpotere che gli permette di girare a petto nudo in inverno e di non farsi fermare da nessun incidente. Ma questo superpotere in realtà è una malattia. E anche una maledizione, secondo Aurora. Per lei Edoardo non è capace di provare niente. Non le sensazioni, non le emozioni o i sentimenti. E invece Aurora sente così tanto. Sente il divorzio dei genitori; il peso del fallimento del padre; l’amarezza del suo stesso fallimento, quando perde per un soffio il posto da primo violino alla scuola di musica. Perfino la tristezza di Susanna, lasciata da Edoardo. Aurora sente tutto, e tutto si trasforma in una rabbia che alla fine trabocca, con un pugno sul naso del ragazzo.È allora che tutto cambia. Perché, per la prima volta in diciassette anni, Edoardo quel pugno lo sente. Per la prima volta nella sua vita, Edoardo sente qualcosa.
Non conoscevo assolutamente questa autrice, ma il suo romanzo mi chiamava a partire dal titolo e dalla cover che hanno prodotto un vero e proprio richiamo. Quando ho letto la trama ho subito capito che questo era il romanzo fatto per me, che vengo attirata come una falena da tutti quei libri che parlano di sofferenze e malattie. No, non ho lo spirito della masochista, semplicemente mi piace immergeremi in storie di personaggi differenti per poter scoprire come approcciano alle situazioni nei momenti più difficili della loro vita. Mi piace leggere della realtà condita da quel tocco di fantasia che rende un libro in qualche modo possibile, per cui quando ho letto le note iniziali in cui l'autrice spiegava come era nato il suo romanzo e le ricerche che aveva condotto ne sono stata piacevolmente colpita.
E poi finalmente ho fatto la conoscenza di Edoardo Marconi e lo stile dell'autrice semplice, diretto, mi ha subito fatto immedesimare in questo giovane ragazzo.
Poche parole e situazioni e siamo subito dentro la sua strana malattia a renderci conto di quanto sia drammatico in realtà vivere senza provare dolore perché tutto sommato quel dolore ci permette anche di salvarci la vita in tanti momenti.
Il nostro Edoardo invece non prova nulla di nulla ed è soffocato dall'ansia di un padre che lo terrebbe in una campana di vetro pur di vederlo vivere senza pericoli.
"Hai un cuore che batte come quello di noialtri poveri mortali, o sei una divinità incapace di provare compassione?"
L'altra protagonista di questo libro con cui è subito scontro è Aurora. Due ragazzi tanto dissimili uno che non prova nulla, l'altra che prova così tanto, troppo da non riuscire neppure a sopprimere il senso di colpa. Diversi eppure al tempo stesso chiusi in una campana di vetro che tende a soffocarli e a non farli vivere. Una campana che li avvolge perché si ha troppa paura di vederli soffrire.
E quando si scontrano inizia una nota più fantasiosa e rosa che comunque ho apprezzato anche perché l'autrice aveva messo delle avvertenze.
Mi sono appassionata alle loro vicende, alle scoperte, alle loro prove, ai loro sogni... ma, sì c'è sempre un ma, e tristemente arriva sempre a incasinare la vita e a rovinare i sogni.
Beh, vi dirò, certe scelte dell'autrice non me le sarei mai immaginate e se avessi potuto le avrei fatto cambiare la fine per renderla meno amara, anche se ci riporta nella realtà quella vera, da cui non si scampa.
E mi ha fatto venire i brividi, mi ha fatto sentire la sofferenza, la mancanza di aiuto, quel sentirsi invisibili proprio fino all'ultimo e avrei voluto stendere io una mano per salvare la situazione... o avrei voluto essere per un attimo come Edoardo Marconi e non sentire nulla.
Complimenti all'autrice!
Fabiana
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