La casa dei silenzi di Donato Carrisi
Carrisi ci conduce ancora una volta nei meandri dell’inconscio attraverso Pietro Gerber, il famoso “addormentatore di bambini”, una figura a cui ormai sono profondamente legata e che ritrovo con piacere in questo quarto capitolo della saga .La tensione narrativa è palpabile: quelle atmosfere oniriche, sospese tra sogno e realtà — dove la “signora silenziosa” emerge come presenza spettrale per invadere sia i sogni di Matias che la nostra pelle — sono scritte con una maestria che solo Carrisi potrebbe possedere . Non posso che ammirare ancora una volta il modo in cui Carrisi tesse ambientazioni inquietanti — la Firenze gotica di notte, le stanze silenziose, i dettagli che ronzano come un presagio — trasformando la città in un personaggio vivo a sé . Ed è proprio questa fusione tra psicologia, suggestione paranormale e tensione viscerale che mi affascina ogni volta: è come se l’autore conoscesse i “codici” della mente del lettore, riuscisse a manipolare le emozioni pagina dopo pagina . Eppure, nel profondo, restano aperte questioni più intime: come si evolve Gerber? Lo ritrovo sempre immerso nel caso, sopraffatto, quasi a rischio di spegnersi. Per fortuna, in questo volume pare emergere una nuova sfumatura: il suo coinvolgimento sembra spingerlo a confrontarsi con i propri dubbi più oscuri . Questa crescita (sebbene sottile) è un piccolo nutrimento per chi, come me, segue la serie dall’inizio desiderando evoluzioni del protagonista.
Ammetto però di aver sentito un leggero senso di déjà‑vu: certi elementi sembrano ricorrere troppo fedelmente — il bambino tormentato, l’inquietudine sospesa, l’ambientazione notturna — e in qualche passaggio la storia pare muoversi su binari già battuti. Ma in fondo, lo stile e l’efficacia emotiva di Carrisi continuano a farmi chiudere gli occhi e sentire il cuore battere — e questo, ad averne, basta e avanza.
In sintesi: cosa amo di più
Prosa magnetica e ritmata: pagina dopo pagina, non riesci a staccarti.
Atmospere dense e inquietanti: Firenze diventa teatro di sogni e presenze.
Suspense psicologica intensa: l’ipnosi e i traumi infantili usati come leva narrativa.
Evoluzione sottile di Gerber: proprio quel minimo di novità che credevo necessario.
E per chi ama Carrisi come me, La casa dei silenzi è un viaggio ipnotico tra la mente umana e l’ignoto, una conferma della sua abilità di scrittore capace di trasformare ogni lettura in un’esperienza sensoriale totalizzante.
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