Limitless-Senza pietà di Karim B.
Amo Kai, amo Trevor, amo tutti: l’intreccio corale funziona alla grande perché nessuno dei personaggi è banale. Sky resta centro di gravità, ma Trevor è il tormento che tiene vivo il libro anche quando vorresti mettere tutto da parte per la paura, per la stanchezza. I fratelli Miller — Jake, Dean, Will — tutti contribuiscono ad alzare la posta emotiva, e anche i membri dei Raiders hanno spalle larghe, ferite, peccati, ma anche desideri di redenzione. Ci sono temi che non si evitano: problemi alimentari, autolesionismo, violenza, tradimento, perdita. L’autrice non glissa, non edulcora. È doloroso, vero, e capita che certe scene tocchino corde profonde, provo rabbia, tenerezza, compassione.
L’amicizia emerge come ancora di salvezza: quando una di loro cade, le altre sono lì, anche se con i propri limiti; il supporto femminile e maschile diventa qualcosa di concreto: di voce, di sguardo, di scelta. Questa cosa mi è piaciuta molto. Però non tutto è perfetto: personalmente ho trovato che ci sia troppo sesso esplicito. Alcune scene sembrano inserite quasi per sconvolgere, per alzare l’intensità, ma finiscono per distrarre o appesantire la narrazione. Non credo che serva sempre spingere sui dettagli per far capire il dolore o la passione: in certi momenti meno sarebbe stato più potente. E poi la sfortuna: tanta, tantissima. A volte sembra che il destino sia un maglio che batte inesorabilmente su ogni personaggio, senza respirare.
È coinvolgente, certo, e rende potente il senso di rischio, di sopravvivenza, ma in alcuni momenti il peso diventa quasi schiacciante. Vorresti un attimo di pace, un respiro, un sollievo — e l’autrice ti spinge avanti, ti costringe a restare in trincea. Detto questo, chiudere il cerchio alla fine è stato soddisfacente. Karim B. le tessere le raccoglie quasi tutte: errori, perdoni, conflitti interiori, rancori. Non tutto si risolve perfettamente, e per fortuna: resta qualcosa di vero nel lasciare che anche i protagonisti portino le cicatrici.
Eppure devo ammettere che proprio nelle ultime pagine una scelta di Karim mi ha letteralmente spiazzata: non pensavo che si arrivasse a tanto e quella decisione mi ha spezzato il cuore per un personaggio che, per me, era il vero cuore pulsante della storia, quello che riusciva a portare leggerezza e forza allo stesso tempo, quello che non esitava mai a lottare per i suoi amici e a sacrificarsi quando serviva. È stato sconvolgente, doloroso e indimenticabile, una ferita che resterà impressa nella memoria e che rende questo finale ancora più potente. Ho apprezzato moltissimo anche i capitoli bonus inclusi alla fine, perché mi hanno dato l’impressione di un saluto in più, un dono che l’autrice ha voluto lasciare ai lettori, e li ho vissuti come un modo per chiudere davvero il cerchio con ancora più intensità e coinvolgimento.
Vostra Alessandra.








