Recensione

ROBIN, Un pettirosso nella tempesta di Rachel Sandman

maggio 13, 2021 Virgy 0 Comments


Oggi vi racconto di: ROBIN, Un pettirosso nella tempesta di Rachel Sandman edito grazie alla Delrai Edizioni, collana Mira, spin-off di Echo.
Titolo: ROBIN, Un pettirosso nella tempesta
Autore: Rachel Sandman
Editore: Delrai Edizioni
Genere: contemporary Romance
Pagine: 323
Uscita: 13/05/21
rec.➡️ Echo 
Jeremy Rivers è un enigma. Ragazzo schivo e solitario, vive la sua vita in modo ossessivamente razionale e senza mai abbandonarsi troppo alle emozioni e ai legami affettivi. Le ombre cupe che cerca di lasciarsi alle spalle convivono in lui e minacciano ogni volta di distruggere la stabilità ritrovata nel corso degli anni. È un’anima colorata e luminosa, quella di una ragazza con le labbra rosse come il peccato, che scuote il suo mondo in bianco e nero, creando, pennellata dopo pennellata, sfumature di colore in grado di convincerlo ad affrontare fantasmi mai sopiti. Due mondi opposti che si incontrano e si amano in modo viscerale, alla ricerca di un’armonia imperfetta, ma autentica, capace di sanare ferite dovute a imposizioni passate e mai del tutto dimenticate.
Questa è la storia di un pettirosso che vive la vita fino in fondo, attimo dopo attimo, senza mai scoraggiarsi, perché un bonsai può sopravvivere anche in un luogo inospitale, se lo si cura con devozione, e di una balena, un mostro gigante immerso in un oceano di caos, maestosa e terribile, che ricerca la propria dimensione, affamata di verità e sentimenti reali.

Sono passati esattamente tre anni dopo la pubblicazione di Echo e in seguito una breve novella di Rachel Sadman, autrice che avevo apprezzato per l’introspezione, l’originalità e la penna travolgente. 
Robin è un romanzo standalone ma vi consiglio la lettura anche del precedente per non perdere il cameo e l’amicizia che coinvolge anche i precedenti personaggi. In questo volume l’autrice racconta in prima persona, la storia di Jeremy, coinquilino e amico di Tomas e Laure.



Mi piace pensare, egoisticamente, che io, prima di tutti gli altri, sia stata capace di sentire il battito di quella pietra, che abbia avuto la capacità e l’istinto di andare oltre quel sipario di metallo fuso e che sia riuscita a vedere le straordinarie caratteristiche che giacevano, sopite, all’interno della sua anima.

Se in Echo il filo conduttore era la musica, in Robin la terra è il dono che palpita e respira, è l’elemento che caratterizza questo romanzo in un linguaggio universale. La natura come mezzo di comunicazione, un faro potente nel caos rumoroso che imprigiona i pensieri in una tempesta di nuvole scure e vento impazzito.
Ambientato in una fredda Boston, Jeremy e Laure sono due ragazzi semplici che la vita ha fatto incontrare per guardarsi da lontano, ed è bastato un attimo, un solo attimo per tornare in superficie dal fondo dell’abisso. I romanzi sulle sfumature dell’animo umano sono tra quelli che preferisco, ma quando anche gli elementi naturali come l’acqua e il fuoco, la terra e l’aria creano il contrasto imperfetto, l’intreccio narrativo non può altro che essere unico in un fiume di emozioni e sensazioni che trascinano.
Jeremy dagli occhi grigi come la pietra, è un ragazzo introverso, strafottente col mondo, che cela una sofferenza che si porta addosso come la balena incisa sulla sua pelle. È una vittima consapevole di un’adolescenza priva di affetti, cresciuto con un’educazione rigorosa dove tutto era etichettato. 
Laure invece è una francese trapiantata da anni a Boston che crede nelle pratiche orientali e che pratica quando ne ha bisogno. È una ragazza dal temperamento sicuro, forte e non appena incontra gli occhi di Jeremy, sente un legame fortissimo, che va oltre la pura attrazione fisica. Con il tempo si farà strada per raggiungere l’animo cupo di Jeremy con pazienza e dolcezza. Sono due protagonisti che non hanno nulla in comune, due mondi opposti che si attraggono come una calamita e che non riescono a stare separati.
«Jeremy, regarde-moi»
«Io ti vedo, lì, sul fondo, abbandonato con una scorza di braci e cenere che ti ricoprono, mentre nascondi la tua anima interiore. La tua essenza, Jeremy, che è ancora bruciante, ancora viva, ancora luminosa, pronta a prendere fuoco.»
Vi chiederete chi sia Robin che ha dato il nome a questo romanzo, bè, lo scoprirete leggendolo perché questa è una storia che merita di essere assaporata pagina dopo pagina per entrare al meglio nel viaggio di passione e di vita, perché, anche quando sembra che non ci sia più speranza, l’esistenza riserva sempre una via d’uscita, chiamata amore.
Robin è un viaggio particolare e significativo che vi porterà ad affrontare la tempesta per poi riemergere e spiccare il volo, perché non esistono esseri perfetti, vite perfette, non esistono esistenze prive di dolori che inevitabilmente ci segnano e ci feriscono, generando cicatrici profonde, ma nonostante le incomprensioni e l’appartenenza a universi distanti, c’è il linguaggio universale chiamato amore.
Ringrazio la Delrai per la copia ARC come sempre ben editata e curata nei dettagli e ringrazio l’autrice per questo splendido romanzo che mi ha portato più volte a riflettere e amare le mille sfumature che racchiude. Robin è un libro che consiglio a chi ama le storie con carattere.
Chicca






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