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Blog tour - recensione: Tutto il mare è nei tuoi occhi di Silvia Ciompi

Care lettrici, dopo il successo di Tutto il buio dei miei giornidi Silvia Ciompi, edito grazie alla Sperling & Kupfer, esce oggi il sequel ‘Tutto il mare è nei tuoi occhi’.
Vi parlo di questo romanzo nell'ultima del blog-tour dedicato.

Titolo: Tutto il mare è nei tuoi occhi 
Autore: Silvia Ciompi 
Editore: Speriling & Kupfer
Genere: new adult - narrativa 
Data pubblicazione: 4 giugno 2019
Link order: https://amzn.to/317yV2A

Trama:
Ci sono persone che vedi una volta e ti lasciano subito il segno, come se ti firmassero la pelle con il loro nome e si mischiassero alle tue molecole. Bolognini Mirko, detto Bolo, è una di quelle. Con i suoi tatuaggi sbiaditi, i ricci scombinati e il sorriso più strafottente dell'universo, è entrato nella vita di Gheghe senza avvisare, un pomeriggio d'inverno, mentre fuori il cielo grigio minacciava pioggia, e da lì non è più andato via. E Gheghe non si è nemmeno resa conto di quello che stava succedendo, troppo presa a viverla, la vita, per avere paura. Nessuno dei due aveva mai pensato che amare qualcuno potesse essere così. Così bello, così vero, così pieno di risate, di baci e così doloroso. Anche adesso che sono passati mesi dal loro addio, ogni volta che i loro sguardi s'incrociano è un cortocircuito. Come se nulla fosse cambiato e toccarsi fosse ancora inevitabile. Entrambi sanno di essere troppo diversi per stare insieme: lui fedele da sempre soltanto alla curva dello stadio, perché è lì che ha imparato a camminare, a correre, a guidare il tifo e a prendersi a pugni; lei ai suoi libri, perché è lì che ha iniziato a sognare. Ma l'amore non si può controllare, arriva dritto come un colpo ben assestato che non ti aspetti. Un amore inatteso e travolgente, che sa mordere la vita, come solo a vent'anni si può fare.

Chi è Silvia Ciompi?
Silvia Ciompi, classe 93', vive in Toscana. Laureanda in Scienze della comunicazione, scrive da sempre e ovunque: diari, poesie, racconti brevi e ora romanzi. Ha esordito, prima su Wattpad e poi in libreria, con il romanzo Tutto il buio dei miei giorni.

RECENSIONE:

Le cose succedono e basta. Arrivano e non le puoi arginare quando ti passano addosso. Loro passano e tu sei lì come un coglione, e ci resti a farti prendere a calci in faccia, a farti riempire di lividi. Resti fermo come un bambino e stringi i denti, ingoi tutto, ti svegli la mattina dopo e fingi che non sia successo nulla. 
Fingi di stare bene. 
In questo romanzo ritroviamo oltre i protagonisti del precedente volume, gli amici di sempre, il quartiere dove nascono e impari fin da piccolo ad arrangiarti, farti strada a gomitate e dare importanza a quei valori che fanno la differenza. 
Per Bolo tutte cose che si racchiudono in un unico nome: ultras. La sua scuola di vita è la curva, i suoi libri sono gli striscioni. Sui gradoni dello stadio ha imparato cosa vuol dire essere centinaia di persone che diventano una sola, con lo stesso tatuaggio dello stemma impresso come un timbro. Un marchio di fabbricazione che non ti rende uguale agli altri, non ti aliena, ma ti identifica. Bolo è fiero di appartenere al suo mondo, è fiero di rifiutare il conformismo. 

UNA FAMIGLIA CHE NON HA LEGAMI DI SANGUE, MA CHE TI SCEGLI E CONTINUI A SCEGLIERE OGNI GIORNO. 

La protagonista, Gheghe, frequenta l’università, i libri di filosofia e leggere i romanzi sono la sua passione che coltiva da quando era piccola. 

“Perché i libri sono il mio posto. Puoi vivere tutte le vite che vuoi dentro a un libro e puoi dimenticarti per un po’ della tua. Sono come un mondo dove ti rifugi quando hai paura.”

Per due anni ha dovuto lottare con la diagnosi e la prognosi emessa dopo un episodio sinistro che l’ha segnata, ma che non ha permesso di piegarla. In quel periodo Bolo è entrato nella sua vita senza avvisare e lasciando subito il segno. La chiama la ragazza del cioccolato perché si conoscono mentre sta preparando una torta e, dopo l’incontro, non riescono più a staccarsi come due calamite. La porta alla fine del mondo rubando un pezzo del suo cuore, ma Gheghe non sa niente di Bolo, della sua vita di chi sia davvero. 

“Sul tavolo aveva lasciato scritto il suo nome. Un nome che non era un nome. Un nome che avrei scoperto solo dopo essere un soprannome di battaglia. Il soprannome di un ultras. Quattro semplici lettere, dolci e salate, come la cioccolata.”

Per una buona parte del romanzo, la narrazione si alterna tra il presente e i flashback di quel passato che li ha visti incontrarsi, conoscersi, scoprirsi, fino ad arrivare a oggi.
Il linguaggio forte e intenso è il tratto distintivo di Silvia Ciompi che caratterizza il suo stile e non lascia spazio per respirare e staccarsi dal testo. E' questo che di nuovo colpisce e va a segno nel suo nuovo romanzo, questa sua scrittura che è ormai un suo segno distintivo, un marchio indelebile. Belle frasi, belle immagini che colpiscono e tante tante descrizioni dettagliate che permettono di immaginare ogni piccolo dettaglio, ma un pò hanno rallentato la lettura e la sete di macinare pagine. 
È una storia di bugie e mancate verità,  che sono i protagonisti indiscussi anche di questo romanzo che portano a uno scossone ingombrante. Alcune scelte sono discutibili ma non è così facile perdonare quando hai subito in prima persona, e non facile quando l’amore è più forte di ogni aspettativa. 
Seppur Bolo e Gheghe siano due mondi diversi, il loro amore è folle, bellissimo ma anche tanto faticoso. La verità nel momento in cui viene a galla porta a disperarsi, a provare rabbia, rancore e spezza il filo mettendo tutto in discussione. Il dolore non cancella, ma forse può aiutare, non del tutto, ma una parte riesce a portarlo via. Gheghe nonostante cammini in equilibrio sulla linea degli eventi, torna a sorridere grazie a Bolo, ad amare di quell’amore prepotente, cattivo, quello che non lascia via di scampo. 
Tutto il mare è nei tuoi occhi occhi è un romanzo potente che fa capire che scappare dai sensi di colpa, dall’amore e dal dolore, riesce a farti capire quanto si tiene veramente a qualcuno nel momento in cui lo hai perso. Arriva per tutti il momento di diventare grandi e responsabili e non importa se il percorso è difficile ed estenuante, prima o poi l’insicurezza si attenua. Il percorso della vita non si può cancellare o cambiare, ma sicuramente con la crescita e la volontà si può cambiare grazie all’amore, la passione e la bellezza che può avere prendersi cura di qualcuno ogni giorno. 
Non vi nascondo che il romanzo mi ha lasciato spiazzata, non avevo capito fino in fondo quale sarebbe stata la storia di questo romanzo, se non che il protagonista maschile sarebbe stato Bolo. C'era bisogno di un romanzo su di lui perché nell'altro romanzo si era preso tanto spazio e aveva bisogno di chiudere il cerchio. Non vi dirò di più per non fare spoiler, ma con questa storia Silvia ha osato tanto, è stato un grande rischio per quanto è stato devastante e perfetto il primo romanzo, difficile da eguagliare, difficile da superare, ma che ha saputo trovare una sua anima e un suo perché. E' il suo stile a fare la differenza, a rendere unica ogni storia e spero di leggerla presto in una nuova storia con altri temi e altre situazioni.

Chicca

*copia Arc fornita dalla CE


La voce del lettore: Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi

Ho iniziato a leggere questo romanzo con una certa ritrosia, non lo nascondo. Le storie di dolori, di ospedali, di malattie non sono il mio genere. Forse non sono il genere di nessuno. 
La trama parlava chiaro, ma uno spezzone di questo romanzo mi aveva calamitata e così, cautamente, mi sono avventurata nel mondo di Camille e di Teschio. “Di Camille e di Teschio” perché parliamo di due personaggi distinti, in apparenza molto lontani fra loro, molto diversi; quasi appartenessero a mondi separati ma uniti da una sola, grande passione: quella degli spalti. Eppure non li conosciamo in uno stadio; Silvia Ciompi ci porta subito nell’inferno di Camille, ce la presenta in una circostanza drammatica, ma non ci presenta una ragazza qualsiasi, benché Camille sia umana (finalmente, in un mondo popolato da eroine!), ci presenta una ragazza debole ma forte. Smarrita ma non perduta. E lo fa in punta di piedi, con quel suo stile toccante e profondo, che ti entra dentro, che non ti permette di chiudere un capitolo senza aver iniziato quello successivo. Non è solo la trama a catturare il lettore (ripeto, una trama coraggiosa per una giovane scrittrice agli esordi); la Ciompi ci porta a conoscere i suoi protagonisti, e non solo, ci porta anche più lontano. Ci fa conoscere un mondo nel quale la passione calcistica supera qualsiasi umano limite, quasi che in un mondo in cui non ti viene dato nulla, ci sia qualcosa che ti puoi prendere: credere, combattere, inseguire un obiettivo. In un certo senso, avere fede. Calcistica, certo. Un ambiente che non conoscevo, che credo nessuno di noi possa dire di conoscere se non ne fa parte, o se non resta impigliato nella storia di Camille e di Teschio. Ecco, un altro tema (il calcio) che la Ciompi amalgama in una storia struggente composta di tanti pezzetti di un puzzle che solo nel finale riusciamo a mettere insieme.
Non siamo di fronte a due bellissimi, sfolgoranti supereroi. Abbiamo davanti due ragazzi normali, normalissimi; con i loro dubbi, le loro insicurezze, ma anche con la forza della loro giovane età. Una forza interiore che è il tema dominante del libro, unitamente ad un dialogo eccezionale che mi ha fatto apprezzare Silvia Ciompi da qui all’eternità. Che dire? Tengo d’occhio questa ragazza e aspetto l’uscita in luglio del suo prossimo libro. Chiunque desideri leggere un romanzo a volte duro, a volte sofferto, ma carico di passione, di amore come pochi amori esistono; chiunque desideri andare oltre alla storia di sesso col bello-e-dannato di turno; chiunque desideri sognare, e credere, e lottare; chiunque desideri una lettura che resterà a lungo nel proprio cuore … beh, Camille e Teschio li sorprenderà. E resterà per sempre nel cuore.

Monica

Recensione: TUTTO IL BUIO DEI MIEI GIORNI di Silvia Ciompi

Carissimi, oggi vi parlo di Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi edito da Sperling & Kupfer, un romanzo preso direttamente da wattpad, che con le parole colpisce dritto al cuore.


Titolo: Tutto il buio dei miei giorni
Autore: Silvia Ciompi
Editore: Speriling & Kupfer
Genere: New adult

Pagine:
Costo ebook: 9,99 cartaceo: 12,66


Trama: 
Camille ha vent'anni, ama lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, e ama la sua curva, in ogni stagione. Lì salta sugli spalti, tiene il tempo con le mani: è la cosa che ama di più al mondo. È l'unico posto dove si sente davvero viva. Ma un giorno, proprio fuori dallo stadio, la sua vita si spezza. Un'auto con a bordo un gruppo di ultras la investe.Tra di loro c'è anche lui: in curva tutti lo chiamano Teschio. Sembra il cliché del cattivo ragazzo, ricoperto di tatuaggi e risposte date solo a metà. Eppure Teschio e Camille sono come due libri uguali rilegati con copertine differenti. Due anime che non hanno fatto in tempo a parlarsi prima, a guardarsi meglio. Si sono passati accanto migliaia di volte, ma non sono mai stati davvero nello stesso posto. Lo sono ora. Ora che il dolore si è mangiato tutto ciò che Camille era.

Recensione:

Gli si è ficcata dentro. Da qualche parte tra lo stomaco e le costole, lui l'aveva guardata e lei si era ficcata lì senza chiedere il permesso. E ci sarebbe rimasta con prepotenza, a riempirgli gli occhi, a mangiargli il sonno e masticargli il respiro, incastrata nella saliva della sua bocca. 
Non se ne sarebbe andata mai. E lui non lo sapeva mentre la guardava da lontano. 
Non lo sapeva, ma se la sentiva sotto la pelle, dentro le ossa.


Tutto il buio dei miei giorni inizia con questo prologo che mi ha subito stregato e avvinto nelle sue pagine, consacrando immediatamente che sarebbe diventato IL LIBRO che di certo non sarebbe potuto mancare nella mia libreria.
Sì, così, quasi a scatola chiusa l'ho scelto, da un titolo che mi aveva incuriosito, da una manciata di frasi della trama che avevano aperto un mondo, ma è con il prologo che ho capito che non mi sarebbe importato se poi la storia in sé non sarebbe stata all'altezza delle mie aspettative, solo perché lo stile di scrittura della Ciompi mi aveva già legato a sé a doppia mandata.
Ha un linguaggio forte, vivo, che balza agli occhi per le espressioni intense e a tratti dure che caratterizzano ogni frase. Un prologo in terza persona che mi si è ficcato dentro l'anima con la stessa intensità con cui lei, senza permesso, gli si era ficcata tra costole stomaco. 
Un libro che mi ha mangiato il sonno perché non sono riuscita a chiuderlo se non una volta arrivata alla fine. Un libro che mi ha masticato il respiro perché sono giorni che sto pensando a cosa accidenti potrei raccontarvi di questo romanzo, che va semplicemente letto, gustato con gli occhi, accolto nel cuore ma è difficile raccontarvi perché non renderebbe giustizia alla bellezza di come è stato reso, al di là di quanto possiate amare o meno la storia.



Il titolo è perfettamente azzeccato per descrivere il buio in cui la vita dei protagonisti è piombata. Quella di Teschio ormai da tutta la sua esistenza. Non c'è niente nella sua vita che possa essere visto come bello e positivo. Lui è cresciuto nel dolore, nella dura e spietata vita che tutto gli ha tolto, anche la dignità personale. E' un ragazzo alla soglia dei trent'anni pieno di problemi con una famiglia distrutta. Gli unici legami che ha sono quelli con gli amici di sempre, quelli che non lo hanno mai abbandonato e che condividono con lui la passione dello stadio e degli Ultras, amici rotti come lui.
Il buio dei giorni di Camille, che sono quelli che ci vengono raccontati fin da subito, perché è la sua vita quella che ora ha subito un brusco cambiamento. E' la sua vita che non è più la stessa e mai più lo sarà. E' un buio che avvolge, soffoca, toglie il fiato, la speranza. L'autrice è bravissima a descrivere questo dolore, questa sofferenza non solo nel corpo ma anche nell'animo ormai spezzato e distrutto.

Tu sei stato il buio. Sei stato il buio dei miei giorni.

Il dolore diventa il terzo protagonista di questa storia, un protagonista potente, ingombrante e totalizzante, quello che poi li farà incrociare di nuovo, stavolta non più un fugace sguardo allo stadio, ma un vero e proprio scossone intenso per spingere Camille ad aprire di nuovo gli occhi e continuare a mordere l'esistenza perché tutto sommato è ancora viva e merita di non sprecare questo miracolo.
Quello della Ciompi è un romanzo che conquista con la durezza delle parole che nasconde un sentimento fatto di rabbia e dolcezza tra i due protagonisti, che vivono uno dei tira e molla più intensi e sofferti della storia delle mie letture. Si cercano, scappano, si riprendono, volano morsi, pugni, offese, baci e di nuovo morsi, si arrendono, crollano, lottano, tutto questo per tornare a respirare sotto la luce e riuscire almeno a sopravvivere.

Lo amo perché un pò mi salva e un pò mi uccide ogni giorno

Due mondi diversi, inconciliabili e impossibili che si incontrano nella cornice tra dolore e amore, e anche se da grandissima tifosa di calcio mal tollero gli Ultras e tutti i casini che combinano, rendendo spesso pericoloso accedere allo stadio per chi vuole semplicemente godere dello spettacolo sul campo, non posso amare di meno questo romanzo proprio per lo spessore su cui si è innestata la storia passata e presente dei due protagonisti. 
Il messaggio è andare oltre le apparenze e non lasciarsi accecare dai pregiudizi ed effettivamente con uno come Teschio con il suo mondo che va a pezzi ci è voluto tanto coraggio per andare oltre e dare una possibilità e anche una seconda, ma si sa che l'amore è cieco.

L'amore non cancella il dolore, lo amplifica. Incide cicatrici, scava buchi e non cancella il buio. Ma per quanto male faccia, ti dà anche la forza di lottare.

Da tifosa di calcio e del gioco, non vi nascondo che un pò mi ha dato fastidio tutta questa esaltazione sulla curva, di cui purtroppo non riesco a vedere nulla di positivo, se non i cori e quel senso di appartenenza che si crea al di là di tutto come una potente magia, qualcosa che effettivamente si può comprendere solo quando si è seduti sugli spalti e immersi tra colori e colori non si percepisce più nemmeno il freddo, ma quando sfocia in azioni pericolose e sconsiderate, in automatico perde tutto il fascino. Avrei preferito gustarmi una sana descrizione del gioco in campo o quanto meno che sta benedetta Camille ogni tanto parlasse della sua squadra del cuore e non solo della sua curva del cuore... perché almeno io quando vado allo stadio non perdo tempo a contemplare la curva :D
Ma al di là di questo che è un mio personale gusto personale, la storia è bella, magica, intensa, unica, ma è lo stile che aggredisce fin da subito a essere il suo tratto distintivo, quel segno che ti resta incollato addosso alla fine del romanzo. A me è rimasto così tanto impresso che stavo per sottolineare tutto il romanzo, pagina dopo pagina...
Complimenti all'autrice, spero di poter leggere presto altro di lei.

Noi siamo cicatrici siamo incendi, siamo bruciature e cenere

Fabiana